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Barbara

 

 

28 Aprile 05:30 p.m.

 

Bene! Ancora un paio di punti e il progetto grafico per la home di questo sito per incontri sarà pronta.

Sollevo le braccia verso l’alto stiracchiandomele, prima di passare a scricchiolare il collo. Sono tutta indolenzita!

Non appena sono tornata dalla chiacchierata con Ren, mi sono buttata a capofitto su questo lavoro, rinvigorita da una nuova folgorante carica, senza mai scollare gli occhi dallo schermo, i quali ora mi bruciano manco ci avessi spruzzato di mia iniziativa del succo di limone.

Controllo l’ora sul computer. Le cinque e mezza del pomeriggio. Mmm… quasi, quasi mi bevo una lattina di tè freddo prima di mettermi a impostare un altro paio di cose!

«Vai al matrimonio quindi?» chiede Lucrezia sporgendosi dalla sua scrivania, la quale è posta di fronte alla mia.

«Già!» sospiro aprendo la lattina. «Sarà un weekend da favola!» sono decisamente sarcastica.

«E hai trovato chi ti accompagna per darti man forte? Non puoi di certo affrontare la situazione da sola!» prosegue Lù venendo a sedersi alla mia scrivania.

«Non dovreste lavorare voi due?» brontola infastidito Giulio dalla sua postazione.

Giulio è il più grande fra noi, quindi fa un po’ da mamma chioccia. È sempre molto serio, molto posato, la nostra bussola morale quando noi perdiamo troppo tempo a cazzeggiare.

«Tranquillo Giulietto bello! Ho appena finito la mia quota giornaliera. Anzi, direi che sono molto avanti!» gli sorrido lanciandogli un occhiolino malizioso… occhiata che lo fa sbuffare rumorosamente.

È un po’ un orso, ma forse dipenderà dal fatto che ha sangue nordico nelle vene. Se non ricordo male, credo che sia per metà russo da parte di madre e quindi se ne sta sempre serio, giudizioso. Un po’ troppo un pezzo di ghiaccio forse, anche se sono certa che al momento giusto sa sciogliersi e farti sciogliere!

Peccato che io non lo scoprirò mai! Non amo mischiare sesso e lavoro. Non è professionale!

«E poi qui stiamo facendo un discorso serissimo, quindi a cuccia!» brontola Lù assottigliando i grandi occhi blu fino a ridurli in due sottili e affilate lame.

Giulio sbuffa nuovamente, tornando a concentrarsi sul suo computer.

«Allora? Hai trovato l’accompagnatore?» riprende passandosi una mano fra i capelli biondi decorati da alcuni ciuffi blu puffo. Li porta sempre sconvolti con il gel e le arrivano poco sopra il mento appuntito del suo viso a cuore.

«Più o meno. Diciamo che ho detto a mia madre che andrò lì col mio nuovo super, fantasmagorico ragazzo!» sorrido misteriosa sorseggiando la bibita fresca.

La mia amica solleva un sottile sopracciglio biondo miele con fare confuso. «Ma tu non hai un ragazzo!» constata arricciando le labbra.

«Questo lo so anche da me, grazie tante Sherlock, o non avrei dato fondo alla mia scorta di batterie nelle ultime settimane!» sghignazzo allontanandomi con la sedia dalla mia scrivania bianca per poterci appoggiare sopra i piedi.

«Guardate che vi sentiamo!» esclama il timido Federico, l’altro nostro collega dai corti capelli rossi come una zucca.

Io e Lucrezia lo ignoriamo, come sempre, e continuiamo con le nostre chiacchiere.

«Una spesa inutile tesoro! È per questo che io uso solo il mio fidato Rabbit che si ricarica con la corrente elettrica! Risparmio di brutto sulle pile, sai?» mi informa Lucrezia facendo dondolare le gambe toniche fasciate nei jeans.

«Oh signore!» sbuffa Federico dietro di noi.

«Ma davvero? Non sapevo ce ne fossero anche di così!» fischio seriamente colpita mordicchiando la cannuccia.

«Oh sì! Dopo ti mando l’indirizzo Internet, così gli dai un occhio. Costano un po’, ma il risultato ne vale senza ombra di dubbio la pena, credimi!» ammicca mordicchiandosi il labbro inferiore.

«Ma porca…» sento digrignare i denti al povero Federico.

Gli getto un’occhiata di tralice ridacchiando sotto ai baffi. Il povero ragazzo è rosso più dei capelli!

C’è una cosa che forse non ho detto sul mio giovane collega. Cielo! Ha solo un anno meno di me e già parlo come mia nonna! Comunque, Federico oltre a essere adorabilmente timido, è pure follemente e perdutamente innamorato della mia amica da almeno due anni. Lo sappiamo tutti in ufficio, tranne Lucrezia. In fondo spetta a lui dirglielo. Quindi posso immaginare che sentire parlare l’oggetto del suo desiderio di vibratori e affini gli crei una qual certa reazione!

Ripeto… adorabile! Anche se credo che Lù sia un po’ troppo “aggressiva” per uno come lui. Lo divorerebbe!

«Allora? Questo fidanzato che c’è ma non c’è?» continua Lucrezia ignorando i sospiri irritati e non dei due colleghi maschi con i quali dividiamo il piccolo ufficio dalle pareti bianche e con un’unica finestra.

