Ringraziamenti
Grazie è una parola strana. Una parola senza sinonimi, dunque insostituibile, eppure in un certo senso imprecisa proprio per il suo essere universale.
Ho sempre pensato che per definire carattere e sfumature dei nostri grazie - molto più degli infinite, dei mille, dei davvero - possono gli occhi, i sorrisi, le espressioni con cui li diciamo. Riprodurre in questa sede i miei è per ovvie ragioni impossibile, così ognuno dovrà ricorrere alla propria immaginazione.
E allora, grazie.
Ai miei genitori, perché (anche se con un po' di apprensione) mi lasciano fare, mi sostengono, mi proteggono come probabilmente solo i genitori possono fare.
A mio fratello Giuseppe per la sua ironia, perché ci vogliamo bene, perché sa quadrarmi quando ce n'è bisogno, perché insieme ci divertiamo e beviamo il gin, perché - essendone lui un modello degno e rassicurante - mi consente di trascurare ogni tanto la mia ostinazione a fare l'uomo.
A Camilla e Carmela che non ci sono più, a Maddalena che c'è, e a tutti i cani del mondo.
Ad Alberto Rollo per avermi scelto, guidato con impalpabile fermezza e rassicurato con garbo, e perché dietro il profilo posato vedo scenari tumultuosi.
A Carlo Buga per il lavoro, la pazienza e la sua discreta ma consistente presenza - professionale, umana e sacrificale.
A Lino Apone per averci pensato e provato.
A Roberto, perché ci mandiamo i messaggi all'alba e condividiamo straordinarie insensatezze, perché riusciamo a piangere e a parlare di Malgioglio - tutto nella stessa conversazione, per Lava.
A Camilla e Guglielmo, perché non sono solo i compagni di, ma parte essenziale del nostro micromondo surreale e affettivo.
A Ileana per il bene, per la positività (che le costa spesso fatica) e le paste - o "cose di sotto" che dir si voglia.
A Ciro, perché dirlo quella mattina non poteva essere più bello di come è stato.
Agli amici di mio fratello (e di mio fratello e miei), perché - pur essendo cresciuti - coltivano la leggerezza, e per la premurosa attenzione che hanno per me.
Alle mie amiche storiche e ai miei amici di sempre per la formazione.
Al Conte per la sorellanza e le belve.
Ai "torinesi" perché, anche se lontani, ci sono.
Agli amici dei miei genitori.
Ad Andrea e Neva, per il luogo dell'inizio.
A Rossella per Chopin. Al Califfo per la beata cazzimma.
A Laura e Stefania, perché ravvivano la quotidianità mettendoci dentro i sentimenti e la verità.
Alla famiglia Bellomunno per la gradevole normalità.
A tutti quelli che pensano di dover essere ringraziati, e che (forse) mi sono dimenticata.
E a quelli che pensano che questi ringraziamenti non c'entrino niente, perché mi danno l'opportunità di dire che c'entrano eccome.