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Logan telefonò all'Ufficio delle imposte dirette di Aberdeen, ma lì si rifiutarono di parlargli senza un mandato; e accadde lo stesso alla banca della Nichol. Per cui abbandonò ogni tentativo di scoprire per vie ufficiali dove lavorasse la povera donna e chiamò l'agente che avevano lasciato di guardia alla sua casa disastrata. Gli chiese di dare una rovistata in giro per vedere se gli riuscisse di trovare qualcosa che potesse dargli l'informazione che gli serviva: una busta paga, un estratto conto, robe del genere, chiamami subito, grazie.

Dopo una ventina di minuti l'agente lo richiamò e gli comunicò il nome di una ditta di autotrasportatori con sede a Inverurie. Gli segnalò anche una pletora di giornalisti, fotografi e operatori TV che avevano invaso la strada dove abitava la Nichol. «Ho dovuto cacciarne via un paio, che erano riusciti a intrufolarsi nel giardino sul retro. Ho bisogno di rinforzi!»,

Logan gli rispose che avrebbe cercato di fare qualcosa e riattaccò. Chiamò subito il numero che aveva ricevuto.

«Buongiorno, qui è la Garioch United International Distribution Limited, spero che stiate avendo una buona giornata; con chi desidera parlare?».

Ci volle un po' di tempo, ma alla fine Logan riuscì a convincere la centralinista a passargli un dirigente.

«Oh, Cristo... cosa c'è adesso?»

«Signor Arthur? Sono il sergente McRae del CID di Aberdeen...». «Ma proprio non avete niente di meglio da fare? Ho già detto tutto alla sua collega, OK? E adesso, se non le dispiace, sto andando a giocare a golf e sono in...».

«Con chi ha parlato?»

«Con una donna, come si chiamava...», si sentì il rumore di carte smosse dall'altra parte del filo,

«...Michelle? No, aspetta... Munro, sì, Munro. Mi chiedeva di una persona che lavorava qui, Elizabeth Nichol».

«Lavorava?»

«Ahimè sì, abbiamo dovuto licenziarla un paio di mesi fa. Peccato, era stata con noi otto anni... Guardi, ho già raccontato tutto questo

e...».

«Cosa faceva?»

«Camionista. Furgoni e articolati. Faceva molti viaggi nell'Europa dell'Est, prima che perdessimo quel maledetto appalto». Il che spiegava tutti quei globi di vetro provenienti da città dai nomi impronunciabili.

«Cos'altro ha detto all'agente Munro?»

«Mi aveva chiesto l'elenco di tutti i viaggi di Elizabeth; destinazioni, clienti, date e roba del genere. Come se non avessimo niente di meglio da fare!».

«Signor Arthur, si rende conto che Elizabeth Nichol è scomparsa? È stata rapita, la casa le è stata messa a soqquadro e con lei è scomparsa anche una delle nostre agenti, e crediamo che le vite di entrambe le donne siano in pericolo. E a me sembra che due vite umane siano un po' più importanti di una fottutissima partita di golf, non crede?».

Dall'altra parte del filo ci fu un silenzio imbarazzato, e poi: «Di cosa ha bisogno?»

«Di tutto ciò che le ha già chiesto l'agente Munro, e anche l'elenco di tutti i suoi dipendenti. Ah, e mi dica...

lei conosceva bene la Nichol?»

«Elizabeth è OK. A volte è un po' troppo dolce, presa com'è dai suoi impegni per beneficenza. Sempre alla ricerca di sponsor per quello o coinvolta in raccolta fondi per l'altro...», una pausa. «Davvero è stata rapita?»

«Sì». Logan districò un bloc notes da tutte le scartoffie che aveva sulla scrivania e cominciò a fare domande.

Quando arrivò Faulds, Logan, pennarello alla mano, stava scrivendo qualcosa sulla lavagna bianca.

«Facciamo il tè?», chiese il dirigente generale; «ho preso dei biscotti farciti alla crema», disse, posando una borsa di plastica di Marks and Spencer sulla sua scrivania e togliendosi la giacca. «Piove a catinelle», aggiunse.

Logan fece un passo indietro e controllò quanto aveva scritto sulla lavagna; una lista degli amici e conoscenti di Elizabeth Nichol. Non sarà stata accurata, ma era tutto ciò che era riuscito a ottenere da quelli della Garioch United International Distribution. Almeno adesso ne sapevano abbastanza da poter ricostruire cronologicamente gli ultimi movimenti della Nichol. Accanto al nome di Elizabeth, Logan aveva fatto altre due colonne, con in cima i nomi "FRATELLO – JIMMY” e "SORELLA — KELLEY". Con un paio di punti interrogativi sotto ognuno di essi. Rennie non si era ancora fatto sentire.

«Ho detto, lo vuoi un tè?»

«Cosa?». Logan si girò dalla lavagna. «Sì, grazie. Com'è andata con quelli del Comportamento Professionale?»