«Ecco… ho chiesto un piccolissimo favore a Ren!» mi stringo nelle spalle per minimizzare tutta la faccenda.

Le carnose labbra di Lucrezia si spalancano in una O perfetta che sprizza stupore alla massima potenza, mentre mi fissa sbattendo le palpebre al rallentatore.

«Che c’è?» chiedo curiosa gettandomi i capelli all’indietro.

«Tu e Ren fingerete di stare insieme?» c’è un che di divertito nella sua voce.

«Già! Ho pensato che mi serviva qualcuno in grado di sopportare tre giorni in mezzo ai pazzi e poi lui mi conosce e quindi renderà la cosa più credibile!» getto la lattina vuota dentro al bidone in plastica.

«Quindi, tu mi stai dicendo che, invece di portarti qualcuno con il quale passare un bel weekend di fuoco per distrarti, tu hai chiesto al tuo super sexy amico di farti da più uno?» ridacchia davvero divertita, da cosa non lo so proprio.

«Lù per me sarà un fine settimana piuttosto ostico. Dovrò pensare a difendermi tutto il tempo dagli attacchi verbali e forse pure fisici da parte di mia madre e mia sorella, non ho tempo di sviare gli assalti di un qualsiasi accompagnatore infoiato, con Ren sarà tutto più semplice!» spiego tornando con i piedi sul pavimento.

«Perché fra voi due non c’è attrazione, giusto?» domanda per la milionesima volta da che la conosco.

«Giusto!» sbuffo stanca.

Ma perché sono tutti sbalorditi quando gli dico che fra me e Lorenzo non c’è nulla di sessuale?

Lucrezia si sporge verso di me, fissandomi con fare attento e analitico, prima di alzarsi in piedi e lisciarsi la t-shirt bianca, la quale sbatte un po’ sul suo incarnato porcellana.

«Com’è possibile che tu non abbia mai pensato di andare a letto con lui?» sospira tornando verso la sua scrivania. «Sei forse pazza?»

«Se ti ricordi, questa cosa me l’hai già chiesta tre anni fa, come ti ho presentato Ren, e oggi, come allora, ti rispondo nel medesimo modo. È il mio migliore amico!» scivolo sulla mia sedia girevole nera.

«Okay, lo so questo, ma è anche un fico spaziale!» esclama smangiucchiando delle mandorle salate.

«Certo, ma è anche colui che mi fa le puzzette sotto le coperte, che mi ha visto vomitare addosso dopo la mia festa di laurea e che si taglia le unghie dei piedi sul mio divano. Non c’è nulla di sexy in tutto ciò!» sorrido chiudendo la cartella con tutti i lavori da fare, spegnendo il computer.

«C’è intimità fra voi!» ribatte lei con un sospiro, sbattendo le lunghe ciglia nere.

«Beh, è quel genere di intimità che di solito raggiungi dopo almeno venti anni di relazione! Noi ci siamo arrivati saltando pure la parte migliore di un rapporto. Siamo come una vecchia coppia sposata! Non c’è la minima attrazione sessuale fra di noi, o non avremmo mai dormito tutte quelle notti nel medesimo letto senza cedere alla tentazione!» mi alzo in piedi scrocchiandomi la schiena, sbadigliando vistosamente.

«Sì… tu sei pazza.» borbotta Lucrezia scuotendo la testa, spegnendo anche il suo di computer.

Ignorandola saluto tutti. Oramai sono le sei passate e posso anche tornarmene a casa.

Adoro lavorare in questa piccola azienda! Essendo composta da tutti ragazzi di massimo 35 anni, ed essendo un ambiente creativo, non abbiamo né orari di entrata, né di uscita. Possiamo anche lavorare da casa se vogliamo, l’importante è avvisare e consegnare i lavori sempre puntuali.

 

Passeggio per un Viale Carducci gremito di gente, dopotutto è venerdì pomeriggio e oggi è davvero una splendida giornata! C’è stato il sole tutto il giorno e l’aria primaverile è mite e gradevole.

Mi incanto a guardare qualche vetrina di abbigliamento. Mi innamoro di un paio di scarpe da tennis tutte strass, compero del gelato sfuso da mangiare stasera con Ren e poi mi dirigo a casa.

Sì. Sono sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta nel chiedere al mio migliore amico di aiutarmi. Saranno delle giornate davvero pesanti per me e l’unica cosa della quale avrò bisogno sarà del sostegno di qualcuno che mi vuole bene e non di un bamboccio che si fa la pipì addosso non appena incontra quelle iene dei miei familiari! Ren oramai li conosce e sa come tenergli testa.

E poi… okay! Confesso che il fatto che Alessio ne è sempre stato geloso marcio, un po’ mi ha aiutata nel prendere questa decisione. Ma credo che sia umano voler dire al tuo ex che ti ha mollata «Ah-ah! Non solo ti ho dimenticato, ma ora sto con uno dieci volte più fico di te! Becca!» giusto, no?

Ren è dinamite. Alessio un mare placido.

Ren è da dieci. Alessio… un discreto sette e mezzo, otto.

Per concludere, lui mi avrà anche cornificata con mia sorella, mollata poco prima del matrimonio, ridotta uno straccio tramutandomi nella pallida versione di me stessa, ma io sono guarita e ora sto meglio senza Alessio.

Sono risorta dalle mie ceneri come la Fenice.

Non mi avete annientata brutti bastardi!