IV.

“E allora? ”, domandò Marcantonio, ansioso, a Luigi, che aveva smesso d’armeggiare attorno all’armadietto.

“ Niente. Non si trova nient’altro. L’unico documento è quello che abbiamo già visto ”.

“ Io non m’arrendo ”, disse la Ridabella, che ora s’era messa lei a frugare e a palpeggiare l’interno del mobile.

“ Ma non c’è altro ”, fece Teresa in tono dolente. “ Perché ti ostini? ”.

“ Lo sai, Teresa, tante volte questi mobiletti hanno dei ripostigli segreti. Basta capitare per caso col dito dove c’è una molla nascosta, e, magari mentre uno non ci pensa nemmeno, si capovolge tutto un cassetto, si spalanca un piano ed appare un doppio fondo ignorato ”.

“ Lo so, lo so, ma tu hai sempre i libri polizieschi in mente e vedi dappertutto misteri e molle segrete. Ecco, lo vedi? Hai rotto una colonnina ”.

“ Credevo che fosse vuota internamente. Ti ricordi // documento trafugato? ”.

“ Quello non era nella colonnina, era dietro un pannello delle pareti, che nascondeva un vano segreto ”.

“ Per questo vorrei tastare anche i muri. Non si sa mai. Tante volte c’è un bottone nascosto che fa girare un pannello, e dietro si trova un nascondiglio di cui tutti ignoravano l’esistenza ”.

“ Lo so, lo so, ma queste cose si trovano quando uno non ci pensa. È inutile cercarle. E poi, qui non ci sono nascondigli segreti. E, se anche ce ne fossero centomila, che ci poteva mettere quel poveruomo? Il testamento è quello che abbiamo già visto, e non c’è altro ”.

“ Per conseguenza ”, interloquì Marcantonio, “ cos’ha lasciato? ”.

“ Ha lasciato detto che si dia la notizia ad esequie avvenute ”, disse Luigi.

“ E nient’altro? ”.

“ Che altro doveva dire? ”.

“ Dico: non ha lasciato altro? ”.

“ Nient’altro ”.

“ È un lascito veramente modesto ”.

“ C’è qualche piccolo legato insignificante ”.

“ Cioè? ”.

“ Saluti, raccomandazioni. Ci sono anche parole buone per te, saluti per tutti ”.

“ Grazie. Ma quattrini? ”.

“ Niente ”.

“ È stato proprio imprevidente a ridursi senza una lira ”.

“ Io direi che è stato invece molto previdente a spender tutto mentr’era ancora in vita ”.

“ Sì ”, disse Teresa, “ se fosse stato lui volontariamente a ridursi così. Ma ce l’hanno ridotto gli altri. Tutti hanno qualcosa da pretendere, nessuno da ”.

“ E i quattrini per il funerale? ”, domandò la signora Jone, riscotendosi dal suo torpore.

“ Quelli sono in una busta a parte ”, disse Teresa seccamente.

“ Meno male ”.

“ Ah, sì, povero marito mio. Non ha mai chiesto niente a nessuno. E non deve niente a nessuno, e nessuno ha mai fatto niente per lui ”.

“ Teresa ”, disse Luigi, “ chi è che fa qualche cosa per gli altri, a questo mondo? C’è qualcuno che ha fatto mai qualcosa per me? ”.

“ Per questo vuole che si dia la notizia ad esequie avvenute. E fa bene. Non vuole nessuno ”.

Suonarono le sette e mezzo, e nessuno parlò di far colazione. Suonarono le sette e tre quarti, e nessuno si mosse. Pareva una casa morta. Nel salotto tenuto in penembra, il silenzio era appena rotto, da una parte dai passi misurati del cognato Luigi, e dall’altra dal singhiozzare cheto di Teresa, da qualche sospiro della signora Jone, dal fruscio della signora Ridabella, che andava palpeggiando le pareti, e da certi inutili e flebili gemiti che il vecchio Marcantonio si ostinava ad emettere.

