INTRODUZIONE ALLA MISSION IMPOSSIBLE
Siamo un’impossibilità in un universo impossibile.
—Ray Bradbury
Potrei scrivere un libro intero sulla definizione di “digitale”. Potrei formulare, definire e argomentare, creare strutture per sottolineare i vari aspetti, sfaccettature, categorie, denominazioni, ma non vedo cosa potrei aggiungere.
Il problema che la maggiore parte dei manager, leader e team sta affrontando non è capire cosa sia il digitale, né comprendere che il loro business deve evolvere, ma “come farlo”.
Cosa tu e la tua azienda dovete fare diversamente? Se ti stai ponendo queste domande, sei nel posto giusto. A dispetto del titolo di questo capitolo, non è una “mission impossible”, anche se lo sembra.
idea 16: Essere digitali non è qualcosa che riguarda il cambiamento e il miglioramento della tua azienda, riguarda anche te. Essere digitali significa essere veloci e agili coi clienti, ma è anche il modo in cui si lavora e collabora in azienda. Per portare un cambiamento duraturo, valuta con attenzione le consuetudini con cui i tuoi team gestiscono i progetti.
APRITI AL CAMBIAMENTO
Segreto 1. Competi in maniera diversa
Si dice che le uniche persone a cui piace cambiare siano i bambini, ma la voglia di cambiare è quello che distingue gli innovatori da chi arriva dopo, gli imprenditori dai burocrati, i “digital winner” dai “digital loser”. I professionisti, i team e le aziende che imparano ad amare il cambiamento, che sono assuefatti al ridiscutere tutti gli status quo, sono digital winner. Devi spremere ogni singola goccia di competenza, ogni singolo giorno, sino a far diventare grande la tua azienda, poi lava, risciacqua e ripeti.
Perché? Perché il digitale non è la tecnologia o i social network. Il digitale è competere in maniera diversa, offrendo nuove customer experience, con un approccio snello al business, con nuovi modelli di business che sono resi possibili dalla convergenza di un’ampia gamma di tecnologie e di competenze informatiche: cloud computing, collaborazione tramite social e mobile, intelligenza artificiale e analisi predittiva. Ripeto, il digitale non è la tecnologia, è competere in maniera differente.
Segreto 2. Questa volta, è personale
Quello che spesso le persone non capiscono è che la trasformazione digitale non è solo una svolta organizzativa, ma richiede un cambiamento personale. Come diceva Gandhi, devi essere il cambiamento che vedi nel mondo: non puoi trasformare l’azienda se non sei in grado di cambiare le tue abitudini.
La trasformazione digitale è quell’insieme di cambiamenti aziendali e personali necessario a far crescere un business o un professionista nell’era digitale, è guardare a nuovi orizzonti, nuove filosofie di management, nuove tecniche, a livello sia aziendale sia personale. I cambiamenti necessari a livello personale sono incapsulati in tante delle idee di questo libro: essere un builder, scrivere storie, identificare metriche, ricercare le cause dei problemi e innovare risolvendoli. Per quanto non possa fare tutto da solo, è meglio che tu li affronti come se fossero sotto la tua responsabilità diretta, o lavorandoci direttamente, piuttosto che delegare tutto.
Segreto 3. La velocità conta
Sulla carta, è facile. Il digitale è veloce e agile, la velocità porta all’efficienza, l’agilità è la capacità di cambiare. Per averla vinta nel digitale, devi fare tutto più velocemente e in maniera più snella.
Questo include sia ciò che offri ai tuoi clienti, sia come ti approcci al lavoro. Sia in azienda sia fuori, devi produrre e ottenere risultati in minor tempo, devi essere in grado di adattarti, di reagire più elasticamente e più velocemente, di migliorare i tuoi processi tanto quanto la customer experience.
RENDILO PIÙ FACILE
Essere digitali significa competere in maniera diversa. Come ci riescono le aziende innovative? Il trucco sta nel rendere le cose semplici, dove per “più semplice” intendo con un fattore 10 a 100. Forse il vero valore di Amazon è quello di far risparmiare tempo ai suoi utenti. I clienti risparmiano tempo non andando in negozio, i merchant risparmiano tempo evitando di fare marketing o branding per avere visibilità, i responsabili della logistica risparmiano tempo sfruttando i centri di smistamento di Amazon per spedire gli ordini. “Semplice” significa anche dare più informazioni ai clienti, più insight, un confronto faccia a faccia con l’azienda.
Pensiamo al cloud, una tecnologia dirompente che ha stravolto le industrie dell’hardware e del software. Prima di tutto, paghi solo per quello che usi. Il cloud computing sposta l’investimento dalle spese di capitale a quelle operative.
In secondo luogo, il cloud computing elimina i cicli di acquisto, installazione e configurazione, offrendo una scalabilità immediata. L’elasticità nel poter scalare facilmente verso l’alto e verso il basso permette alle aziende di risparmiare risorse, tempi e costi. Un tempo la capacità di scalare era quello che avvantaggiava le aziende dominanti, ma ora non più: piattaforme come Amazon Mechanical Turk o WeWork consentono a piccoli team di avere a disposizione forza lavoro immediatamente e in maniera scalabile. Quando mi occupavo di due progetti contemporaneamente in Amazon, ciò che più ammiravo era il fatto che ogni funzione dovesse essere progettata per migliorare e scalare. Non tutti i progetti sono stati finanziati, ma ogni leader ha avuto un piano e l’opportunità di esporlo per ottenere risorse e finanziamenti.
