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Victor si era documentato. Sapeva cosa avrebbe comportato morire.

Una volta interrotta la dialisi, la pressione gli schizzò alle stelle, iniziò a gonfiarsi e perse del tutto l’appetito. Aveva previsto questi sintomi, e si forzava a mandar giù pane, zuppe e integratori, perché non voleva indebolirsi troppo presto.

A Natale venne spostato dalla sedia a rotelle a un letto sistemato in soggiorno. Grace rimase con lui tutta la notte, dormendo su una chaise longue. Si era arresa al suo piano fasullo per le stesse ragioni per le quali avrebbe ostacolato quello vero: lasciarsi morire era naturale, significava accettare la volontà di Dio. Se Victor era sereno nella decisione di interrompere la dialisi, poteva esserlo anche lei.

Eppure nascose una lacrima, la mattina dopo, quando Victor chiese a Roger di portargli alcuni documenti. Si disse che non era ancora il caso di preoccuparsi, mentre piegava una cannuccia per aiutarlo a bere un bicchiere d’acqua. In fondo quello era il modo di Victor di aggrapparsi alla vita: le sue carte, le sue aziende. Lui era fatto così. Non sapeva che quei documenti servivano a tutelare il futuro impero di suo marito.

Gli offrì il bicchiere e Victor lo prese in mano, anziché lasciare che lei lo reggesse per lui. Fece qualche sorso e poi lo appoggiò. Vide la preoccupazione sul volto della moglie.

«Va tutto bene, Grace. È così che deve andare.»

Non era così che doveva andare.

Non era nell’ordine delle cose congelarsi per poi fare un altro giro sulla giostra. Ma Victor era deciso ad avere il controllo della propria morte, così come aveva avuto il controllo della vita. Il torpore che lo prendeva alle mani e ai piedi? La pelle che si faceva opaca, color grigio pallido? Entrambi sarebbero stati bollati come sintomi di una grave insufficienza renale. La morte sarebbe stata una conseguenza prevedibile. Nessuno avrebbe sospettato il suo piano: farsi congelare prima di morire. Al momento opportuno solo Roger, Jed e un medico e un coroner accuratamente scelti sarebbero stati presenti, e Victor li avrebbe pagati profumatamente per il loro silenzio.

Sulla carta, la morte sarebbe arrivata quando loro scrivevano che era arrivata.

Ma in realtà la morte non lo avrebbe sfiorato.

Lui l’avrebbe schivata. Imbarcandosi verso il futuro come un clandestino.

«Ascolta, Grace» sussurrò con voce rauca. «So quanto è stata dura anche per te. Ma ogni cosa è stata messa a posto, la parte burocratica, intendo. Roger ti spiegherà quello che c’è da sapere. L’importante è che…»

Pensò a quali parole usare. Voleva fossero la verità.

«L’importante è che tu non ti debba mai preoccupare.»

Gli occhi di Grace si inumidirono.

«Non mi sono mai preoccupata» disse.

Gli prese la mano, accarezzandogli le dita.

«Mi mancherai, lo sai?»

Lui annuì.

«Terribilmente» aggiunse lei.

Entrambi strinsero le labbra, e Victor sentì un groppo in gola. D’un tratto fu sul punto di confessarle tutto. Ma un momento si coglie, o si lascia passare.

Lui lo lasciò passare.

«Anche tu mi mancherai.»