In cucina, l’uccellino nella gabbia taceva, più che mai pensieroso, immobile, con l’occhio àtono fisso nel vuoto, e il pesce rosso continuava a saettare rabbioso nel vaso di vetro, cercando qualcosa da mettere sotto il dente; entrambi dimenticati da tutti in casa.

Nei primi momenti dopo la morte d’una persona cara, v’hanno alcuni che, mentre intorno si cerca di trattenerli, usano abbandonarsi a manifestazioni di disperazione clamorosa, a base di grida strazianti, selvagge, le quali suonano anche protesta per quello che è avvenuto; e giungono a negar l’evidenza, urlando: “ No, ditemi che non è vero! ”. V’hanno altri che dicono press’a poco le stesse cose, ma in tono sommesso. E questi sono anche più compassionevoli. Teresa era di questi.

“ Piero ”, gemeva dolentemente e come estranea al mondo che la circondava. “ Piero! no. Non è vero. Ditemi che non è vero ”.

Marcantonio, con la sua aria di vecchio signore un po’ svanito, la quale corrispondeva perfettamente alla realtà, se ne stava in disparte, scotendo di quando in quando il capo in segno di protesta contro il destino, o contro qualcuno non identificabile.

“ Perché? ”, continuava la vedova nel suo tono elegiaco che faceva stringere il cuore. “ Piero! Perché? Te ne sei voluto andare ”.

Cosa assolutamente falsa, perché Piero avrebbe voluto restare.

“ Non far la bambina ”, le disse la madre. “ Se continui a piangere, tutti ti sentiranno, sapranno la notizia subito ”.

Quest’ultimo argomento parve sortire un certo effetto. Teresa tacque e rimase con lo sguardo fisso nel vuoto.

“ Bah ”, disse Luigi, interrompendo all’improvviso il suo va e vieni per la stanza e stropicciandosi le mani come avesse freddo, “ nella febbrile vita moderna non c’è molto tempo da dedicare alla commozione. C’è un mio amico che in questi casi va a visitare la famiglia del defunto, si commuove in fretta e se ne va. La vita ci reclama coi suoi doveri. La vita urge. Io mi sono già commosso ”.

Si volse al padre: “ Tu ti sei commosso? ”.

“ Mi sto ancora commovendo ”.

“ Non hai ancora finito? ”.

“ Vorrei commuovermi un altro po’ ”.

“ Io, purtroppo, non posso permettermi questi lussi. Debbo pensare alle cose pratiche, anche in relazione all’evento doloroso. La vita non consente soste. Un saluto a chi cade, e via. Angelica! ”.

“ Comandi ”.

Entrò la ragazzotta robusta, coi capelli arruffati, le guance arrossate dalle lagrime e l’espressione di pianto che le faceva arrivare la bocca alle orecchie.

Luigi la guardò offeso.

“ Perché piangi, tu? ”, domandò, risentito. “ Che c’entri? ”.

“ Perché è morto il signor Piero ”.

“ Sei molto gentile, ma ti dispensiamo da queste manifestazioni di solidarietà non richieste ”.

“ Luigi! ”, disse la signora Jone in tono di rimprovero.

“ Mamma, mi urta i nervi questa ragazza, coi suoi pianti ”.

“ Ma la poverina è affezionata ”.

“ Che affezionata, andiamo! È in questa casa da pochi giorni; figuriamoci che affetto ”.

“ Ma che fastidio ti da? ”.

“ Se la vedono piangere, tutti capiranno che Piero è morto. Come si fa a tener celata la notizia, se c’è una che va in giro con quel mascherone di fontana?

Capirei fosse una parente, o una di quelle donne di servizio che stanno da anni in una casa “.

“ Ma vedi, bisogna capire questa gente semplice. Per loro, un decesso senza lagrime, anche se di estraneo, sarebbe un nonsenso; una donna di servizio che non pianga in queste circostanze, e perfino un estraneo che si trovi per caso presente a un evento luttuoso altrui e non spanda lagrime, commetterebbero mancanze di riguardo. Per essi è, oltre tutto, una questione di buona educazione ”.

