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Un circo di opportunismi
La sala del Consiglio mondiale era un ampio spazio circolare al centro dell’occhio di Endura. La si poteva raggiungere solo attraverso uno dei tre ponti elegantemente incurvati verso l’interno che collegavano l’isola. Si poteva quasi dire che fosse un’arena, ma senza gradini per gli spettatori. Le Grandi Falci preferivano non avere un pubblico per i loro convegni. La sala si riempiva solo al Conclave mondiale, quando i rappresentanti arrivavano da tutte le regioni della Terra. Per la maggior parte del tempo, era occupata soltanto dalle Grandi Falci, dai collaboratori più prossimi e dalle falci intimidite ma abbastanza audaci da chiedere udienza.
Al centro del pavimento in marmo pallido, brillava il simbolo intarsiato in oro della Compagnia. Lungo il perimetro, in posizione rialzata, erano disposti sette scranni equidistanti, simili a troni. Non venivano chiamati così, ma Seggi della Riflessione, perché raramente la Compagnia chiamava le cose con il loro nome. Ognuno era scolpito in una pietra diversa, per onorare i continenti rappresentati da ciascuna Grande Falce. Il Seggio della Riflessione della PanAsia era di giada; quello della EuroScandia era di granito grigio; quello dell’Antartide di marmo bianco; l’Australia di arenaria rossa di Uluru; la SudMerica di onice rosa; la NordMerica alternava strati di scisto e calcare, come il Grand Canyon, e il seggio dell’Africa era fatto di cartigli finemente intagliati recuperati dalla tomba di Ramses II.
… E tutte le Grandi Falci, dai primissimi occupanti degli scranni fino a quelli che vi sedevano ora, si lamentavano di quanto fossero scomodi.
Era voluto, per ricordare loro che, anche se detenevano la più alta carica del mondo, non dovevano mai sentirsi troppo comode o troppo soddisfatte.
«Non dobbiamo mai perdere di vista l’austerità e l’abnegazione che sono l’essenza della nostra funzione» aveva sancito Maestro Prometeo. Aveva supervisionato la costruzione di Endura, ma non aveva mai visto la terra promessa, perché si era autospigolato prima della fine dei lavori.
La sala del Consiglio era sormontata da una cupola in vetro che la proteggeva dagli elementi, ed era retraibile, in modo che la stanza potesse trasformarsi in un foro aperto quando il clima era mite. Per fortuna quel giorno il tempo era bello, perché il meccanismo si era bloccato e la cupola era aperta già da tre giorni.
«Cosa c’è di tanto difficile?» si lagnò la Grande Falce Nzinga, entrando quel mattino. «Non ci sono tecnici capaci di risolvere il problema?»
«Preferisco le udienze a cielo aperto» commentò Amundsen, la Grande Falce dell’Antartide.
«Non mi stupisce» protestò MacKillop, dell’Australia. «Il tuo seggio è bianco e non si scalda quanto i nostri.»
«Certo, ma io soffoco con queste pellicce» ribatté, indicando la veste.
«Quelle orribili pellicce sono solo colpa tua» s’intromise la Suprema Roncola Mondiale Kahlo, entrando nella sala. «Avresti dovuto fare una scelta più saggia all’epoca.»
«Senti chi parla!» scherzò la Grande Falce Cromwell dell’EuroScandia, indicando l’alto collare di merletto della veste della Suprema Roncola Mondiale. Quella cosa che la strozzava e che la metteva sempre di cattivo umore si ispirava ai dipinti del suo patronimico storico.
Kahlo gli fece un gesto con la mano come per scacciare una mosca fastidiosa e si accomodò sul trono di onice.
Senocrate fu l’ultimo ad arrivare.
«Grazie di averci degnato della tua presenza» osservò Kahlo, con un tono tanto caustico da riuscire a lucidare a specchio il marmo del pavimento.
«Chiedo scusa. Problemi di ascensore.»
