Umberto Galimberti Gli equivoci dellanima
La parola anima, nell’attraversare i più svariati sistemi di pensiero (filosofico, religioso, antropologico, psicologico), genera una serie di equivoci in cui si nascondono vertiginose variazioni di significato. Percorrendole è possibile scorgere gli spostamenti di volumi di senso e le migrazioni linguistiche da cui dipendono le epoche storiche e gli scenari da esse dischiusi.
L’analisi muove da Platone, il quale, raccogliendo l’eredità poetica, religiosa, tragica, politica e linguistica del mondo greco, gioca l’anima su un doppio registro, coniugandola da un lato con la costruzione della ragione e il governo di sé, dall’altro con l’abisso della follia e la dissoluzione dell’individuo. Da questo luogo di massima oscillazione prendono avvio tutte le interpretazioni dell’anima che percorrono la cultura occidentale nel suo progressivo congedarsi dalla credenza in un’idea eterna di ragione e nel suo approdare a quella forma di ragione che si risolve nella reiterazione della sua pratica.
Non c’è infatti ragione se non come sistema di regole che consentono di ordinare la polivalenza dei segni di cui si alimenta la follia. Con ciò non si vuol dire che la follia occupi il lato opposto della ragione, o le stia accanto, o costituisca il suo rovescio logico. Questo genere di rappresentazioni è la fonte di tutti gli equivoci dell’anima. La follia che parla nell’assenza della ragione, o nei suoi vuoti, è piuttosto il contrappunto della ragione, la sua interna modulazione.
Ordinando la follia, la ragione ha sviluppato con essa uno scambio che, seppure rimosso, incessantemente continua. Svelare il gioco del rimosso significa allora molto di più di quanto non intenda la psicologia del profondo con questa espressione: significa infatti pensare all’anima come a quell’aperiura che, nel darsi le regole dell’ordine, non si chiude alla sua profondità, in cui è anche la possibilità dello sprofondamento di ogni ordine. Sembra infatti che, dal punto di vista dell’anima. ogni nuova parola della ragione non sia possibile se non liberando a ogni istante i frammenti di una segreta follia.
Umberto Galimberti (1942) è docente di filosofia della storia all’universtà di Venezia. Presso Feltrinelli ha pubblicato Psichiatria e fenomenologia (1979).
Il corpo (1983). La terra senza il male (1984).
In copertina: (rammento di pittura murale romana. Museo del Louvre Parigi.
Lire 30.000 uva inclusa)
Dello stesso autore da Feltrinelli Psichiatria e fenomenologia II corpo