“ Ma bisogna farle capire che non è così, sradicarle questi vieti pregiudizi dalla mente, dirle che è dispensata dal piangere, che piuttosto cerchi di rendersi utile con le sue normali prestazioni d’ogni giorno, e che, soprattutto, ci farà un segnalato piacere se s’asterrà da manifestazioni di cordoglio. Siamo intesi? ”.

“ Sì ”, balbettò la domestica. “ Ih! ”.

E, spalancata la bocca fino alle orecchie, di nuovo si sciolse in lagrime.

“ E dagli! ”, sbuffò Luigi. “ Smettila di piangere e va giù dal portiere a pregarlo di salire un momento. Ma non dirgli che è morto il signor Piero, hai capito? ”.

“ Sì. Ih! ”.

 

“ Perché vuoi far salire il portiere? ”, domandòx Marcantonio con la sua vocina tremula, in falsetto, mentre Angelica usciva.

“ Per non far sapere a nessuno che è morto Piero ”.

“ Se cominci col dirlo al portiere, stiamo freschi. È come dirlo a tutti ”.

“ Non è così che s’occulta la presenza d’un cadavere ”, interloquì la Ridabella.

“ Signora, lo so ”, disse Luigi, brusco. “ Nei libri polizieschi s’usano altri sistemi. Magari si brucia il cadavere. Ma qui non siamo in un libro poliziesco. Qui siamo coi piedi sulla terra, e al portiere è necessario dirlo fin da ora. Tra l’altro, vedrà le esequie; quindi, almeno a lui, è impossibile farlo sapere a esequie avvenute. La sua complicità è necessaria, perché dobbiamo dirgli di non dir niente a nessuno, visto che verrà a saperlo in ogni caso. Vedrà arrivare il medico del comune, la cassa ”.

Tornò la domestica tutta in lagrime: “ Signore! ”.

“ E piange ”, esclamò Luigi. “ Vuoi finirla di piangere? Tu non c’entri ”.

“ È fedele, poverina, è affezionata ”, disse Marcantonio. “ È un commovente esempio di attaccamento ai padroni, molto raro, di questi tempi ”.

“ Ma che fedele! È rompiscatole. Che vuoi? ”.

“ Ih! ”.

“ Senti, smetti di piangere o ti prendo a schiaffi ”.

“ Per carità, piangerebbe peggio, se la percotessi. Piangerebbe anche per gli schiaffi ”.

“ Allora, se non smette di piangere, la faccio licenziare ”.

“ Per carità. Piangerebbe anche per il licenziamento. E andrebbe in giro raccontando a tutti il perché ”.

“ Cosicché, ormai dobbiamo subirla. Ci tiene in pugno ”.

“ Non possiamo licenziarla che ad esequie avvenute. Su, cara, asciugati gli occhi. Che volevi dirci? ”.

“ C’è Filippo ”.

“ Chi è Filippo? ”.

“ IL portiere ”.

“ Spiegati, figlia mia; te n’esci a dire: ”C’è Filippo“, manco dovessimo sapere tutti che il portiere si chiama Filippo ”.

“ Be’, non perdiamo tempo, fallo entrare ”.

“ Avanti, Filippo ”.

Entrò un vecchietto col berretto in mano.

“ Buongiorno ”.

“ Buongiorno. Sentite, Filippo, il signor Piero, purtroppo, ci ha lasciati ”.

Il portiere restava impassibile.

“ Forse è sordo ”, disse Marcantonio.

Strillò: “ È morto! ”.

Il portiere continuava ad essere impassibile.

“ È morto! ”, strillò Luigi anche più forte.

“ Se strilli così, ti sentiranno tutti ”, disse Marcantonio.

“ Tutti, meno che lui ”, fece Luigi.

Scrisse su un pezzo di carta: // signor Piero è morto, e lo mise sotto gli occhi del portiere, il quale rimase impassibile.

“ Forse non sa leggere ”, mormorò sgomento.