La Suprema Roncola Mondiale Kahlo, affiancata da un lato dal commesso del Consiglio e dall’altro dal parlamentare, ordinò ad alcune falci assistenti di andare nelle varie anticamere del complesso ad annunciare l’apertura della seduta. Tutti conoscevano l’ordine del giorno. La questione midmericana non riguardava solo quella regione del mondo. Avrebbe potuto avere un effetto di lunga durata sull’intera Compagnia.
Nonostante tutto, la Suprema Roncola Mondiale sprofondò nel suo seggio scomodo e assunse un’espressione indifferente. «Sarà almeno divertente, Senocrate, o ci annoierete con ore e ore di chiacchiere inutili?»
«Be’» rispose Senocrate, «Goddard è sempre divertente.» Da come lo disse, il divertimento non doveva per forza essere una buona cosa. «Ha preparato una… sorpresa che credo piacerà a tutti.»
«Non mi piacciono le sorprese» ribatté Kahlo.
«Questa ti piacerà.»
«Ho sentito dire che Madame Anastasia è piuttosto energica» commentò la Grande Falce Nzinga, sedendosi eretta e composta, quasi a compensare la postura rilassata della Suprema Roncola Mondiale. La Grande Falce Hideyoshi espresse con un grugnito la sua scarsa approvazione nei confronti della giovane falce di fama recente, o forse delle giovani falci in generale, ma non contribuì in altro modo alla discussione.
«Non l’hai accusata un tempo di aver ucciso il suo mentore?» chiese Cromwell a Senocrate, con un sorrisetto di sufficienza.
Senocrate si agitò un po’ nel suo seggio del Grand Canyon. «Uno sfortunato errore, comprensibile, considerando le informazioni che avevamo, e di cui mi assumo tutta la responsabilità.»
«Buon per te» replicò Nzinga. «È sempre più difficile trovare una falce in MidMerica che si prenda la responsabilità delle sue azioni.»
Voleva essere una battuta pungente, ma Senocrate non abboccò. «È proprio per questo che sono importanti l’inchiesta e il suo esito.»
«Bene, allora: che la festa abbia inizio!» esclamò Kahlo, alzando la mano in un gesto teatrale.
Nell’anticamera est, Madame Anastasia e Madame Curie attendevano con due agenti della Suprema Guardia che proteggevano la porta come guardiani di un castello. Poi, entrò un assistente del Consiglio, una falce dell’Amazzonia, a giudicare dal colore verde foresta della veste.
«Le Grandi Falci sono pronte a riceverla» annunciò, tenendo loro aperta la porta.
«Comunque vada» Madame Curie sussurrò ad Anastasia, «sappi che sono orgogliosa di te.»
«Non dirlo! Non parlare come se avessimo già perso!»
Seguirono l’assistente alla sala del Consiglio, dove il sole batteva già attraverso l’apertura della cupola da un cielo senza nuvole.
Dire che Anastasia fosse intimidita dalla vista delle Grandi Falci sedute negli scranni di pietra rialzati sarebbe stato un eufemismo. Anche se Endura aveva solo duecento anni, la sala sembrava senza tempo. Non solo dava l’impressione di essere di un’altra epoca, ma anche di un altro mondo. Ripensò agli antichi miti che aveva imparato da bambina. Ricevere udienza dalle Grandi Falci era come presentarsi al cospetto degli dèi dell’Olimpo.
«Benvenute, Venerande Madame Curie e Madame Anastasia» le salutò Kahlo, l’ottava Suprema Roncola Mondiale. «Non vediamo l’ora di sentire la vostra tesi e di mettere fine a questa vicenda, una volta per tutte.»
La maggioranza delle falci si limitava a prendere il nome del loro patronimico storico, mentre alcune tendevano a imitarlo anche nel fisico. Kahlo era l’immagine sputata dell’artista Frida Kahlo, fino ai fiori tra i capelli e alle sopracciglia irsute e, sebbene l’artista fosse della regione mexiteca della NordMerica, la Suprema Roncola Mondiale rappresentava la voce e l’anima della SudMerica.
«È un onore, suprema eccellenza» rispose Anastasia, sperando di non sembrare servile, pur sapendo che era così.
Poi, entrò Goddard, accompagnato da Madame Rand.
