Note a “Il fervore e il rumore della vita: Attilio e Ninetta”

1 BERTOLUCCI-SERENI 1994, p. 26.

2 L’Ode on a Grecian Urn di Keats fu particolarmente presente a Bertolucci, che ne cita più volte l’explicit: «Beauty is Truth, Truth Beauty». Ma altre suggestioni dal poeta inglese si rintracciano nelle poesie di FN (si veda G. Palli Baroni, La musica del tempo, prefazione a FN, pp. 18-20).

3 Cfr. G. Palli Baroni, Tra luce e buio, una «sosta», in «Nuovi Argomenti», 38-39, marzo-giugno 1974, pp. 188-206.

4 Si vedano per la «casa di pietra», in LUC, l’explicit del Pensionante («la mia casa di pietra illunata e tranquilla») e Frammento escluso da «La camera da letto», nel quale ai vv. 8-12 ritorna l’immagine di «N., esecutrice senza incertezze d’un progetto / di restauro della casa che i maremmani edificarono / in anni lontanissimi e gli eredi, / calati nella pianura generosa ad offrire doni e rischi, / lasciano rovinare in lenta pace».

5 L’espressione risale all’amico Vittorio Sereni al suo rientro dalla prigionia.

6 Così Bernardo durante la presentazione di FC, a Parma in occasione della laurea ad honorem, 16 dicembre 2014.

7 Cfr. CL, cap. XXXVIII, Metamorfosi del corpo di N., v. 48.

8 P. Citati, La malattia dell’infinito. La letteratura del Novecento, Mondadori, Milano 2008, p. 689.

9 BERTOLUCCI-LAGAZZI 1997, p. 8.

10 Fotobiografia: conversazione con Ninetta Bertolucci, a cura di G. Palli Baroni, in PALLI BARONI 2004, p. 59.

11 Si legge sul sito del liceo Romagnosi, che riporta un intervento del poeta in occasione di una ricorrenza.

12 Uno dei corteggiatori fu Carlo Brizzolara (Noceto 1911 - Ivrea 1986) che, ingegnere e giornalista, divenne un noto scrittore di libri per ragazzi.

13 La raccolta che chiuse le opere di Bertolucci ebbe secondo il suo desiderio il titolo Ho rubato due versi a Baudelaire.

14 Si legga il bellissimo cap. XXX di CL, Il capanno, in particolare i vv. 53-72.

15 La versione si legge in BAUDELAIRE 1975, p. 95.

16 Dall’annuario dell’Università di Bologna Evelina Giovanardi risulta iscritta in corso fino all’anno 1934-35 e fuori corso per l’anno accademico 1936-37, quando si laurea con una tesi dal titolo Catullo poeta d’amore, relatore il prof. Gino Funaioli.

17 Attilio, lasciata Giurisprudenza, fu iscritto nel 1935-36 al secondo anno di Lettere, sempre all’Università di Bologna, dove si laureò nell’a.a. 1937-38 con una tesi dal titolo Mario Pratesi, relatore il prof. Carlo Calcaterra (Premia 1884 - Santa Maria Maggiore 1952).

18 Gustoso il pezzo di Attilio sulla sua partecipazione alla Fiera: «Devi sapere che oggi, Corpus Domini, c’è la fiera del libro in giardino e io, sono le sette e mezzo del mattino, son già tutto pettinato e pulitino per l’occasione. Ieri in poche ore Minardi ha venduto per sottoscrizione una 50na di copie. Il libro te lo spedisco senza fallo oggi, con il Corriere Emiliano dove c’è un tanto simpatico articolo del buon Ferrante. Via via che ne usciranno te le manderò, così tu te ne andrai a scuola tutta orgogliosa con le recensioni nella borsetta».

19 Pubblicata in A, pp. 9-12; ora in O, pp. 951-58.

20 Ninina si era legata a Maurizio a quindici anni.

21 Si veda Le ali della prosa, postfazione a RVB, p. 433.

22 Ma altre bellissime immagini di moda si leggono in capitoli espunti, come nel frammento L’estate fu bella e lunghissima (FC, pp. 106-09), del quale riportiamo i versi che ritraggono affiancate la madre Maria e la fidanzata «N.»: «Maria / che l’ha voluta e le cammina a fianco / amica meno abbronzata, meno giovane, / ma vicina nel gusto discreto / della moda, debitrice / a lei della scoperta / d’un calzolaio bolognese bravissimo / in questi scarponcini bianchi e neri / traforati in punta. / Ma N. oggi indossa sandali da frate / che Maria non potrebbe portare, / senza tacco: sembra cammini scalza, / senza rumore, affiancata dalla bella donna / che vorrebbe dirle di più, e s’accontenta / di trascinarla dove possa scegliere / il foulard in cui / rosso e verde s’accordano inspiegabilmente». Si noti che i particolari del «calzolaio bolognese» si ritrovano nella lettera di Attilio con data 27 maggio 1935; di Ninetta nella lettera del 26 maggio 1935.