E ricominciò ad urlare: \

“ IL signor Piero… ”. 1

“ Ho capito, ho capito ”, fece il portiere, serafico. “ Avevo capito fin da prima. Vedono, loro hanno fatto due ipotesi: che io sia sordo e che non sappia leggere. Ma hanno dimenticato che ce n’è una terza: che la cosa non mi faccia né caldo né freddo. Non voglio dire che la morte del signor Piero mi faccia piacere. Ma ne ho viste tante. E tutti dovremo morire. Sa quanti inquilini ho in questo palazzo? Duecento. Starei fresco se dovessi commuovermi ogni volta che ne muore uno. Oggi ne muore uno, domani ne nasce un altro. Tutto quello che posso fare è andar a chiudere mezzo portone in segno di lutto. Vado a farlo ”.

“ No. Non dovete chiudere proprio niente. Vi abbiamo chiamato per questo. Il signor Piero ha lasciato detto che si dia la notizia ad esequie avvenute. Perciò, nessun segno esteriore, mi raccomando; e non dite niente a nessuno ”.

Visto che il portiere restava ancora impassibile, Marcantonio scrisse quello che Luigi aveva detto e lo mise sotto gli occhi del brav’uomo.

“ Ma perché scrive? ”, disse questi. “ Avevo capito già. Che vuole che faccia? Non vuole che si sappia, e io non lo dico a nessuno, né chiudo mezzo portone, benché mi dispiaccia, glielo dico francamente. Per il povero signor Piero l’avrei chiuso volentieri. Non già che mi faccia piacere che sia morto, ripeto, ma, dato che è morto, questo riguardo glielo avrei usato con piacere. Non so, avere un morto nel casamento, col portone aperto, mi fa un certo effetto. Comunque, non discuto. Ma si vedrà il funerale ”.

“ Si vedrà il funerale, ma prima non si deve sapere. Mi raccomando a voi ”.

“ Per conto mio, stia tranquillo. Buongiorno ”.

Il portiere s’avviò scotendo il capo e ripetendo: “ Povero signor Piero, mi dispiace di non chiudergli mezzo portone ”.

“ Non dovete dirlo ”.

“ Già. Scusate ”.

Ormai c’era in casa un gran silenzio. Da tempo le donne s’erano ritirate nella stanza da pranzo. Si sentiva soltanto il tic tac dell’orologio a pendolo. L’uccellino nella gabbia continuava a pensare, con l’occhio sbarrato nel vuoto, e il pesce rosso a guizzare rabbioso.

Il vecchio Marcantonio era rimasto immobile, in piedi in mezzo al salotto, con le mani dietro alla schiena e lo sguardo fisso in un punto del pavimento. Lo riscosse la voce del figlio: “ Chi sa se è il caso d’avvertire i parenti? Dar la notizia ad esequie avvenute, sta bene. Ma ai fratelli, alle sorelle, bisogna comunicarla subito. Senza dubbio vorranno venire alle esequie ”.

“ Ma allora chi è che non deve sapere che Piero è morto? ”.

“ Gli amici, i conoscenti, gli estranei, insomma. Ma i parenti stretti sarebbe doveroso informarli ”.

“ No ”, disse Teresa, affacciandosi. “ Piero ha parlato chiaro: la notizia ad esequie avvenute. Nessuna eccezione. Non vuole nessuno ”.

“ E va bene. Allora non c’è che avvertire le pompe funebri ”.

“ Anche le pompe funebri? ”, esclamò Marcantonio, allarmato.

“ Caro, anche queste è certo che non si possono avvertire ad esequie avvenute, visto che proprio esse dovranno farle ”.

“ Figuriamoci. Sono in rapporto con fiorai, marmisti, agenzie di pubblicità. Sono organizzazioni tentacolari. Un minuto dopo la nostra telefonata, lo sapranno tutti e piomberanno tutti qui come le cavallette ”.

“ Per questo è necessario telefonare subito, avvertendoli di non far sapere niente ad altri ”.

“ Ho paura che, per non far sapere niente a nessuno, finiremo col dirlo a tutti ”.

“ Ma questa gente bisogna chiamarla, purtroppo ”.

“ Almeno, non dir subito che è per un defunto ”.

