4. L'ARCHITETTURA DEL TEMPO
Se la felicità è fuori dal tempo, al contrario la musica si svolge nel tempo: è architettura fatta col tempo, che ha un inizio, uno svolgimento e una fine.
Da quando lo conosco, Federico ha una predilezione per la musica del passato e in particolare per le tonalità minori. Io e Clara all'inizio ci scherziamo su, ma dopo un po' smettiamo perché ci rendiamo conto che per lui è quasi un vizio imbarazzante. Aspirando a comporre, sa di dover rigettare l'armonia, ma dentro di sé non riesce a rinunciarvi (è in quel periodo, infatti, che si fa impiantare gli auricolari cocleari).
Anni dopo, quando glielo chiedo, mi confessa di aver superato quella passione quando si è reso conto che ogni musica è una forma di sconfitta: essendo una dimensione del tempo, ogni musica si conclude con la morte, con il silenzio.
Anche la più trionfale delle sinfonie non può sottrarsi a questo destino, e lo svolgimento sarà un disperato tentativo di allontanare il momento della fine, la nota oltre la quale non c'è che il baratro della non-musica. Per questo molti grandi compositori hanno concluso le loro opere con alcune battute di silenzio, in cui gli interpreti restano fermi, con le mani ancora sospese nell'ultimo gesto, come a trattenere quell'istante: l'ultimo respiro della musica.
Ecco quello che ho capito: per tutta la vita il mio amico ha tenuto sospeso un sorriso di mia moglie per sottrarlo alla fine.