I soci del Gun Club, associazione americana di artiglieri, con sede a Baltimora, annunciano che un proiettile lanciato da un cannone di loro invenzione è in grado di raggiungere la Luna. Il proiettile sarà di forma sferica, costruito in alluminio, mentre il dispositivo di lancio, un'enorme bocca in ghisa scavata nel terreno, utilizzerà il Fulmicotone come detonatore. "Dalla Terra alla Luna" è una delle storie più celebri di Verne ed è la prima parte di un dittico che si chiude con "Intorno alla Luna". Verne anticipa le prime fasi dello storico allunaggio avvenuto poi realmente il 20 luglio 1969.<

I soci del Gun Club, associazione americana di artiglieri, con sede a Baltimora, annunciano che un proiettile lanciato da un cannone di loro invenzione è in grado di raggiungere la Luna. Il proiettile sarà di forma sferica, costruito in alluminio, mentre il dispositivo di lancio, un'enorme bocca in ghisa scavata nel terreno, utilizzerà il Fulmicotone come detonatore. "Dalla Terra alla Luna" è una delle storie più celebri di Verne ed è la prima parte di un dittico che si chiude con "Intorno alla Luna". Verne anticipa le prime fasi dello storico allunaggio avvenuto poi realmente il 20 luglio 1969.<

Scritta nei primi anni del regno di Augusto, l’Eneide doveva essere, nelle aspettative dell’imperatore, non solo il racconto dell’avventuroso arrivo nel Lazio di Enea e la glorificazione della famiglia Giulia, discendente in linea diretta dall’eroe troiano, ma il poema nazionale romano, corrispettivo di quello che per i Greci erano l’Iliade e l’Odissea. Anche la vicenda di Enea, come quella di Ulisse, è la storia di un ritorno: il travagliato ritorno verso una terra considerata per tradizione l’"antica madre" dei fondatori di Troia ormai distrutta, l’Italia, dove fondare una nuova patria. E dopo furenti burrasche, dolorose perdite di compagni, tragici amori, una profetica discesa agli Inferi e sanguinose battaglie, l’Eneide si chiude con la promessa di una fusione di popoli e culture diverse, nel nome di una nuova civiltà comune. Alessandro Barchiesi inquadra nel brillante saggio introduttivo i punti essenziali del discorso poetico virgiliano, presentato nella nuova traduzione di Riccardo Scarcia, che coniuga mirabilmente scorrevolezza e fedeltà al testo.<

Scritta nei primi anni del regno di Augusto, l’Eneide doveva essere, nelle aspettative dell’imperatore, non solo il racconto dell’avventuroso arrivo nel Lazio di Enea e la glorificazione della famiglia Giulia, discendente in linea diretta dall’eroe troiano, ma il poema nazionale romano, corrispettivo di quello che per i Greci erano l’Iliade e l’Odissea. Anche la vicenda di Enea, come quella di Ulisse, è la storia di un ritorno: il travagliato ritorno verso una terra considerata per tradizione l’"antica madre" dei fondatori di Troia ormai distrutta, l’Italia, dove fondare una nuova patria. E dopo furenti burrasche, dolorose perdite di compagni, tragici amori, una profetica discesa agli Inferi e sanguinose battaglie, l’Eneide si chiude con la promessa di una fusione di popoli e culture diverse, nel nome di una nuova civiltà comune. Alessandro Barchiesi inquadra nel brillante saggio introduttivo i punti essenziali del discorso poetico virgiliano, presentato nella nuova traduzione di Riccardo Scarcia, che coniuga mirabilmente scorrevolezza e fedeltà al testo.<

Dopo le prime prove letterarie, ancora influenzate da un Romanticismo attardato e dalla Scapigliatura, Giovanni Verga, sin dalla novella Nedda (1874), tenta una nuova maniera narrativa, volta a rappresentare con sempre maggior realismo temi e personaggi ispirati alla natia Sicilia. Egli approfondirà e consoliderà con esiti sempre più rigorosi tale ricerca nelle raccolte successivamente pubblicate (Vita dei campi, 1880, Novelle rusticane, 1883, Per le vie, 1883, Vagabondaggio, 1887, I ricordi del capitano d'Arce, 1891, Don Candeloro e C., 1894) e nei romanzi "veristi": I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo. Specie nei Malavoglia, ove il Verga sperimenta canoni stilistici radicalmente innovativi, l'estrema durezza della vita quotidiana delle popolazioni meridionali, e la loro condizione di "vinti", in balia di un fato cieco e incomprensibile, sono senz'altro fra gli aspetti più incisivi della narrazione.<

Dopo le prime prove letterarie, ancora influenzate da un Romanticismo attardato e dalla Scapigliatura, Giovanni Verga, sin dalla novella Nedda (1874), tenta una nuova maniera narrativa, volta a rappresentare con sempre maggior realismo temi e personaggi ispirati alla natia Sicilia. Egli approfondirà e consoliderà con esiti sempre più rigorosi tale ricerca nelle raccolte successivamente pubblicate (Vita dei campi, 1880, Novelle rusticane, 1883, Per le vie, 1883, Vagabondaggio, 1887, I ricordi del capitano d'Arce, 1891, Don Candeloro e C., 1894) e nei romanzi "veristi": I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo. Specie nei Malavoglia, ove il Verga sperimenta canoni stilistici radicalmente innovativi, l'estrema durezza della vita quotidiana delle popolazioni meridionali, e la loro condizione di "vinti", in balia di un fato cieco e incomprensibile, sono senz'altro fra gli aspetti più incisivi della narrazione.<

Courte nouvelle, par un auteur tout à fait inconnu... à découvrir ! 'Ce n'était pas une Chinoise, mais une Annamite, - une pauvre Annamite de dix-sept ans, bien jaune et bien mince, échouée dans cette abominable maison après de navrantes aventures.'

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Raven, 16 ans, est une originale, avec son look gothique et son esprit rebelle. Elle vit à Dullsville, la ville de l'ennui. C'est bien simple: il ne s'y passe jamais rien et tout le monde se connaît depuis toujours. Enfin, c'était vrai avant l'événement du siècle: de nouveaux habitants emménagent au sommet de la colline, dans le manoir étrange et prétendument hanté qu'on croyait abandonné depuis des lustres. Qui sont ces gens ? Et surtout, qui est le beau, sombre et insaisissable Alexander Sterling? Si les rumeurs disent vrai, ce sont des vampires. Raven, qui rêve d'un baiser avec un vampire depuis la maternelle, est prête à risquer sa vie pour découvrir la vérité.<

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