27

Bang! Bang!

Sam sparò ancora due colpi, ma mancò gli altri sicari. D’un tratto, sentì di avere solo aria sotto i piedi.

Senza rendersene conto, lui e Remi avevano fatto un passo indietro e il loro peso aveva fatto cedere il terreno fangoso sul ciglio della collina. Persero l’equilibrio e caddero giù dal ripido pendio.

Scivolando a rotta di collo, Sam sbatté contro un intrico di verde e marrone che gli si parò davanti e, nel tentativo di aggrapparsi ai rami e alle felci per rallentare la caduta, perse la presa sul braccio di Remi e lei svanì.

Bang! Bang! Bang!

La raffica di spari fece alzare in volo alcuni uccelli gracchianti. Sam vide un albero caduto farsi sempre più vicino alla sua sinistra. Si girò su un fianco e s’irrigidì finendo contro quello che sembrava un grosso mucchio informe di detriti, che fermò il suo slancio. Stordito e coperto della poltiglia di un tronco marcito nella foresta umida, si pulì il lordume dalla faccia. Muovendosi lentamente, si tastò per capire se fosse ferito. Trascorse un minuto abbondante prima che il dolore iniziasse a farsi sentire, ma per fortuna l’albero decomposto aveva attutito l’impatto. Non aveva nulla di rotto.

«Idiota!» La voce di Ivan giunse fin lì. «Te li sei lasciati scappare.»

«Non possono essere sopravvissuti a quello», ribatté Jak. «E nemmeno a questo.»

Ogni sparo fece sussultare il cuore di Sam.

Remi...

Gli spari finalmente cessarono.

«Vedi qualcosa?» gli chiese Ivan.

«No, niente. Va’ giù. Assicurati che siano morti.»

«Così mi rompo l’osso del collo?» ringhiò Ivan. «Scendiamo in auto più a valle e controlliamo il pendio dalla strada.»

«E Lorenzo? Lo molliamo qui come se niente fosse?»

«Buttiamolo di sotto. Lasciamolo marcire con i Fargo.»

Fecero rotolare giù il cadavere e Sam lo udì schiantarsi nel sottobosco. Alla fine, il motore del SUV si accese, ma il veicolo proseguì la salita. Prima di scendere dalla collina, quegli uomini avrebbero dovuto trovare uno spiazzo abbastanza ampio per fare inversione.

«Remi?» chiamò Sam a voce bassa.

«Quaggiù.»

Sam stimò che dovesse trovarsi circa tre metri più sotto. Fece un sospiro di sollievo, rendendosi conto di aver trattenuto il respiro fino a quel momento. «Stai bene?»

«Un po’ ammaccata, ma ancora intera.»

«Stanno cercando uno spiazzo per fare inversione.»

«Vedo la strada sotto di noi. È vicinissima.»

«Vengo io da te. Proviamo ad attraversare la strada prima che arrivino. Ci cercheranno in alto, non in basso.» Si spostò dalla fitta vegetazione cresciuta sull’albero marcio e cercò la sua pistola. La scorse a un paio di metri di distanza, semisepolta nel fango sopra di lui. Il terreno sdrucciolevole gli complicò la risalita. Per recuperarla dovette affondare i talloni diverse volte, usando le piante a mo’ di gradino. La discesa verso Remi fu ancora più insidiosa. Quando le fu accanto, le tolse un po’ di fango dal viso. Come lui, era coperta di detriti raccolti nella caduta. «Non rifacciamolo più, eh?»

«Non tanto presto, almeno.»

Sam guardò in alto e vide le impronte che aveva lasciato, un chiaro indizio di dove si fossero trovati. «Dobbiamo fare attenzione a non lasciare tracce.»

Lo sguardo di Remi seguì il suo. «Hai qualche idea?»

Il dislivello per raggiungere la strada in basso era di almeno sei metri. «Fammi andare per primo e metti i piedi dove li metto io.»

Più giù c’era il tronco di un albero a circa un metro e mezzo di distanza. Il pendio in quel punto non era troppo ripido. Sam saltò, atterrò sulle radici e si voltò verso la moglie. «Pronta?»

«Pronta.»

Anche Remi saltò e lui la prese per la cintola attutendone la caduta. Proseguirono allo stesso modo, sfruttando alberi, felci e qualsiasi cosa potesse coprire le loro tracce. Quando mancava poco più di un metro e mezzo dalla strada, Sam si fermò. Sopra le loro teste, si udì il rombo del motore del SUV.

«Stanno arrivando», disse Remi.