«Credevo di non dover più avere a che fare con quella gente...». Diede un'occhiata alla lavagna. «Chi diavolo è la Garioch eccetera eccetera?»

«Un'azienda di autotrasportatori; la Nichol lavora... lavorava lì. E il nome si pronuncia Geeree, sono dalle parti di Inverurie». «Geeree? E allora perché è scritto Garioch?», fece il giro della stanza, raccogliendo tutti i tazzoni vuoti e borbottando. «Ecco perché questo paese sta andando a carte quarantotto... i nomi di località sulla segnaletica stradale sembrano messi lì apposta per confondere chi viene in visita da queste parti...». Uscì dalla stanza, sempre borbottando sottovoce.

Logan chiamò Rennie al cellulare; si sentì il rumore di posate e stoviglie, e poi l'agente rispose. «Sono in pausa pranzo, OK?». «Rennie, parlami di Jimmy e Kelley Nichol».

«Ho diritto alla mia pausa pranzo, no? Anche i serial killer hanno la pausa pranzo».

«Li hai trovati?»

«No. Ho provato a scrivere i loro nomi in tutte le possibili combinazioni di ortografia ma non c'è nessuna traccia di loro nel PNC. E neanche nelle liste elettorali. È probabile che siano emigrati, specialmente se erano assillati da qualcuno che non gli faceva fare la pausa pranzo in pace, non crede?».

Logan riattaccò e provò anche lui; Rennie aveva ragione. Nessuna traccia di Jimmy o Kelley Nichol nella banca dati della polizia. Provò ad allargare il campo di ricerca, cercando di scoprire gli estremi della nascita di Elizabeth, ma l'archivio elettronico non andava indietro fino a quella data. Allora provò con i nomi dei suoi genitori, dei quali la Munro aveva segnalato i nomi - Edward e Sheila - quando aveva telefonato il suo aggiornamento dati, giovedì pomeriggio.

La banca dati indicò che Edward e Sheila erano morti entrambi in un incidente d'auto nel 1970. Un'altra strada senza uscita. Ma aspetta... Edward e Sheila... incidente d'auto... Logan si raddrizzò sulla sedia e cercò di ricordare quale aspetto di questi nomi aveva stimolato la sua memoria. Sì, c'era qualcosa... qualcosa che aveva a che fare con la Steel e con Alec e con fotografie di uomini deceduti... uomini con delle strane barbe, uno dei quali... non poterono avere figli, e quindi adottarono una bambina di una famiglia povera...

Logan afferrò il telefono e cominciò a spulciare nel suo taccuino, cercando il numero di contatto dell'ornino che aveva fatto loro da guida quando erano andati a visitare la Trinity Hall.

Il Gran Maestro e Venerabile Segretario dell'Associazione dei Carnari rispose al quarto squillo. «Salve, sono Ewan Morton». Nell'inconfondibile accento cantilenante di chi è nato nel Fife.

«Signor Morton? Sono il sergente McRae del CID, ci siamo conosciuti la settimana scorsa, ricorda? Lei mi aveva parlato del suo mentore...».

«Ma certo che mi ricordo di lei sergente McRae. Ho seguito la vicenda sui giornali. Brutta storia, nevvero?»

«Il suo mentore, Edward... Qual era il cognome?»

«Nichol. Edward N ichol». Una pausa. «Perché?»

«E la ragazza che adottò?»

«Elizabeth? Ragazza stupenda, era anche al nostro anniversario e...».

«Elizabeth le ha mai parlato di suo fratello e di sua sorella?»

«Elizabeth non aveva... Ah, lei intende germani, consanguinei... di prima dell'adozione; sì, Elizabeth soffriva di incubi a proposito di suo fratello. Ricordo che una volta Edward mi disse che Elizabeth era solita svegliarsi nel bel mezzo della notte, urlando a pieni polmoni. Da quanto mi sembrò di capire suo fratello somigliava al loro... com'è che viene definito al giorno d'oggi?... padre biologico? La sua infanzia non era stata particolarmente felice e quindi...».

«Ricorda per caso come si chiamasse Elizabeth prima di essere adottata dai Nichol?».

L'anziano signore cominciava a essere leggermente preoccupato. «Io... no, non riesco... ma di cosa si tratta?»

«Signor Morton, è una cosa importante».

Un sospiro. «Se ben ricordo mi pare che suo padre fosse qualcuno che aveva a che fare con il nostro settore merceologico, anche se non era macellaio, non so se mi spiego... So di certo che non era un membro della nostra associazione».

«Potrebbe trovarmi quel nome?»

«Chi, io?... Veramente tra poco ho un appuntamento col mio callista e...».

«Quando ci conoscemmo lei mi disse che aveva sempre desiderato di poter essere d'aiuto alla polizia nelle indagini su un omicidio». La voce di Ewan Morton perse l'accento cantilena e acquistò un timbro ferreo.