«Maestro Goddard!» esclamò la Suprema Roncola Mondiale. «La trovo bene, nonostante quello che ha passato.»
«Grazie, suprema eccellenza.» Si profuse in un inchino così esagerato che Anastasia alzò gli occhi al cielo.
«Attenta, Anastasia» le sussurrò Madame Curie. «Non ascoltano solo le tue parole, ma osservano anche le tue espressioni. La decisione che prenderanno oggi si baserà su ciò che non dirai tanto quanto su ciò che dirai.»
Goddard ignorò Anastasia e Curie e rivolse tutta la sua attenzione a Kahlo. «È un onore trovarmi, qui in piedi, in sua presenza.»
«Me lo immagino» ironizzò la Grande Falce Cromwell. «Senza quel nuovo corpo, al massimo sarebbe arrivato rotolando.»
Amundsen fu l’unico a farsi scappare una risatina. Anastasia si trattenne, ma a fatica.
«La Grande Falce Senocrate dice che ha una sorpresa per noi» dichiarò la Suprema Roncola Mondiale.
In ogni caso, parve che Goddard fosse arrivato a mani vuote.
«Senocrate dev’essere stato male informato» ribatté Goddard, a denti stretti.
«Non sarebbe la prima volta» osservò Cromwell.
Il commesso si alzò e si schiarì la voce per essere certo di avere l’attenzione di tutti al momento di aprire ufficialmente la seduta. «L’inchiesta all’ordine del giorno riguarda la morte e la successiva rianimazione di Maestro Robert Goddard della MidMerica» annunciò. «La parte che invoca detta inchiesta è Madame Anastasia Romanov della MidMerica.»
«Madame Anastasia, semplicemente» lo corresse, sperando che il Consiglio non trovasse pretenziosa la scelta di farsi chiamare con il solo nome di battesimo della sfortunata principessa.
Maestro Hideyoshi sbuffò, a sottolineare che sì, era quello che pensava.
Senocrate si alzò, richiamando l’attenzione di tutti i presenti. «Che il commesso voglia prendere atto che io sottoscritto, la Grande Falce Senocrate, mi astengo da questa decisione, e che quindi manterrò il silenzio fino al termine della seduta.»
«Senocrate in silenzio?» commentò la Grande Falce Nzinga con un sorriso ironico. «Ora, abbiamo varcato la soglia dell’impossibile.»
Quella battuta suscitò più risate della precedente spiritosaggine di Cromwell. Era facile vedere come funzionavano i meccanismi del potere in quella sala. Kahlo, Nzinga e Hideyoshi sembravano essere quelli più rispettati. Gli altri cercavano di assicurarsi una buona posizione; MacKillop, invece, il più silenzioso, si disinteressava del tutto degli ordini gerarchici. Senocrate, la Grande Falce di ultima nomina, pagava pegno e subiva le derisioni senza battere ciglio. Anastasia era quasi dispiaciuta per lui. Quasi.
Senocrate non rispose alla provocazione di Nzinga e si sedette senza dire nulla, dimostrando la sua capacità di mantenere la bocca chiusa.
La Suprema Roncola Mondiale si rivolse alle quattro falci al centro del cerchio. «Siamo già a conoscenza dei dettagli della questione. È nostra ferma intenzione mantenerci imparziali finché non avremo ascoltato le ragioni di entrambe le parti. Madame Anastasia, dato che è stata lei a promuovere l’azione, le chiederei di iniziare. La prego dunque di esporre i motivi per cui contesta il diritto di Maestro Goddard alla nomina di Suprema Roncola della MidMerica.»
Anastasia fece un profondo respiro e avanzò; stava per prendere la parola, quando Goddard la precedette, avanzando a sua volta.
«Suprema eccellenza, se mi è permesso…»
«Avrà modo di esporre le sue argomentazioni quando sarà il suo turno, Goddard» lo interruppe Kahlo. «A meno che, ben inteso, non voglia prendere le parti di entrambi.»
Le Grandi Falci ridacchiarono.
Goddard fece un leggero inchino, per scusarsi. «Prego il Consiglio di voler perdonare la mia interruzione. A lei la parola, Madame Anastasia. Esponga le sue ragioni, la prego.»
