Capitolo 92
Mi allontano in auto dal centro, con il sorriso stampato sulla faccia; nessuno mi vede. Alcune persone stanno tentando di ostacolarmi, non capisco perché. Ma ormai la mia auto è lontana, non mi troveranno mai in tempo.
So che hanno trovato la mia ultima vittima; quello spregevole, obeso figuro che rispondeva al nome di Charles Lockwood.
Un uomo disonesto, corrotto; un venduto. Mentiva al suo pubblico per riempirsi le tasche di soldi, e questa non era neanche la cosa peggiore che faceva. Wendy mi ha raccontato tutto. Mi ha raccontato che aveva abusato di Sasha proprio sotto al suo naso. Fortunatamente le ho creduto, altrimenti avrei dovuto aggiungere anche lei alla lista. La sua voce, il lieve tremito della mano, i suoi occhi rivolti al cielo quando aveva bisbigliato: «Che Dio mi perdoni». Era ignara di ciò che quel bastardo stava facendo a sua figlia. Lascerò che viva, portandosi dietro il peso della colpa.
Uccidere Lockwood mi ha restituito energia, mi ha ridato entusiasmo dopo la delusione di Hayley. Quell’uomo ha dimostrato di essere davvero il bastardo vuoto e immorale che immaginavo.
«Prendi tutto quello che ho», mi ha detto, quando ha capito che facevo sul serio. Si è sforzato di alzarsi dalla poltrona, senza sapere che non ne avrebbe avuto il tempo.
Gli ho detto che non volevo soldi o altro, ammesso che ne avesse. Volevo solamente una cosa da lui, e quando gli ho spiegato perché mi trovavo a casa sua ha iniziato ad avere paura. Avrebbe voluto tirare avanti la sua esistenza penosa, senza famiglia né amici. Aveva paura di morire. Aveva gli occhi lucidi: mi ha donato ristoro, facendomi sentire come un’auto che riesce ad arrivare alla pompa di benzina borbottando, con l’ultima goccia di carburante.
Confido nel fatto che le persone che mi danno la caccia capiscano che la morte di Lockwood era necessaria, dopo quello che aveva fatto.
Mi chiedo se abbiano trovato il mio indizio, e sorrido ancora di più. Non capiscono che al mondo non esiste l’innocenza e che anche un’ingenua filastrocca nasconde un lato tenebroso? Io l’ho imparato tanti anni fa.
Non importa, non conoscono la mia meta. È bastato un rapido scambio di battute, oggi, per individuare la prossima vittima. Dieci minuti di ricerche su Google, e adesso ho un piano. Ho sete di paura; dopo averla assaporata con Lockwood, adesso non posso più stare senza. Sono come un vampiro dopo che ha assaggiato il sangue.
La voglia di rifarlo è proporzionale alla soddisfazione. La smania che sento è paragonabile a una dipendenza: il fatto che la vita di quei pedofili sia nelle mie mani mi inebria, mi riempie di euforia, e poi non fa male a nessuno.
Stanotte un altro molestatore morirà. Mi rimane un’ultima cosa da fare.
È ora di andare a comprare una mela.