Capitolo 90

Dawson mise giù la cornetta e scoccò un sorriso alla collega. «A quanto pare ho scovato una pista importante, alla fine».

«Be’, immagino che prima o poi dovesse capitare…».

«Ehi, niente malumori solo perché ho fatto una buona impressione al capo, Stacey!».

Stacey lo ignorò e continuò a lavorare.

Sì, forse ora toccava a lui essere il pupillo del capo.

Dawson non perse tempo e fece una ricerca su Google a partire dai termini “sei penny” e “filastrocca”.

Il primo risultato riportava il titolo Canta una canzone da sei soldi.

Canta una canzone da sei soldi,

un sacco di segale pieno,

ventiquattro ragazzacci

di una torta sono il ripieno.

La versione successiva, che risaliva al 1780, aveva due strofe e i ragazzacci erano stati sostituiti da dei merli.

Continuò a leggere, alla ricerca di un significato oscuro nascosto dietro alla storiella, e apprese che in una particolare versione, che contava quattro strofe, compariva una gazza ladra che attaccava una sventurata fanciulla.

Altre riscritture, con finali più lieti, iniziarono a circolare a partire dalla metà del XIX secolo.

Della filastrocca venivano date diverse interpretazioni; nel XVI secolo, tra l’altro, la gente si divertiva davvero a mettere gli uccelli vivi dentro alle torte.

Alcuni studiosi avevano dato una lettura storica del testo o si erano soffermati sui simboli del folklore. Altri avevano sostenuto che i merli rappresentassero i monaci.

Nessuna di quelle teorie lo illuminò su un possibile collegamento tra la filastrocca e la vittima.

Tornò a concentrarsi sulla prima versione, alla ricerca di un appiglio, di una conferma che dimostrasse al capo che non si era sbagliato.

Rifletté sui ventiquattro ragazzacci. Forse l’assassino chiamava Lockwood “ragazzaccio”?

Allungò il braccio per afferrare la cornetta, chiamare il capo e dirle che aveva trovato un indizio a conferma della sua teoria, ma la sua mano si bloccò a mezz’aria.

Fino a quel momento, l’assassino aveva alluso alle cupe vicende che si celavano dietro ai testi più che alle precise parole di cui erano composti.

Nonostante l’entusiasmo, e nonostante volesse a tutti i costi dimostrare di avere ragione, il suo istinto gli diceva che quella era un’interpretazione forzata.

Il collegamento non era lì, ne era certo.

Ritrasse la mano e ricominciò a cercare.