Suo malgrado, Anastasia constatò che l’interruzione di Goddard l’aveva innervosita, come quando in una gara si verifica una falsa partenza. Naturalmente, era quello che Goddard voleva.
«Eccellenze eminentissime» cominciò. «Nell’anno dell’Antilope fu deciso dai primi membri di questo Consiglio che le falci sarebbero state addestrate, nella mente e nel corpo, con un apprendistato della durata di un anno.» Girava in tondo nella sala, cercando di intercettare lo sguardo di ognuna delle Grandi Falci. Uno degli aspetti più intimidatori – aspetto probabilmente voluto – di un’udienza al Consiglio mondiale era che non si sapeva a chi rivolgersi né per quanto tempo, perché si dava sempre le spalle a qualcuno. «Nella mente e nel corpo» ripeté. «Vorrei che il parlamentare leggesse ad alta voce lo statuto della Compagnia in merito all’apprendistato. Inizia a pagina 397 del volume intitolato Giurisprudenza e consuetudini.»
Il parlamentare diede seguito alla richiesta e lesse tutte e nove le pagine.
«Per un’organizzazione fondata solo su dieci leggi» commentò Amundsen, «abbiamo fin troppe regole.»
Al termine della lettura, Anastasia proseguì: «Tutto questo per capire bene il modo in cui viene addestrata una falce, perché falce non si nasce, si diventa. Siamo passati tutti attraverso la stessa prova del fuoco, perché sappiamo quanto sia cruciale contare su una preparazione impeccabile, nella mente e nel corpo, per fronteggiare il grave compito che ci aspetta». Tacque, per lasciare che le parole facessero il loro effetto. Incrociò lo sguardo di Madame Rand, che le stava sorridendo. Era il tipo di sorriso che esibiva prima di cavare gli occhi a qualcuno. Anastasia si impose di mantenere il sangue freddo e di non lasciarsi innervosire per la seconda volta.
«Sono state scritte molte cose sulla preparazione delle falci, perché il Consiglio mondiale ha dovuto gestite molte situazioni impreviste nel corso degli anni, continuando ad aggiungere e a chiarire delle regole.» Fece una serie di esempi, elencando alcune situazioni. «Un apprendista che ha tentato di autospigolarsi dopo essere stato ordinato, ma prima di ricevere l’anello. Una falce che si è clonata per far avere l’anello alla sua copia prima di autospigolarsi. Una donna che ha sostituito la sua memoria con la costruzione mentale di Madame Sacajawea e ha rivendicato il diritto di spigolare. In tutti questi casi, il Consiglio mondiale si è pronunciato contro gli individui in questione.»
Anastasia lanciò per la prima volta un’occhiata a Maestro Goddard, imponendosi di incrociare il suo sguardo d’acciaio. «Le vicende che hanno portato alla distruzione del corpo di Maestro Goddard sono terrificanti, ma questo non gli dà il diritto di sottrarsi ai decreti del Consiglio. Il fatto è che, come quella donna incauta che si è impiantata la mente di Madame Sacajawea, il nuovo corpo di Goddard non ha subìto le stesse rigorose prove di un apprendistato. Questo sarebbe già discutibile se si trattasse di una falce qualsiasi, ma Maestro Goddard non è una falce qualsiasi: è candidato alla carica di Suprema Roncola di un’importante regione. Sì, sappiamo che è lui dal collo in su, una piccolissima percentuale di ciò che compone un essere umano. Vi chiedo di ascoltarlo quando sosterrà le sue tesi, e sentirete che la sua voce ci è sconosciuta e ignoriamo a chi appartenga. L’unica certezza che abbiamo è che il 93 per cento di questo corpo non appartiene a Maestro Robert Goddard. In virtù di questo, il Consiglio non può che pronunciarsi in un solo senso.» Con un breve cenno del capo, indicò di aver finito. Indietreggiò e si mise accanto a Madame Curie.
Nel silenzio che seguì, Goddard cominciò ad applaudire lentamente.
