PREFAZIONE

Nei quattro saggi qui raccolti, scritti negli ultimi due anni della sua vita, Oliver Sacks affronta i temi dell’età che avanza, della malattia e della morte con un garbo e una semplicità straordinari. Nel primo di essi, Mercurio, scritto di getto nel luglio del 2013, pochi giorni prima del suo ottantesimo compleanno, elogia i piaceri della vecchiaia senza ignorare le fragilità del corpo e della mente che possono accompagnarla.

Diciotto mesi dopo, quando aveva da poco finito di lavorare alla bozza della sua autobiografia In movimento, Sacks apprese che il raro melanoma a un occhio diagnosticatogli nel 2005 aveva metastatizzato nel fegato; per quel particolare tipo di cancro c’erano pochissime opzioni terapeutiche, e i medici gli pronosticarono soltanto altri sei mesi. Di lì a qualche giorno finì di scrivere il saggio La mia vita, nel quale esprimeva il suo travolgente senso di gratitudine per una vita ben vissuta. Esitò, tuttavia, a pubblicarlo immediatamente: era forse prematuro? Era davvero disposto a rivelare a tutti la sua malattia terminale? Un mese dopo, proprio mentre stava entrando in sala operatoria per un trattamento che gli avrebbe offerto diversi altri mesi di vita attiva, chiese che il saggio fosse inviato al «New York Times», dove fu pubblicato il giorno dopo. La reazione di moltissimi lettori, una reazione piena di empatia, fu per lui estremamente gratificante.

Nei mesi di maggio e giugno del 2015, e anche nella prima parte di luglio, Sacks godette di una salute relativamente buona e si dedicò alla scrittura, al nuoto, al pianoforte e ai viaggi. In questo periodo scrisse diversi pezzi, tra i quali La mia tavola periodica, in cui rifletteva sul suo amore di sempre per la tavola degli elementi, e sulla propria mortalità.

Ad agosto, mentre la sua salute stava ormai rapidamente declinando, consacrò le ultime energie alla scrittura. Il saggio finale di questo libro, Shabbat, aveva per lui un’importanza particolare: ritornò su ogni singola parola del testo, più volte, distillandola fino all’essenza. Esso uscì due settimane prima della sua morte, avvenuta il 30 agosto 2015.

 

Kate Edgar e Bill Hayes