16.

Se qualcuno ti accusa di aver commesso un reato insieme a lui, le sue dichiarazioni non bastano da sole a farti arrestare e tantomeno condannare. Anche se appaiono credibilissime e non c’è nessun motivo per sospettare che siano delle calunnie. È comunque necessario che la procura o la polizia giudiziaria trovino i riscontri – cioè gli altri elementi di prova che confermano la fondatezza delle accuse del coimputato.

Nel corso di una riunione per fare il punto sulle indagini, furono queste le cose che la D’Angelo disse al capitano e a Fenoglio. Fuori cadeva una pioggia puntigliosa, quasi autunnale.

L’unico elemento concreto era nei tabulati telefonici, adesso formalmente acquisiti. Ruotolo e Savicchio si erano sentiti con molta assiduità fino a quasi tutta la prima metà di maggio. In certi giorni c’erano anche dieci telefonate. Dal 14 maggio, il giorno successivo al sequestro, il traffico telefonico si era diradato di colpo. Un elemento che confermava le dichiarazioni di Ruotolo ma, di per sé, non era univoco. Le ragioni per il diradamento dei rapporti potevano essere le piú varie; la circostanza da sola non bastava a giustificare una misura cautelare.

Su queste basi, ripeté la D’Angelo, era del tutto inutile e anzi controproducente richiedere un provvedimento restrittivo. Il gip non l’avrebbe concesso; e qualora, commettendo un grave errore, l’avesse fatto, il tribunale della libertà avrebbe scarcerato Savicchio. A quel punto l’indagine sarebbe stata gravemente, forse irrimediabilmente, compromessa.

– Sa qual è la cosa piú seccante, maresciallo? – disse la magistrata accendendosi un’altra sigaretta.

– Quale?

– Allo stato degli atti, come si dice, Ruotolo viene condannato per sequestro di persona a scopo di estorsione perché a suo carico le sue dichiarazioni, cioè una confessione piena, sono sufficienti a giustificare una condanna. Sempre allo stato degli atti, invece, Savicchio ne esce senza danni.

Rimasero a lungo in silenzio. La D’Angelo fumò la sua sigaretta con cupa determinazione.

– Dottoressa, ci lavoriamo con calma. Ci vorrà quello che ci vorrà, ma troveremo qualcosa.

– Non possiamo permetterci di lavorare con calma. Nel giro di qualche giorno Ruotolo dovrà essere trasferito e poi sospeso.

– E tutti lo sapranno.

– Appunto. È un’informazione che non c’è modo di mantenere riservata. Quando Savicchio saprà del trasferimento di Ruotolo, per prima cosa farà sparire ogni traccia residua, di qualunque genere. Ammesso che tracce residue di qualunque genere esistano ancora. Ammesso che siano mai esistite.

Fenoglio cercò di elaborare il dato. In realtà c’era poco da elaborare: l’indagine non aveva portato a quasi niente e, nel momento in cui Savicchio ne avesse intuito l’esistenza, sarebbe stata cristallizzata nella sua insufficienza. E lui l’avrebbe fatta franca. La D’Angelo aveva ragione, veniva voglia di spaccare qualcosa.

– Se provassimo a mandargli Ruotolo con un microfono nascosto? Lo provoca in qualche modo, prendendolo alla sprovvista, quello fa qualche ammissione e abbiamo i nostri riscontri.

La magistrata ci pensò per qualche decina di secondi. Poi, prima ancora di rispondere, prese a scuotere la testa serrando le labbra.

– Non si può fare per due ragioni, opposte e convergenti. Ruotolo è un ufficiale di polizia giudiziaria, fino a quando non viene formalmente sospeso. Sarebbe, al netto di tutto, un ufficiale di polizia giudiziaria che sollecita abusivamente, senza nessuna garanzia difensiva, la confessione di un indagato.

– Ma anche Ruotolo è un indagato.

– Appunto, quello è il secondo motivo. È un indagato lui stesso, non possiamo indurlo a fare niente al di fuori del contesto di un interrogatorio o di un altro atto garantito in presenza del difensore. Che facciamo, lo mandiamo a parlare con Savicchio in presenza dell’avvocato?

– Ma se ci va lui di sua spontanea volontà? È libero, decide di andare a parlare con il suo complice per pulirsi la coscienza, riesce a registrare delle dichiarazioni utili e ce le porta. Noi lo scopriamo solo in quel momento e arrestiamo il figlio di puttana. Mi scusi.

– Figlio di puttana mi sembra il minimo. Quanto pensa che durerebbe Ruotolo controesaminato da un buon avvocato? Chi si berrebbe questa storia dell’iniziativa spontanea? E, soprattutto, lei pensa che Savicchio ci cascherebbe? Pensa che se Ruotolo comparisse all’improvviso, dopo due mesi di silenzio, lui non sospetterebbe nulla e comincerebbe a raccontare per filo e per segno i suoi peccati a favore di microfono?

Potremmo sparargli.

Anzi, potremmo fargli sparare. Potremmo spargere la voce nell’ambiente in modo che tutti sappiano. Ci penserebbero loro, qualcuno degli uomini di Grimaldi ancora in libertà, qualcuno degli altri clan. Qualcuno. Farebbero a gara. Niente perdita di tempo, prove, riscontri, processi. Hai ammazzato un bambino, ecco la tua paga. Bum, bum, bum.

I pensieri attraversarono il cervello di Fenoglio come frasi compiute, quasi scritte. Enunciati che dissolvevano la frustrazione in un’idea di giustizia elementare e perfetta. Fanculo ai riscontri, alle garanzie difensive, ai divieti di questo o quello. Fanculo.

– Andiamo a fargli una perquisizione, – disse Fenoglio riemergendo a fatica da quel turbine velenoso di pensieri.

– Tanto per provare?

– Non lo so se è tanto per provare. Certo che i soldi può averli messi ovunque, ma escludo che li abbia spesi tutti. Certo è che sarà attentissimo a casa. Ma sí, tanto per provare. Magari inciampiamo in qualcosa, un documento che ci porta ai conti in banca o a un prestanome. O magari qualcosa che ci porta in un posto dove tiene qualche altra cosa. Non lo so. Va bene, sí, tanto per provare –. Concluse con un gesto di stizza. Come gli capitava in quei casi, sentí la sua voce da un punto esterno, come fosse quella di un altro che stava dicendo solo cazzate. La perquisizione non serviva a niente.

– Va bene, – disse la D’Angelo.

– Va bene cosa? – chiese Fenoglio scuotendo la testa come uno che viene svegliato di botto.

– La perquisizione. Proviamoci. Tanto non abbiamo altre opzioni, al momento. Abbiamo in sospeso solo le indagini patrimoniali, ma su quelle non ci sono rischi che faccia sparire le prove. Dunque andiamo a vedere cos’ha a casa. Ci vengo anch’io, con voi.