«Magistrale» commentò, facendosi avanti per guadagnare il centro della sala. «Ci ho quasi creduto, Anastasia.» Poi, si voltò verso le Grandi Falci, in particolare verso MacKillop e Nzinga, le uniche due che non si erano schierate né dalla parte del nuovo ordine né da quella della vecchia guardia. «L’argomentazione è convincente» cominciò. «Se non fosse per il fatto che non è per nulla un’argomentazione. È solo fumo e specchi per le allodole. Un tentativo di confondere le idee, dando un’esagerata importanza a un dettaglio tecnico per raggiungere fini personali.» Alzò la mano destra, facendo brillare l’anello alla luce del sole. «Ditemi, eccellenze, se dovessi perdere l’anulare e me ne venisse trapiantato un altro invece di ricrearlo dalle mie cellule, vorrebbe dire che l’anello non è al dito di una falce? Certo che no! E malgrado le accuse della giovane falce, sappiamo bene di chi è questo corpo! Apparteneva a un giovane, un eroe, che ha dato se stesso di sua spontanea volontà perché io potessi ritornare in vita. Sminuirne il sacrificio è un insulto alla sua memoria. Evitiamolo, per favore.» Lanciò un’occhiata di rimprovero ad Anastasia e a Madame Curie. «Tutti sappiamo qual è l’obiettivo di questa inchiesta. È un evidente tentativo di privare certe falci midmericane del leader che si sono scelte!»
«Obiezione!» gridò Anastasia. «I voti non sono ancora stati scrutinati, non può sostenere di essere il leader scelto da certe falci.»
«Obiezione accolta» sentenziò la Suprema Roncola Mondiale, che si voltò verso Goddard. Non aveva molta simpatia per il movimento del nuovo ordine, ma si dimostrava sempre equanime in tutte le questioni. «È noto da anni che lei e i suoi accoliti vi scontrate con la cosiddetta vecchia guardia, Maestro Goddard. Ma non può contestare la validità dell’inchiesta avvalendosi di tale conflitto. A prescindere dalla motivazione, Madame Anastasia ci ha posto una domanda legittima. Chi è… lei?»
Goddard cambiò tattica. «Allora, vi sollecito a rigettare la domanda. È stata formulata dopo il voto, creando un circo di opportunismi, la cui amoralità non può essere assolutamente tollerata da questo Consiglio!»
«Da quel che ho sentito» s’intromise Maestro Cromwell, «anche la sua apparizione a sorpresa al conclave ha creato un circo di opportunismi.»
«Mi piacciono le entrate a effetto» ammise Goddard. «Di questo siete colpevoli tutti; pertanto, non lo considererei un crimine.»
«Madame Curie, perché non ha sollevato lei stessa l’accusa durante il suo discorso di candidatura?» chiese la Grande Falce Nzinga. «Aveva tutte le possibilità di esprimere la sua preoccupazione in quel momento.»
Madame Curie sorrise, imbarazzata. «La risposta è semplice, eccellenza eminentissima. Non ci ho pensato.»
«Dunque, dobbiamo credere» intervenne la Grande Falce Hideyoshi, «che una giovane falce con un solo anno di esperienza sia più smaliziata della rinomata Signora della Morte?»
«Oh, senza dubbio» replicò Madame Curie, senza alcuna esitazione. «Infatti, scommetto che un giorno presiederà questo Consiglio.»
Nonostante lo avesse detto con le migliori intenzioni, Marie ottenne l’effetto contrario e le Grandi Falci iniziarono a borbottare.
«Attenta, Madame Anastasia!» la ammonì la Grande Falce Amundsen. «Questi eccessi di sfacciata ambizione non sono ben visti in questa sede!»
«Non ho detto di volerlo! Madame Curie ha solo voluto essere cortese.»
«Anche in questo caso» affermò Hideyoshi, «ci è chiara la sua smania di potere.»
Anastasia rimase senza parole. Poi, una nuova voce entrò nella discussione.
«Eccellenze» disse Madame Rand, «non è certo colpa di Maestro Goddard se è stato decapitato e poi riportato in vita. Dargli un nuovo corpo è stata una mia idea e non dovrebbe essere punito per una mia scelta.»