“ No, gli dirò di venire per una festa da ballo ”.

“ Come? ”.

“ È chiaro che quelli delle pompe funebri si chiamano in occasione d’un lutto, no? Hai mai visto qualcuno delle pompe funebri in altre circostanze? ”.

“ Potresti dire che si tratta d’un moribondo, il quale, in vista del proprio eventuale decesso, vorrebbe prendere accordi circa il trasporto funebre per non esser colto alla sprovvista ”.

“ Ma fammi il piacere! ”.

Luigi sfogliava l’elenco del telefono mormorando: “ Pompe, pompe, pompe ”.

“ Ecco qua ”, disse. “ Ce n’è per tutti i gusti. Non abbiamo che l’imbarazzo della scelta. Sbandierano i propri meriti, cercano d’attrarre con lusinghe, e fra loro si fanno una concorrenza spieiata ”.

“ Questa mi pare buona ”, disse Marcantonio. “Dice: Servizi inappuntabili, massima precisione”.

“ Vale a dire, immagino, che non spediscono all’altro mondo un vivo invece d’un morto ”.

“ Aspetta, però, ce n’è un’altra anche migliore. Dice: Trasporti celerissimi in tutta Europa ”.

“ C’è da farsi scarrozzare per mezzo mondo. In un feretro, beninteso. Ma, scusa, perché dovremmo volere un trasporto celerissimo per tutta Europa? ”.

“ Quest’altro ha anche il numero per le chiamate di notte ”.

“ Per il caso che ci si voglia sbarazzare immediatamente d’uno che muore di notte, forse ”.

“ Eh, già. Rapidità, rapidità, tutti vantano la rapidità dei propri servizi. Siamo nell’epoca della velocità anche coi morti ”.

“ È che, di solito, chi li chiama vuoi venirne fuori al più presto. Be’, quale preferisci? Il turistico, o il notturno? ”.

“ Per conto mio, non ho preferenze. Non sono io il morto ”.

“ Che ragionamenti I ”.

Luigi aveva formato un numero al telefono.

“ Pronto, pompe funebri? Eh, che modi! Scusi, ho sbagliato numero. Non c’è bisogno di rispondere così. Maleducato, villano, screanzato. A lei. E presto ”.

Riagganciò.

“ Che gente! ”.

Formò nuovamente il numero, badando di non sbagliare.

“ Impresa… pompe… Senta, le telefono per un evento doloroso… Come?… Ah, immagina. Immagino… No. Immagino che immagina. A loro si telefona sempre per casi del genere. Grazie, grazie… L’indirizzo? Un momento. Volevo dirle, prima, che il defunto desidera, cioè desiderava, insomma vuole che si dia la notizia ad esequie avvenute, quindi occorre far le cose con la massima discrezione e riservatezza… Come?… Ah, certo, deve venire per le misure, naturalmente. Ma vorremmo che non ci mandasse in casa altra gente, come fiorai, eccetera; che non desse la notizia a nessun altro, insomma… Ho capito, ho capito, hanno una speciale organizzazione per questi casi. Tanto meglio. Va bene, ci mandi pure l’impiegato ad hoc ”.

Luigi dette l’indirizzo.

“ Viene subito?… Benissimo, grazie. Mi raccomando la riservatezza, anche arrivando qui. Non dica niente ad estranei. Come pure… Pronto?… Pronto?… Ha tolto la comunicazione. Pronto?,.. Pronto?… ”.

“ C’è quello delle pompe funebri ”, disse la domestica, entrando.

“ E c’è bisogno di dirlo piangendo? ”, esclamò Marcantonio, vedendola tutta in lagrime. “ Non è venuto per te, cara, non hai ragione d’allarmarti. Guarda, devi dirlo così, con faccia radiosa e con un bel sorriso: ”C’è quello delle pompe funebri“. Al che noi ti rispondiamo con un bel sorriso: ”Che sia il benvenuto“ ”.

“ Ha fatto presto davvero ”, mormorò Luigi, riagganciando il telefono. “ Fallo passare ”.