La Dote Spagnola

Candace Camp


Narra la leggenda che la bellissima e irrequieta Margaret Verrere avesse ricevuto in dote un vero e proprio tesoro di monete d’oro e pietre preziose, ma che il giorno precedente le nozze con Sir Edric Neville fosse svanita nel nulla, insieme alla ricca dote. Sono trascorsi centocinquant’anni e Cassandra Verrere, discendente di Margaret, è ormai vicina alla risoluzione del mistero di famiglia grazie al ritrovamento dei diari segreti dell’antenata. Cassandra ha un nobile motivo per rinvenire la dote scomparsa: deve risollevare le sorti economiche della sua sfortunata famiglia. Ma la ricerca non si preannuncia facile, poiché dal giorno delle nozze mancate i Verrere e i Neville sono in lotta e, per ritrovare il tesoro, Cassandra ha bisogno del loro aiuto, in particolare di quello dell’affascinante Sir Philip Neville. 

La Valle Del Silenzio

ROBERTS Nora

La battaglia decisiva tra il Bene e il Male sta per iniziare. I sei di Morrigan hanno attraversato il portale del tempo per tornare nell'antico regno di Geall, dove affronteranno Lilith e la schiera dei suoi non morti. Prima devono però istruire il popolo affinché combatta al loro fianco. Sarà però l'infuocata passione che divampa tra Moira e Cian a mettere tutto a rischio. Nonostante lui sappia che la loro storia non potrà mai avere il classico lieto fine, e potrebbe anzi avere sviluppi tragici per entrambi...

Laura Salvetti

Il codice Wagner

Occultismo, astrologia, esoterismo e alchimia: questi gli elementi che hanno costituito la fissazione del nazismo e dato origine a una serie di simboli e rituali pagani in grado di innalzare il Terzo Reich alla gloria eterna. Nel 1935, il giovane Hugo, appartenente all’Ahnerbe, la divisione delle SS adibita alla ricerca dell’eredità ancestrale, viene inviato sulle tracce del Santo Graal, già cercato dai Cavalieri Teutonici e Templari e forse situato nella chiesa di Santa Maria Isana Vercellese; la paleontologa Eva invece, alla ricerca della Lancia di Longino, viene derubata del manoscritto originale de I Maestri Cantori di Norimberga di Richard Wagner, contenente un segreto capace di sovvertire l’ordine del mondo. Ma un gesuita, zio di Himmler…

Leonardo Sciascia

Gli zii di Sicilia

Pubblicato nel 1958 nei "Gettoni" di Vittorini, poi di nuovo nel 1960 con l'aggiunta di un importante racconto, L'antimonio, che è un po' un romanzo interrotto, "Gli zii di Sicilia" è la prima apparizione di Sciascia come narratore puro, fabulatore di storie che qui sono della Sicilia e della Spagna. Con voce sommessa e ferma, con una sorta di energia compressa, raccolta in sé, lo Sciascia narratore disegna il suo primo territorio. E subito si riconoscono certi suoi tratti essenziali: l'attenzione alle cose e al dettaglio, il confronto perenne fra la Sicilia e il mondo (il libro si avvia con quell'evento subito favoleggiato che fu lo sbarco degli Alleati), la lucidità nel cogliere i paradossi, gli inganni e le beffe della Storia.

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Leonardo Sciascia

Il Consiglio d'Egitto

Abdallah Mohamed ben Olman, ambasciatore del Marocco, si trova a Palermo nel dicembre 1782 per via di una tempesta che ha fatto naufragare la sua nave sulle coste siciliane. È questo il caso che fa nascere, nella mente dell'abate Velia, maltese e incaricato di mostrare all'ambasciatore le bellezze di Palermo, un disegno audacissimo: far passare il manoscritto arabo di una qualsiasi vita del profeta, conservato nell'isola, per uno sconvolgente testo politico, Il Consiglio d'Egitto, che permetterebbe l'abolizione di tutti i privilegi feudali e potrebbe perciò valere da scintilla per un complotto rivoluzionario. Apparso nel 1963, Il Consiglio d'Egitto è in certo modo l'archetipo, e il più celebrato, dei romanzi-apologhi di Sciascia, dove lo sfondo storico della vicenda si anima fino a diventare una scena allegorica, che in questo caso accenna alla storia tutta della Sicilia.

Leonardo Sciascia

Il contesto. Una parodia

In un paese non nominato eppure a tutti familiare, una successione di assassinii e di funerali ufficiali scandisce la vita pubblica. Con assoluta chiarezza, ma su un fondo tenebroso, si disegna in questa storia la fisionomia di un anonimo protagonista, quel potere che - nelle parole di Sciascia "sempre più digrada nella impenetrabile forma di una concatenazione che approssimativamente possiamo dire mafiosa."

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