Kahlo sospirò. «È stata la scelta giusta, Madame Rand. Qualunque azione ci possa riportare una falce è buona, chiunque sia la falce. Non si tratta di questo. La questione è la validità della candidatura.» Rimase per un attimo in silenzio, guardò le altre Grandi Falci e proseguì: «Sono questioni gravi, che non possono risolversi con una decisione affrettata. Dobbiamo discuterne tra noi. La seduta è aggiornata a mezzogiorno».
Anastasia camminava avanti e indietro per l’anticamera, mentre Madame Curie era seduta a consumare con tutta calma della frutta da una ciotola. Come poteva essere tanto tranquilla?
«Sono stata un disastro» si lamentò Anastasia.
«No, sei stata un portento.»
«Pensano che sia assetata di potere!»
Marie le offrì una pera. «Si rispecchiano in te. Quando avevano la tua età, erano loro gli assetati di potere. Anche se non lo danno a vedere, si identificano in te.» Insistette perché Anastasia mangiasse la pera per mantenersi in forze.
Quando vennero richiamate, un’ora dopo, le Grandi Falci non persero tempo.
«Abbiamo esaminato e discusso la questione tra noi e abbiamo raggiunto una conclusione» annunciò la Suprema Roncola Mondiale Kahlo. «Veneranda Madame Rand, si avvicini, per favore.»
Goddard parve un po’ sorpreso di non essere stato chiamato per primo, ma fece un cenno di assenso ad Ayn, che avanzò di alcuni passi verso la Suprema Roncola Mondiale.
«Madame Rand, come abbiamo detto, la sua decisione di riportare in vita Maestro Goddard è ammirevole. Tuttavia, contestiamo che lo abbia fatto senza la nostra approvazione, e oltretutto a nostra insaputa. Se si fosse rivolta al Consiglio, l’avremmo aiutata, e avremmo anche verificato che l’individuo scelto fosse non solo idoneo, ma anche un autentico volontario. Ora, tutto ciò che abbiamo sono le dichiarazioni di Maestro Goddard.»
«Il Consiglio dubita della mia parola, suprema eccellenza?» chiese Goddard.
La voce di Cromwell gli arrivò alle spalle. «Non è certo famoso per la sua onestà, Maestro Goddard. Senza volerle mancare di rispetto, non mettiamo in dubbio il suo resoconto dei fatti, ma avremmo preferito supervisionare la scelta.»
Poi parlò la Grande Falce Nzinga, alla loro destra. «In realtà, non è della parola di Goddard che dovremmo fidarci» sottolineò. «Il soggetto è stato spigolato da Madame Rand prima che Goddard fosse riportato in vita. Ci dica, allora, Madame Rand, vogliamo sentirlo dalla sua viva voce. Il donatore del corpo era un volontario, pienamente consapevole di ciò a cui sarebbe andato incontro?»
Rand esitò.
«Madame Rand?»
«Sì» rispose lei, infine. «Sì, certo, ne era consapevole. Come avrebbe potuto essere altrimenti? Siamo falci, non rubiamo i corpi. Mi autospigolerei piuttosto che fare una cosa così… così malvagia.»
In ogni caso, incespicò sulle parole. Se il Consiglio lo avesse notato o nel caso se ne fosse preoccupato, non lo diede a vedere.
«Madame Anastasia!» disse la Suprema Roncola Mondiale. «Si avvicini, per favore.»
Rand si ritirò e tornò al fianco di Goddard, e Anastasia fece quanto le era stato ordinato.
«Madame Anastasia, quest’inchiesta è una chiara manipolazione delle nostre regole allo scopo di influenzare l’esito del voto.»
«Bene, bene!» esclamò la Grande Falce Hideyoshi, esprimendo il suo deciso biasimo per ciò che Anastasia aveva fatto.
«Noi del Consiglio» proseguì la Suprema Roncola Mondiale, «riteniamo che rasenti pericolosamente i confini di ciò che è etico.»
«Ma è forse etico spigolare un individuo e prenderne il corpo?» sbottò Anastasia, senza riuscire a trattenersi.