Per concludere, il cloud computing astrae la complessità e rende la gestione dell’infrastruttura più semplice di qualche ordine di grandezza rispetto all’averne una in casa. Semplice, come ho detto.
La competizione nel digitale si basa sulla scelta e la convenienza per il cliente, dandogli la possibilità di scegliere quando e come vuole fare affari con te. Si tratta di eliminare tutti quei passaggi che non aggiungono valore, non tagliano costi, non migliorano la qualità o non fanno risparmiare tempo. Per fare un esempio, aziende di “fast fashion” come H&M hanno ridotto il tempo che passa dall’ideazione alla produzione a sei settimane. Tutto ruota attorno all’essere accessibili e trasparenti coi tuoi clienti. Travelocity ha stravolto il settore delle agenzie di viaggio e il modo di viaggiare grazie a una killer feature: rendere visibili all’utente tutte le opzioni e i relativi costi.
“Oggi la tecnologia sta creando nuovi modelli di business. Uber, la più grande azienda di noleggio con conducente, non possiede alcun veicolo. Facebook, la più grande azienda produttrice di contenuti, non ne sviluppa nemmeno uno. Alibaba, il retailer più grande al mondo, non ha un inventario. Airbnb, la più grande azienda alberghiera, non possiede hotel”, ha dichiarato Terry Jones, fondatore di Travelocity e Kayak. “Queste aziende sono incredibilmente semplici. C’è un detto nella Silicon Valley: primo passo, installa il software. Non c’è un secondo passo. Ecco come dovrebbe essere”.1
SCOVA E ASSUMI I TALENTI DIGITALI
Nello sport si dice che non puoi insegnare a essere veloci: se non sei nato veloce, non lo sarai mai. La tecnica e l’allenamento possono portare a miglioramenti, aumentare quella velocità, ma non c’è nulla che possa rendere veloce un atleta lento. Fortunatamente, nel business non è così. Si può insegnare a essere veloci, ma ci vogliono i giusti maestri.
Trovare manager con l’istinto e l’attenzione al dettaglio necessari per innovare e per mettere in atto un efficace processo di trasformazione digitale è difficile, richiede un insieme magico di competenze. Perché? Le aziende ormai stabili hanno risolto i problemi dei loro clienti e ora misurano il successo in base al profitto, che implica una maggiore attenzione all’efficienza operativa. Il risultato è che l’innovazione viene sacrificata.
“Queste pratiche e politiche permettono ai dirigenti di garantire risultati significativi e di tenere a bada gli azionisti, ma tendono a limitare l’innovazione e la capacità di scalare anche quando potrebbero essere raggiungibili”, ha scritto Maxwell Wessel, ricercatore per l’innovazione, su Harvard Business Review. “Non c’è una sola azienda che sia stata in grado di crescere esponenzialmente chiedendosi ‘Come possiamo continuare a fare quello che facciamo un po’ meglio e in modo un po’ più economico?’”2
In altri termini, chiedere alle stesse persone che mandano avanti il business di innovare porterà al fallimento. Le due cose che un leader deve fare (che si tratti del CEO o di un manager di media seniority) sono comunicare la vision e allocare le risorse. Affinché le imprese possano eccellere nell’esecuzione e innovare sistematicamente, i leader devono creare un ambiente che permetta di far crescere i semi piantati, muovendosi velocemente e compiendo subito gli errori necessari.
“Entrambe [Amazon Retail e AWS]”, ha spiegato Bezos, “sono state piantate come se fossero dei piccoli semi ed entrambe sono cresciute in maniera organica… una è famosa per i pacchetti, l’altra per le API… guardando sotto la superficie, non sono così diverse. Condividono una cultura organizzativa che le distingue e che agisce con decisione basandosi su un piccolo numero di principi”. Questi principi individuati dai manager hanno creato una solida base per una cultura dell’anticipo dell’errore e hanno garantito il successo delle varie linee di business di Amazon.
Il segreto per innovare, in Amazon o nella tua azienda, sta nel creare una struttura che permetta di sperimentare e sbagliare. Secondo Bezos, “Hai bisogno di gente che tende a essere insoddisfatta dalla maggior parte delle procedure attuali. Man mano che vanno avanti a lavorare, noteranno quelle piccole cose che non funzionano e le vorranno sistemare. Gli inventori sono persone mai contente… devi voler abbracciare il fallimento: ok, ci ho provato e non ha funzionato, proviamo qualcosa di diverso. Tutti i più importanti successi di Amazon sono partiti così: fallisci, ritenta e ripeti”.3
Rischiando di ipersemplificare, se il digitale è definito come essere veloci, allora la trasformazione digitale può essere descritta come ciò che rende veloci te stesso e la tua organizzazione.
DOMANDE DA PORSI
1. Qual è la definizione di digitale nella tua azienda?
2. Puoi misurare e tener traccia dei tuoi progressi nel cammino di trasformazione digitale?
3. Quali complessità dovresti semplificare?