Capitolo 8
Ryan
«Basta parlare di me», dico a Samantha, appoggiando il mio bicchiere di nuovo pieno sul bancone. «Sentiamo il tuo “breve quadro generale” ora».
Lei beve un sorso del suo cocktail, lo posa e sospira. «Ho ventisette anni. Sono della Vergine e, anche se ignoro completamente l’astrologia, so per certo che quelli della Vergine sono tipi da sballo – be’, se ritieni le persone gentili, perfezioniste, instancabili, affidabili e razionali da sballo».
«È la lista dei tratti dei Vergine?».
Annuisce. «Noi della Vergine siamo dei veri festaioli, eh?»
«Mah, i festaioli sono sopravvalutati. Personalmente, preferisco quelli che sono gentili, instancabili e affidabili».
Mi rivolge un ampio sorriso.
«Tutte le caratteristiche della Vergine ti rispecchiano?», domando.
«Mi calzano a pennello. Sono molto razionale, come ho detto. Sono organizzata; una perfezionista. Mi piace avere i fatti alla mano e analizzare tutto con calma prima di prendere decisioni importanti. Vergine, Vergine, Vergine, fino al midollo».
«Anche io sono del Toro in tutto e per tutto: testardo, indipendente, materialista, ambizioso, affidabile e, in particolare, sensuale – un vero dio del sesso».
«Ed eccoci tornati al tuo piano».
«E alle mie abilità tra le lenzuola».
«Terribilmente geniale da parte tua infilare qui la parte del “dio del sesso”. Bravo».
«Non ho infilato proprio nulla. È una questione astrologica: gli uomini del Toro sono i migliori amanti. Cercalo, è scritto nelle stelle, dolcezza».
«Okay, lo faccio subito». Tira fuori il telefono e apre un motore di ricerca. «Ma chi l’avrebbe mai detto», esclama dopo un po’ con gli occhi incollati allo schermo. «Gli uomini del Toro sono straordinari a letto!».
«Come ti ho annunciato: è già scritto».
Lei spalanca gli occhi. «Tutta questa roba ti descrive accuratamente?»
«Non so. Fa’ vedere». Mi porge il telefono e io leggo il trafiletto: “Il maschio del Toro ama il sesso (vero); fa tutto con calma in camera da letto perché per lui il viaggio vale quanto la destinazione (amen); ha una durata da record olimpico (già); e, soprattutto, è molto dedito a soddisfare il partner (verissimo!)”. «Questo articolo potrebbe essere stato scritto proprio per me», commento, restituendole il telefono.
Samantha alza un sopracciglio ma non parla.
«Cosa dice quel sito sulla sessualità delle donne Vergine?», domando.
Lei cerca, legge qualcosa sullo schermo e, dieci secondi dopo, sul suo viso compare un’espressione adorabile che definirei “orgoglio imbarazzato”».
«Dalla tua faccia, immagino sia tutto molto accurato, no?», commento.
Annuisce. «Sì, è tutto vero».
Samantha mi porge il cellulare e io leggo a voce alta: «Le donne Vergine hanno pulsioni sessuali forti e avventurose e sono pronte a tutto, con il partner giusto. Ma, data la loro natura cauta e le inclinazioni perfezioniste, le donne del segno della Vergine sono molto selettive riguardo il loro compagno e di solito per nulla promiscue. Infatti, preferiscono astenersi totalmente dal sesso, a volte anche per molto tempo, piuttosto che andare a letto con qualcuno il quale, secondo loro, non corrisponde completamente agli standard». Le restituisco il telefono e il mio battito accelera. «Sembra che avere il “via libera” da una donna del tuo segno sia come vincere alla lotteria. Devo stampare quell’articolo e appendermelo in casa seguito dall’hashtag “life goals”».
Samantha sorride. «Non sono così perfezionista come dice l’oroscopo». Mi rivolge un sorriso malizioso. «Ma quasi».
