Niscemi, Caltanissetta. 16 maggio 2008. Agenzia Ansa:
CONFESSA E POI CHIEDE: «POSSO ANDARE A CASA?»
Dopo aver confessato il delitto di Lorena Cultraro, quattordicenne uccisa e poi gettata in una vasca di irrigazione, uno dei tre assassini ha detto: «Signor giudice, le ho confessato tutto. Ora posso andare a casa?». L’interrogatorio è avvenuto nella locale caserma dei carabinieri. Il magistrato del Tribunale dei minori gli ha risposto: «Lo capisci che hai confessato un omicidio? Dove vuoi andare?». Il gip ha confermato il fermo dei tre minorenni che hanno ammesso di aver ucciso la ragazzina trovata morta in un pozzo martedì scorso nelle campagne di Niscemi dopo che era scomparsa il 30 aprile. Nessuno dei tre giovani, tutti minorenni, potrà essere condannato all’ergastolo. La pena massima prevista dal codice è di trent’anni, con la possibilità di una riduzione di pena fino a un terzo. L’esame autoptico disposto dalla Procura dei minori di Catania ha accertato che la ragazzina sarebbe stata massacrata di botte, presa a calci e pugni, e poi strangolata con un cavo di antenna. Il corpo è pieno di lividi e il volto è tumefatto. Il padre della vittima, Giuseppe Cultraro, in sede di riconoscimento, l’aveva potuta riconoscere, come lui stesso ha spiegato, solo per le meches ai capelli che si era fatta da poco. Lorena Cultraro era incinta.