13
Prima di misurare gli anni devi misurare i giorni.
E prima di misurare i giorni devi misurare la luna. Dor aveva fatto questo, in esilio, classificando le fasi lunari: luna piena, mezza luna, quarto di luna, luna nuova. A differenza del sole, che era immutabile, la luna e i suoi cambiamenti davano a Dor qualcosa da calcolare, e lui praticò fori sulle tavolette d’argilla fino a quando riuscì a riconoscervi una ciclicità. Era ciò che i Greci, più tardi, avrebbero chiamato «mesi».
Assegnò una pietra a ogni luna piena. Incise sulle tavolette le fasi intermedie della luna. Aveva creato il primo calendario.
E ora tutti i suoi giorni avevano un numero.
Alla quinta tacca della terza pietra, sentì Alli tossire.
La tosse peggiorò in fretta, colpi secchi e violenti che la piegavano in due.
All’inizio Alli provò a occuparsi delle faccende quotidiane nella capanna come di consueto. Ma era sempre più debole, tanto che un giorno cadde mentre stava preparando la cena, e Dor insisté per farla stendere su una coperta. Il sudore le imperlava le tempie. Gli occhi erano rossi, e lacrimavano. Dor notò che aveva una macchia sul collo.
Dentro di sé provava rabbia. L’aveva avvertita di non toccare quei visitatori, ed eccola lì, contagiata dalla loro maledizione. Se solo non fossero mai venuti.
«Cosa dobbiamo fare?» chiese Alli.
Dor le tamponò la fronte con la coperta. Sapeva che avrebbero dovuto cercare un Asu, uno stregone, perché curasse Alli con qualche radice o con un unguento. Ma il villaggio era troppo lontano. Come poteva lasciarla sola? Erano isolati sull’altopiano, tagliati fuori dal mondo.
«Dormi» sussurrò. «Presto starai meglio.»
Alli annuì e chiuse gli occhi. Non notò che anche Dor chiuse i suoi per nascondere le lacrime.