LA MAMMA DEI CARABINIERI

Romanzo di ALESSIO PULEO e FILIPPO VITALE

Il LONGANESI

PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA

Longanesi & C. (c) 2010 - Milano Gruppo editoriale Mauri Spagnol www.longanesi.it ISBN 978-88-304-2792-1

La prima edizione di questo romanzo,

tratto dal soggetto e sceneggiatura originale di Alessio Puleo, è uscita nel 2007 presso Navarra editore.

I personaggi e gli avvenimenti narrati nel libro sono liberamente ispirati

alla vita di Mimma Lupo. I personaggi, i singoli eventi, i nomi e i dialoghi

sono frutto dell'immaginazione e della libera espressione artistica e ideati per esigenze narrative dell'opera.

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PREFAZIONE

di Rita Borsellino

"Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla." Questo diceva Novecento, il protagonista dell'omonimo romanzo di Baricco, e Tim Tooney, il suo amico trombettista, la sua buona storia ce l'aveva ed era quella che custodiva con cura anche quando aveva perso tutto. Anche per Za Mimma, protagonista di questo delizioso romanzo, La mamma dei carabinieri, è stato così. E la grandezza di questo scritto di Alessio Puleo e Filippo Vitale sta nella semplicità della narrazione, nella sua assoluta linearità, come se ogni lettore fosse quel " qualcuno a cui raccontare " quella storia perché sia conosciuta, ascoltata, vissuta e tramandata.

Con un flashback Mimma, alias Domenica Lupo, ripercorre tutta la sua vita e dal nuovo millennio fa un salto indietro fino al 1920, quando la madre muore, uccisa da un tumore e da un sistema sanitario ancora impreparato, che catalogava i tumori come "mali incurabili per i quali non c'era niente da fare". Mimma e le sue sorelle vengono così affidate ai nonni, Tano e Marianna, coppia affiatata, legata alle tradizioni e alle consuetudini del quartiere. Marianna è la "mamma-nonna-patrona", Tano è l'uomo di famiglia, maniscalco esperto, noto soprattutto tra i fantini dell'ippodromo. Ma questa, con piazza Magione e le sue vie, il grande carrubo e le sue botteghe, è solo la cornice, il contesto in cui si consumano la vicenda personale di Mimma e anche la sua vita, la sua bellezza, le sue speranze. E, insieme, le amare convenzioni e l'assurdo impasto siciliano tra bene e male, tra legalità e mafia, tra felicità e sofferenza, violenza e amore. Un impasto che non risparmia nessuno, neppure uomini e donne di chiesa pronti a barattare la morale con un superficiale moralismo, la pietà con la paura, la verità con la menzogna.

Il messaggio che alla fine viene fuori dal racconto è comunque un messaggio positivo, un messaggio di speranza e di grande consapevolezza: l'affermazione profondamente vera che la forza dell'amore è l'unica che consente di sopravvivere anche alle vicende peggiori. Mimma subisce di tutto: il dolore della perdita dei genitori, il rapimento da parte di un prepotente che odia e che è obbligata a sposare per salvaguardare l'onore suo e della famiglia, la fine della sua storia d'amore, una vita di violenza e di segregazione, fatta di miseria, solitudine e rischiarata solo dalla compassione di pochi e dal ricordo eterno di un amore appena assaporato, in breve, dalla "sua storia da raccontare". Una storia che, a centinaia di chilometri, è anche la " storia da raccontare" di Giovanni, il brigadiere dei carabinieri di cui si era innamorata a diciassette anni e che avrebbe voluto sposare, l'uomo con cui avrebbe voluto condividere dolori e felicità, salute e malattia. La sua vita.

Ma La mamma dei carabinieri ha anche una storia nella storia. Quel suo essere appunto mamma di tutti i carabinieri e, in particolare, di quelli che dal '92 stazionano davanti alla casa di mio fratello Paolo per proteggere la sua famiglia. Anche questo ha vissuto Mimma. Ha vissuto le stragi di mafia e in quella tragedia ha riprovato un dolore antico che ha voluto trasformare, ancora una volta, in amore e in consolazione per mia cognata Agnese. Mimma da qualche anno abita di fronte a quella casa e, come si legge nel libro, ha ritrovato il sorriso. Insieme ai tanti, tanti

"a cui raccontare la sua buona storia".

NOTA INTRODUTTIVA di Alessio Puleo

Alessio Puleo decise nel 2001 di prestare il servizio di leva nell'Arma dei carabinieri. Alcuni giorni dopo il suo trasferimento da Benevento a Palermo fu assegnato al servizio di vigilanza davanti alla casa di Paolo Borsellino. E fu lì che avvenne il primo incontro con la signora Lupo, la

"mamma dei carabinieri". La signora abitava sola in un'antica palazzina situata proprio di fronte alla casa del giudice.

Alessio, all'interno del XII Battaglione carabinieri Sicilia, ne aveva sentito parlare spesso, ma quando per la prima volta si ritrovò davanti quella " strana " donna con il cappello dell'Arma in testa e i gradi cuciti sulla giacca, capì che si trattava di una persona molto speciale.

Mamma Mimma lo scrutò dalla testa ai piedi per assicurarsi che la divisa fosse in ordine, che le scarpe fossero lucide, il nodo della cravatta perfetto... e il viso ben rasato! Si comportava come un vero ufficiale e tutti (dai gradi semplici agli ufficiali) le portavano rispetto e le volevano bene. Trascorreva tutto il giorno in compagnia di quei giovani carabinieri che, lontani dagli affetti familiari, trovavano in lei l'amore di una vera mamma. Dava consigli e comprava loro di tutto: panini, cornetti, tè, caffè e tanto altro.

Tutti l'avevano ribattezzata "la mamma dei carabinieri".

Alessio si era particolarmente affezionato a quella donna e, passando molte delle ore di servizio in sua compagnia, aveva cercato di capire cosa la spingeva a fare quello

che faceva. Così, giorno dopo giorno, ne ricostruì la vita scoprendone un passato pieno di emozioni belle e brutte, nelle quali risiedeva il perché di quelle buone azioni nei confronti dei carabinieri.

No, quella storia non poteva, un giorno, scomparire nel nulla insieme a mamma Mimma, così decise di trascrivere tutte le notizie accumulate e, con l'aiuto fornito dal Museo Storico dell'Arma, ricostruì il contesto sociale di quel periodo.

Dopo circa quattro anni di lavoro, riuscì a scriverne la sceneggiatura cinematografica. Il progetto attirò l'attenzione di una casa di produzione, ma il costo eccessivo ne causò l'accantonamento. Alessio, sicuro dell'interesse che la storia avrebbe suscitato, decise di darle forma editoriale. Così, nel 2006, romanzò la sceneggiatura avvalendosi della collaborazione del suo caro amico Filippo Vitale. Dal lavoro dei due autori è nato La mamma dei carabinieri.