Raggiunsero in fretta la strada. Sam prese Remi per mano, attraversarono di corsa e si fermarono a guardare il pendio sottostante, ripido quasi quanto quello da cui erano appena scesi. Avrebbero dovuto essere cauti, evitando di lasciare tracce. Sam trovò un punto, tre metri più in basso, in cui una folta macchia di felci offriva un buon nascondiglio. Saltarono dalle radici di un albero a quelle di un altro e fecero appena in tempo a raggiungere le felci, che il SUV arrivò rombando e si fermò proprio sopra di loro.

Si accovacciarono sotto le fronde mentre le portiere del veicolo si aprivano e poi un rumore di stivali risuonò sull’asfalto.

«Li vedi?» chiese Ivan.

«Là», disse Jak.

«Io non vedo niente.»

«In cima al pendio, accanto alla strada. È dove sono caduti. Sembra la pista di una slitta.»

«Sì, ora la vedo. Non prosegue. Pensi che si stiano nascondendo lassù?»

«O, magari, sono morti. Forse, sono riuscito a colpirli.»

Sam scostò le foglie quel tanto che bastava a scorgere le due sagome sulla strada. Davano loro la schiena e, impugnando le pistole, stavano perlustrando con lo sguardo il fianco della collina sovrastante. Il SUV era fermo, con le portiere anteriori spalancate.

Così vicino, era una tentazione.

Le probabilità non erano a loro favore. Anche se fossero riusciti a risalire fino al ciglio della strada senza far rumore, una volta lì non avrebbero avuto nessun riparo. Se quegli uomini non fossero stati armati, Sam avrebbe potuto prendere in considerazione la cosa, ma come a dargli conferma di quella riflessione Jak sollevò l’arma e la puntò esattamente nel punto in cui Sam e Remi erano stati nascosti, fino a pochi istanti prima.

Sentì Remi irrigidirsi al suo fianco e si voltò. Un grosso boa le stava strisciando su una gamba. «Non... muoverti...» le sussurrò, osservandolo allontanarsi.

«Lassù non c’è niente», disse Jak e si voltò a guardare in basso. D’un tratto, fece fuoco più volte. Le pallottole sibilarono sopra le teste dei Fargo. La scarica di adrenalina fece impennare i battiti di Sam. «Ho visto qualcosa. Laggiù.»

Qualche secondo di silenzio, poi udirono i due uomini avanzare, schiacciando il ghiaietto con i piedi mentre perlustravano il ciglio della strada.

«Che cos’è? Sento qualcosa», disse Ivan.

Lo sentì anche Sam: un suono ritmico. Dapprima, alle sue spalle, poi ovunque. Pioggia, capì. Le gocce scesero con più forza, investendoli.

«Non vedo niente», disse Jak, un attimo dopo. «Andiamocene.»

«E i Fargo?»

«Se non sono morti, impiegheranno giorni a tornare. Questa strada non la fa mai nessuno.»

Gli uomini tornarono a bordo del SUV. Sam fece scudo a Remi con le braccia, continuando a stringerla anche dopo che gli uomini di Avery e il rombo del motore si furono allontanati.

Remi si mosse. «Ti ho mai detto che odio i serpenti?»

«Almeno, non era affamato.» Sam si sollevò su un gomito, scrutando sotto di loro il pendio a strapiombo, ancora più ripido di quello affrontato per scendere fin lì. Attese d’intravedere il SUV sulla strada sottostante, per accertarsi che proseguisse senza fermarsi. Poi fissò le cime degli alberi sopra di loro, godendosi la sensazione della pioggia sul volto. «Non ero sicuro che stavolta ce l’avremmo fatta.»

Remi si appoggiò al pendio, spalla a spalla con Sam. «Certo che ce l’avremmo fatta. Mai dubitato.»

«Tranne quando è comparso il boa?»

Lei scattò a sedere e si guardò intorno, nel timore che ne apparisse un altro. «Non sei divertente.»

Remi iniziò a tremare, più per il deflusso di adrenalina che per la pioggia fredda. Sam sapeva che sarebbe stato meglio muoversi. «Dobbiamo andare», disse, aiutandola a rimettersi in piedi.

Insieme, si arrampicarono fino alla strada asfaltata. Una volta in cima, Sam prese il cellulare e guardò lo schermo. «È troppo sperare che ci sia segnale quassù?»

«Pensa se ci avesse chiamati qualcuno mentre eravamo nascosti.»

«Già.»

Remi lo prese sottobraccio e iniziarono a camminare. «Secondo te, quanto impiegheremo a tornare indietro?»

«Non lo so, ma almeno è tutta discesa.»

«Ecco cosa mi piace di te, Fargo. Vedi sempre il bicchiere mezzo pieno.» Remi sospirò. «Eravamo così vicini... Tanta strada per nulla.»

«Però siamo in buona compagnia.»