Un fremito mi percorre il corpo. Così la mia piccola Vergine ha aspettato per nove mesi un ragazzo degno di lei? E quando finalmente lo troverà sarà “pronta a tutto”?
«Dimmi di più del tuo “quadro generale”», dico, mentre il mio uccello si sveglia. «Ci siamo fatti distrarre dalle nostre inclinazioni sessuali dettate dai segni zodiacali». Guardo le curve mozzafiato di Samantha. «O almeno, io mi sono fatto distrarre».
I suoi occhi mi squadrano per un po’ dalla testa ai piedi. «Sono distratta quanto te, te lo assicuro».
Cazzo, quanto la voglio. «Dunque, dimmi del tuo Power Point. Non vedo l’ora di sapere tutto di te».
«Sai già tutto. Bisognerebbe aggiungere, ma l’ho già detto (vale la pena ripeterlo), che il mio cuore apparterrà sempre al River Plate. Viva la banda».
«Sei nata in Argentina?»
«No, Los Angeles. Ma crescendo ho passato le estati in Argentina, dalla famiglia di mio padre. Estate per me, per loro inverno».
«E tua mamma è americana?».
Annuisce. «Di Los Angeles. Mio papà si è trasferito a Hollywood per aprire una scuola di ballo: era un campione di tango in Argentina. I miei genitori si sono incontrati così. Pensa che mia mamma e il suo fidanzato di allora prendevano lezioni da mio papà poco prima di doversi sposare».
«Ops, sembra che tuo padre abbia insegnato al fidanzato di tua madre come uscire di scena ballando il cha cha cha.
«Esatto».
Rido. «Cavolo, è proprio meschino».
Lei arrossisce. «Secondo mio papà l’ex-fidanzato di mamma non era altro che un “piccolo inconveniente” tra lui e quello “che gli spettava di diritto”».
Mi sporgo in avanti, con il bisogno irrefrenabile di baciarla. «Tu assomigli a tuo padre?»
«Siamo identici».
«Allora non c’è da stupirsi che tua mamma abbia lasciato il fidanzato immediatamente dopo aver incontrato tuo padre. È nella natura umana, dopotutto». Appoggio le dita sul braccio di Samantha e il solo contatto mi fa venire la pelle d’oca in tutto il corpo.
I nostri occhi rimangono incollati per un interminabile istante bollente.
Lei si schiarisce la voce e beve un sorso del drink – un gesto che mi fa spostare la mano dal suo braccio al bancone.
Sta’ calmo, Ryan. Ti sta comunicando di non affrettare le cose.
«I tuoi sono ancora sposati?», chiedo.
«Sì», risponde. «Da trentacinque anni».
«E sono ancora innamorati?».
Arrossisce di nuovo. Annuisce. «Papà dice che mia mamma “fa impallidire le stelle”».
«Mi piace. Non ho mai sentito quest’espressione».
«E i tuoi genitori? Ancora sposati?».
Perché diavolo sembra che il cuore mi stia esplodendo nel petto così di punto in bianco? «Sì. E anche mio padre pensa che mia mamma faccia “impallidire le stelle”. Lo pensa tutta la mia famiglia. È una donna incredibile». Deglutisco a fatica. Oh, Dio, davvero non capisco perché il cuore mi batte così forte. Guardo la sua mano appoggiata al bancone e non solo mi viene voglia di toccarla ancora, ma di stringerla nella mia. Mi trattengo, certo che mi respingerebbe. Non mi sembra una che me la darà senza pensarci.
«Allora, ho ottenuto il lavoro, signore?», chiede scherzosa, riprendendo in mano il bicchiere.
«Non ancora», rispondo. «Mi serve qualche altra informazione». Metto il gomito sul bancone e le rivolgo un sorriso sensuale. «Perché diavolo non sei stata baciata in nove mesi? Per me è incomprensibile».
Alza gli occhi al cielo. «Oh, Dio, io la ammazzo Charlotte».