«Conti su di me, sergente». E al diavolo i suoi calli e duroni.

Il Venerabile Segretario dei Carnari fu di parola; una ventina di minuti dopo era di nuovo in linea, apparentemente senza fiato.

«Sono andato... sono andato alla Trinity Hall, e ho... e ho... ho spulciato tutti gli atti, dal 1966». Ci fu un attimo di silenzio.

«Signor Morton? Si sente bene?»

«È solo un po' di angina... allora ascolti, sergente; dai nostri atti risulta che Edward adottò la figlia di un uomo che si chiamava James Souter. Non era un membro dell'Associazione dei Carnari, ma lavorava in un mattatoio come assistente di macelleria», un'altra pausa e questa volta Logan sentì lo sfiato di un inalatore nel sottofondo. «Qui c'è scritto che ebbe un incidente sul lavoro; la manica del camice che indossava s'impigliò in qualche ingranaggio e lui perse quasi un braccio intero. I Servizi Sociali del Comune presero Elizabeth sotto le loro cure, e poi Edward l'adottò».

Logan scribacchiava rapidamente nel suo taccuino. «E sua sorella e suo fratello? C'è scritto qualcosa di loro?»

«Ehm... no, qui si parla solo di Elizabeth».

«OK, la ringrazio, signor Morton... lei mi è stato veramente di grande aiuto». Stava per riattaccare, ma poi si rese conto che c'era qualcosa che non aveva ancora chiesto. «Il mattatoio dove lavorava James Souter...

come si chiamava?»

«Era sullo stesso sito del nuovo mattatoio, come si chiama... ossignore, il mio cervello se ne sta andando...

quello di Turriff sa? Che è stato su tutti i giornali di recente?»

«Alaba Farm Fresh Meats». Tombola.

«Sì, proprio loro. Anche se non ho mai capito perché non hanno scritto "Alba" come si deve. Qualcuno avrebbe dovuto farglielo notare, non le pare?».

Logan si precipitò nella sala coordinamento indagini. Il vice questore aggiunto Bain stava confabulando con Faulds e Alec giocherellava con la sua videocamera.

Logan si avvicinò a loro; Faulds alzò lo sguardo, sorrise e gli porse un tazzone di tè. Era freddo. «Arrivi appena in tempo. Volevo un tuo parere su...».

«Signore, abbiamo una persona sospetta».

«Aspetta, non ancora...». Alec schiacciò un pulsante sulla videocamera. Aggiustò la messa a fuoco e...

«Azione!».

Bain lo guardò storto. «Quanto volte ti ho detto di piantarla di fare il regista?»

«Mi scusi; forza dell'abitudine».

«Si chiama Jimmy Souter ed è il fratello di Elizabeth Nichol. Il padre di Jimmy e di Elizabeth lavorava al mattatoio di Turriff. Tutto sommato forse il dottor Goulding aveva ragione; tutto ciò che il Carnaro ha fatto finora fa parte della sua preparazione alla vendetta che intende prendersi su sua sorella».

«COSA?»

«La madre li ha abbandonati; il padre ha perso un braccio in un incidente sul lavoro; Elizabeth viene prima affidata alle cure dei Servizi Sociali e poi adottata. Finisce in una famiglia che l'ama e si prende buona cura di lei. Jimmy invece resta a casa, con un padre violento e ubriacone». Non c'era voluto molto per portare alla luce la fedina penale e il tragico passato del Caro Papà; ubriachezza molesta, aggressione, danni al patrimonio pubblico, esposizione di bambini a pericoli vari, per non parlare poi di un paio di eventi che vengono normalmente definiti "incidenti domestici", in uno dei quali figurava una padella piena di grasso bollente. Non c'era da sorprendersi che la madre se ne fosse andata. Peccato che non si fosse portata i bambini con sé.

«Questo Jimmy Souter, ha qualche precedente?»

«Non sappiamo». Questo era un aspetto del caso sul quale Logan non si sentiva a suo agio. «Non riesco a trovar traccia di quest'uomo da nessuna parte... è come se fosse sparito. A meno che non sia stato adottato anche lui, cosa molto probabile, e quindi adesso avrebbe un altro cognome. Rennie sta spulciando tutte le case rifugio per bambini dell'intera area del Grampian, cercando tracce di Jimmy, Elizabeth o della loro sorella, Kelley».

Bain si girò verso Faulds e stava per chiedergli il suo parere, ma Logan non aveva ancora finito. «Ho fatto anche una ricerca sul padre, James Souter. Attualmente è ricoverato in un ospizio da qualche parte sulla costa, ma è ancora proprietario di una casa; una delle case abbandonate sul retro del mattatoio dell'Alaba Fresh Meats Company. Al numero civico tre».

Bain afferrò il telefono e chiamò l'ufficio radio della Centrale; ci sarebbero andati, subito, e ci sarebbero andati in gran numero.

La casa delle anime morte
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