Lei sorrise e poi gli appoggiò la testa sulla spalla mentre avanzavano.

Circa un’ora dopo, la pioggia si era ridotta a un’acquerugiola. Troppo tardi, perché ormai erano fradici e gli indumenti bagnati sfregavano fastidiosamente sulla pelle. Sebbene avessero percorso cinque o sei chilometri su quella strada tortuosa e ripida, non erano scesi di tanto.

Quando finalmente raggiunsero la biforcazione che immetteva sulla strada principale, Sam si fermò, temendo che gli uomini di Avery fossero parcheggiati poco più avanti e che li stessero aspettando.

«Rimani un attimo qui», disse alla moglie, mentre dava una rapida occhiata. Non vedendo nulla, le fece segno con una mano di raggiungerlo. «Restiamo sul ciglio, nel caso in cui abbiano parcheggiato lì e ci stiano osservando.»

Dopo qualche minuto, Sam ricontrollò il telefono. Ancora niente segnale. Frustrato, se l’infilò in tasca. In quel momento udì un rumore flebile ma crescente provenire da un punto imprecisato sulla collina. Si fermò. «Ascolta.» Rumore di pneumatici sull’asfalto bagnato. «È una macchina con il motore in folle.»

Gli vennero in mente due ragioni per cui un’auto potesse scendere in folle: problemi meccanici o la volontà di non far udire il rombo del motore.

La seconda lo preoccupò.

Prese Remi per mano e la trascinò in mezzo ai cespugli.

Pirati
9788830456921-cov01.xhtml
9788830456921-presentazione.xhtml
9788830456921-tp01.xhtml
9788830456921-cop01.xhtml
9788830456921-occhiello-libro.xhtml
9788830456921-fm_1.xhtml
9788830456921-fm_2.xhtml
9788830456921-p-0-c-1.xhtml
9788830456921-p-0-c-2.xhtml
9788830456921-p-0-c-3.xhtml
9788830456921-p-0-c-4.xhtml
9788830456921-p-0-c-5.xhtml
9788830456921-p-0-c-6.xhtml
9788830456921-p-0-c-7.xhtml
9788830456921-p-0-c-8.xhtml
9788830456921-p-0-c-9.xhtml
9788830456921-p-0-c-10.xhtml
9788830456921-p-0-c-11.xhtml
9788830456921-p-0-c-12.xhtml
9788830456921-p-0-c-13.xhtml
9788830456921-p-0-c-14.xhtml
9788830456921-p-0-c-15.xhtml
9788830456921-p-0-c-16.xhtml
9788830456921-p-0-c-17.xhtml
9788830456921-p-0-c-18.xhtml
9788830456921-p-0-c-19.xhtml
9788830456921-p-0-c-20.xhtml
9788830456921-p-0-c-21.xhtml
9788830456921-p-0-c-22.xhtml
9788830456921-p-0-c-23.xhtml
9788830456921-p-0-c-24.xhtml
9788830456921-p-0-c-25.xhtml
9788830456921-p-0-c-26.xhtml
9788830456921-p-0-c-27.xhtml
9788830456921-p-0-c-28.xhtml
9788830456921-p-0-c-29.xhtml
9788830456921-p-0-c-30.xhtml
9788830456921-p-0-c-31.xhtml
9788830456921-p-0-c-32.xhtml
9788830456921-p-0-c-33.xhtml
9788830456921-p-0-c-34.xhtml
9788830456921-p-0-c-35.xhtml
9788830456921-p-0-c-36.xhtml
9788830456921-p-0-c-37.xhtml
9788830456921-p-0-c-38.xhtml
9788830456921-p-0-c-39.xhtml
9788830456921-p-0-c-40.xhtml
9788830456921-p-0-c-41.xhtml
9788830456921-p-0-c-42.xhtml
9788830456921-p-0-c-43.xhtml
9788830456921-p-0-c-44.xhtml
9788830456921-p-0-c-45.xhtml
9788830456921-p-0-c-46.xhtml
9788830456921-p-0-c-47.xhtml
9788830456921-p-0-c-48.xhtml
9788830456921-p-0-c-49.xhtml
9788830456921-p-0-c-50.xhtml
9788830456921-p-0-c-51.xhtml
9788830456921-p-0-c-52.xhtml
9788830456921-p-0-c-53.xhtml
9788830456921-p-0-c-54.xhtml
9788830456921-p-0-c-55.xhtml
9788830456921-p-0-c-56.xhtml
9788830456921-p-0-c-57.xhtml
9788830456921-p-0-c-58.xhtml
9788830456921-p-0-c-59.xhtml
9788830456921-ind01.xhtml
Il_libraio.xhtml