«Immagino ci provino con te ogni giorno, soprattutto con il lavoro che fai. Hai qualcosa contro i baci?»
«Certo che no. Mi piacciono molto. Mi sono solo presa una pausa come si fa a volte dopo la fine di una relazione, quei momenti in cui non si ha molta voglia di rimorchiare o di scorrere profili su Tinder».
«In altre parole, una della Vergine».
«Esatto».
«Ma perché nemmeno un bacio? Non sei stata, che so, a un appuntamento?».
Lei scuote la testa.
«Wow. E non ti è mancato il contatto fisico?»
«Sì, ovviamente sì. Molto. Ma, sai, ormai ci sono i sostituti meccanici dei fidanzati».
«Dolcezza, nessun sostituto sarà mai come l’originale».
Arrossisce. «Vero».
Mi sporgo in avanti. «Non ti sentire in imbarazzo a parlare con me. Svelare i nostri lati vulnerabili è l’unico modo per raggiungere la vera intimità».
Mi sembra molto stupita. «“Vera intimità”? Non mi aspettavo di sentirlo da un ragazzo tutto tatuato in un locale del genere».
«Be’, mica ci vivo in questo posto. A volte mi capita anche di camminare. Andare al lavoro. Andare in palestra».
«Dài, hai capito».
«Sì».
Appoggia il palmo della mano sul mio braccio e il mio arnese sussulta a quel tocco inaspettato.
«Desideri la “vera intimità”, Ryan?»
«Assolutamente sì», rispondo senza esitare. «Ho chiuso con le stronzate. Non ne ho più voglia». Guardo i suoi occhi scuri. «Se devo essere del tutto onesto, sto cercando qualcosa di vero. Ma non l’ho ancora trovato».
I suoi occhi si incendiano. «Cerco la stessa cosa».
Ci fissiamo per parecchio tempo, l’atmosfera tra noi è bollente e il mio uccello è sull’attenti. Voglio questa donna.
«Per favore, dimmi cosa è successo nella tua ultima relazione da farti stare per così tanto fuori dai giochi», dico. «Vorrei saperlo per non commettere gli stessi errori di quel cretino».
Lei alza le spalle. «È imbarazzante».
«Mmm… Molto imbarazzante o solo un po’?».
Lei si morde le labbra pensierosa. «Un po’».
«Okay, niente di che allora. Puoi raccontarmi questa storia ora e altre cose “molto imbarazzanti” quando andremo a cena».
Un sorriso radioso le illumina il volto. «Quando mi porti a cena?»
«Il prima possibile. Domani sera?»
«Fantastico».
Sorrido felice. «Ti piace la carne? O il sushi? Un ristorante italiano? Indiano?»
«Sorprendimi. Non sono mai stata a un appuntamento a Seattle. Sono alla tua mercé».
«Ti porterò nel mio posto preferito. E, dopo cena, ti farò fare un giro per la città – solo nei posti belli però – e, dopo ancora, andremo in una piccola pasticceria che fa i migliori cupcake di tutta Seattle. Ti faranno impazzire».
«Grazie. Wow. Sembra bellissimo».
Per un momento interminabile continuiamo a guardarci senza smettere di sorridere, lanciandoci scintille di desiderio come se i nostri corpi si sfregassero affannosamente l’uno con l’altro. Maledizione, sembra che il cuore mi stia per scoppiare. Voglio questa donna. «Credo che dovremmo bere qualcosa, no?», propongo. «Per festeggiare».
«Cazzo, sono d’accordo», risponde facendomi ridere. «Cosa festeggiamo?».
L’inizio di qualcosa di vero, penso. Ma, ovviamente, non è quello che dico. «Quanto sia divertente uscire e incontrare gente nuova», rispondo.
Ride. «Perfetto».
Faccio un gesto al barman. «Tim? Due shottini di tequila, per favore. Questa bellissima donna e io dobbiamo festeggiare».