«Lei» gridò la Grande Falce Hideyoshi, «lei è qui per ascoltare, non per parlare!»
La Suprema Roncola Mondiale Kahlo sollevò una mano per richiamarlo all’ordine, poi si rivolse ad Anastasia in tono duro: «Sarebbe prudente da parte sua imparare a moderare i termini, giovane falce».
«Mi perdoni, eccellenza eminentissima.»
«È perdonata, ma il Consiglio non accetterà ulteriori scuse, è chiaro?»
Anastasia annuì, poi chinò il capo in segno di rispetto e tornò accanto a Madame Curie, che le lanciò un’occhiata severa, ma solo per un breve momento.
«Maestro Goddard!» chiamò Kahlo.
Goddard si fece avanti, in attesa del giudizio.
«Pur essendo tutti d’accordo sul fatto che quest’inchiesta è stata motivata da secondi fini, le questioni che solleva sono valide. Quando una falce è una falce?» Rimase a lungo in silenzio, abbastanza a lungo da creare imbarazzo. Nessuno però osò parlare. «Il dibattito sull’argomento è stato molto vivace» disse, a un certo punto. «Alla fine, il Consiglio ha stabilito che la sostituzione di più del 50 per cento di un corpo con il corpo di un altro individuo riduce in modo significativo la persona.» Anastasia trattenne il respiro. «Pertanto» proseguì la Suprema Roncola Mondiale, «pur concedendole il permesso di farsi chiamare Maestro Robert Goddard, le è di fatto proibito spigolare finché il resto del suo corpo non avrà completato l’apprendistato sotto la guida di una falce di sua scelta. Suppongo che sarà Madame Rand, ma se la sua scelta dovesse ricadere su un’altra, e se tale falce dovesse acconsentire, sarà ritenuta accettabile.»
«Apprendistato?» borbottò Goddard, senza nemmeno cercare di celare il proprio disgusto. «Ora dovrei essere un apprendista? Non basta tutto quello che ho dovuto patire? Devo anche sottopormi a questa umiliazione?»
«La consideri un’opportunità, Robert» commentò Cromwell, abbozzando un sorriso. «Per quanto ne sappiamo, tra un anno può essere che la sua metà inferiore avrà convinto la sua metà superiore che lei preferisce essere un professionista delle feste. Non era questo il mestiere del suo soggetto?»
Goddard non riuscì a nascondere la sorpresa.
«Non sia sorpreso, Robert, se conosciamo l’identità del suo soggetto» continuò Cromwell. «Quando lei è riapparso, abbiamo condotto la nostra doverosa inchiesta.»
Goddard sembrava un vulcano sul punto di eruttare, ma che stranamente non esplodeva.
«Veneranda Madame Curie» riprese la Suprema Roncola Mondiale, «poiché in questo momento Maestro Goddard è stato squalificato come falce, la sua candidatura non può essere presa in considerazione. Dunque lei, essendo l’unica candidata possibile, diventa automaticamente la nuova Suprema Roncola della MidMerica.»
Madame Curie reagì con umiltà. «Grazie, Suprema Roncola Mondiale Kahlo.»
«Prego, eccellenza.»
“Eccellenza” pensò Anastasia. Si domandò che cosa provasse Marie a sentirsi chiamare con quell’appellativo dalla Suprema Roncola Mondiale!
Ma Goddard non era disposto ad ammettere così facilmente la sconfitta. «Esigo l’appello nominale!» insistette. «Voglio sapere chi ha votato a favore di questa farsa e chi si è schierato dalla parte della ragione!»
Le Grandi Falci si scambiarono delle occhiate. Infine, parlò MacKillop. Era stata la più silenziosa di tutte, non avendo aperto bocca per tutta l’inchiesta. «Non sarà affatto necessario» disse, con voce calma e rassicurante, ma non servì a rabbonire Goddard.
«Non necessario? Vi nascondete tutti dietro l’anonimato del Consiglio?»
Fu la Suprema Roncola Mondiale a prendere la parola. «Quello che la Grande Falce MacKillop vuole dire è che non c’è necessità di un appello nominale… perché il voto è stato unanime.»