23 «Mi sembrava molto chic indossare qualche indumento fuori moda» (CHERIN 1980, p. 22). Così a proposito della sua predilezione per Gozzano e Corazzini. Ma lo stesso si manifestava nelle scelte del vestiario inglese, sottolineate nei versi del cap. XXXI di CL, Le scarpette di Chevreau, esemplare per l’antifascismo e per lo snobismo del poeta e del suo amico Virginio.

24 Si riferisce agli esami di Giurisprudenza.

25 «Questa mattina sono andato alla Stuard: di un po’ di chi c’era la firma nell’elenco dei visitatori. Della Picculena. Poi qualche anno prima di Bernardo e Mary Berenson. Il custode si ricordava di quell’americano che appena visto quel certo quadretto (è un senese molto bello, forse un Sassetta e io l’ho subito attribuito alla Scuola Senese, senza aiuto di guide o di libri) aveva offerto un milione per comprarlo. Quando torni ci andiamo» (10 novembre 1936).

26 Nella lettera del 13 novembre 1936.

27 Si legga in A (ora in O, pp. 1137-43) la Non intervista a Roberto Longhi. Bertolucci fu uno dei redattori della rivista «Paragone», fondata e diretta da Longhi e da Anna Banti.

28 Si ricordano gli scritti d’arte in RVB e in Lezioni d’arte, volume che raccoglie le pagine pubblicate in «Il Gatto selvatico», il mensile dell’ENI del quale fu direttore responsabile dal 1954 al 1963.

29 C. Garboli, Falbalas. Immagini del Novecento, Garzanti, Milano 1990, p. 53.

30 Si leggono in Imitazioni di Robert Frost La vacca al tempo delle mele e Polvere di neve; di Carl Sandburg Il rapido e Salmo per coloro che escono prima che sia giorno; di Eliot Il viaggio dei Re Magi; di Pound Lo zingaro.

31 Canto di Simeone apparve su «Solaria», IV, 12, dicembre 1929, pp. 11-12 e in «Circoli», III, 6, novembre-dicembre 1933, pp. 50-57. Sappiamo che Bertolucci aveva acquistato gli Ossi di seppia sin dalla loro prima uscita nel 1925.

32 Si leggano i vv. 48-58, nei quali è presente la meditazione di Eliot, che a sua volta cita l’Ecclesiaste, piegata alla visione terrena del rito marino: «C’è un’ora per il sole e un’ora per l’acqua, / un’ora per l’immobilità e un’ora per il moto: / esse si seguono l’una all’altra, / orizzontali prima poi verticali in una sequenza / di gesti quali lo spalmare lentissimo / olio di noce sopra le membra nude, / modificare, sulle spalle formate con slancio, / l’attaccatura del costume ai fini d’una estensione / piccola dell’abbronzatura, finalmente / il distendersi sulla sabbia che brucia / ricevendone intrepidamente pena e piacere insieme».

33 Si veda BERTOLUCCI-LAGAZZI 1997, p. 21.

34 Si vedano le lettere del 24 febbraio 1934 e del 13 giugno 1935, e note relative.

35 La prima traduzione italiana sarà quella di Pavese del 1942.

36 Attilio lo acquista a Salsomaggiore dove nel cap. XXVII, vv. 68-74, di CL ambienterà una vacanza marina e creerà una passeggiata della sorella di N. e l’acquisto di un altro libro della Lehmann, Polvere.

37 Si rimanda per la vicenda del romanzo a G. Palli Baroni, «La camera da letto»: autofiction o romanzo lirico? L’officina Bertolucci, in AA.VV., Sulla famiglia Bertolucci. Scritti per Attilio, Bernardo e Giuseppe, a cura di G. Coccia, M. Confuorto, F. Di Mattia, I. Martano, F. Santucci, premessa di N. Tonelli, Ensemble, Roma 2018, pp. 103-07.

38 Evelina Giovanardi si laurea il 31 ottobre 1936. Attilio il 14 novembre 1938.

39 La citazione è da C. Baudelaire, Les bijoux, v. 30.

40 Si rimanda per la storia degli interventi sul cinema ad A. Bertolucci, Riflessi da un paradiso. Scritti sul cinema, a cura di G. Palli Baroni, Moretti & Vitali, Bergamo 2009.

41 La lettera è il vivace resoconto di una giornata d’esame con un professore che sente di detestare: «Il suo tono voleva essere amichevole, ma era irritatissimo, mi faceva un piccolo predicozzo confidenziale sulla necessità che un poeta e un ragazzo come me ha di conoscere i Nibelunghi».

42 Viaggio fra gli antiquari è la quinta parte di RVB.

43 Si cita dal cap. XLI di CL, Dall’altro versante, vv. 68-70.

44 La poesia fu pubblicata in «Botteghe Oscure», I, 1948 e successivamente, nel 1951, in LC.

45 In A (ora in O, pp. 1022-25) si legge A Illiers con Marcel Proust.