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Lorenzo

 

 

Venerdì 11 Maggio 02:45 p.m.

 

La camera è abbastanza graziosa. Pareti bianche, il soffitto con travi a vista, pavimento in cotto, un grande letto matrimoniale al centro in legno di gusto antiquato da casale di campagna, un po’ come tutto il resto dell’arredamento. Davanti al letto è posizionato un tavolinetto in legno ricoperto da un tondo vaso di fiori freschi variopinti nei toni del giallo, come le pesanti tende alla finestra.

«Non è malvagia!» esclama Bamby guardandosi in giro per la stanza, appoggiando la sua valigia ai piedi del letto, sopra un grande tappeto di tipo Tricot Flag, rigorosamente giallo crema. «Un po’ troppo sul genere romantico per i miei gusti magari.» continua sedendosi sul letto, rimbalzando un po’ per provare il materasso.

«Sì, beh… per tre giorni può anche andare!» le faccio eco io scostando la tenda per ammirare il panorama.

A quanto pare siamo affacciati sul lato dove c’è tutta la campagna e la piscina. Meglio! Così è più tranquillo.

«Dunque, direi che come prima prova non è andata male!» sorride Bamby togliendosi le scarpe, sdraiandosi al centro del letto.

«Anche secondo me!» convengo sedendomi accanto a lei.

«Sei stato un grande prima quando hai snocciolato quelle parole davanti a quel manichino di mia sorella!» ride voltandosi verso di me.

«Cosa ti credi bella mia? Guarda che io sono un gran romanticone!» le ammicco distendendomi incrociando le mani sotto la testa.

«See… come no!» mi punzecchia un fianco. «Ora credo che mi farò una doccia veloce e poi inizio a cambiarmi.»

«Okay! Io intanto mi guardo un po’ di tivù.»

«Va bene. Senti, pensavo che…» viene interrotta dalla suoneria del suo telefono. Si allunga verso la tracolla nera abbandonata sul pavimento per prendere la fonte delle note della sigla di Two Broke Girls che usa per i messaggi.

«Uffa! È quella rottura di mia sorella. Sta venendo qui perché mi deve parlare, dice che è urgente e che tanto sa che non disturberà molto noi due. Quanto non la sopporto!» ringhia digrignando i denti gettando il telefono sul letto in un gesto frustrato.

«Non se l’è bevuta, vero?» le chiedo accendendo la tivù a schermo piatto posta sulla cassettiera alla destra del letto.

«Credo che non ci crederebbe nemmeno se ci beccasse a fare sesso selvaggio!» borbotta grattandosi un occhio. «Lei pensa che siccome tu con lei non ci hai mai provato, allora è impossibile che ti piaccia io!» spiega facendo una serie infinita di boccacce.

«È sempre stata una gran montata!» sbuffo togliendomi le scarpe.

Se non ci provo con Laryn è perché non la sopporto!

Anche se non la conoscessi, mi basterebbe un’occhiata da lontano per classificarla come scassapalle di prima categoria e non sopportarla. Ha la puzza sotto il naso, si lamenta di tutto, non sopporta nulla e non l’ho mai vista sorridere, ma ha costantemente lo sguardo di una che ti esamina dall’alto in basso.

Al contrario, Bamby se non la conoscessi e non fossimo grandi amici, sarebbe senza ombra di dubbio il mio tipo.

«Senti…» si volta verso di me guardandomi con uno strano cipiglio negli occhi. «Ti va di divertirci con lei?» propone ammiccando con le sopracciglia.

Mmm… sento puzza di guai. «Cioè?»

«Sicuramente lei irromperà in camera nostra con la scusa di volerci cogliere in fallo, o non so… e se noi ci facessimo effettivamente cogliere in flagrante ma non come si aspetta lei?» il sorriso le si allarga a dismisura.

«Cosa hai in mente Bamby?» domando timoroso, ma come la vedo spegnere la tivù, montarmi a cavalcioni e sfilarsi la maglietta, scatto in su con la testa e sgrano gli occhi. «Bamby?»

«Dai! Così la smetterà di rompere e non ci starà col fiato sul collo per il resto del weekend!» mi supplica sbattendo le ciglia.

«Questo non era nei patti.» le ricordo allarmato, mentre cerco di impedire ai miei occhi di fissarsi sul merletto del suo reggiseno dal quale vedo distintamente l’inizio delle areole dei capezzoli.

Merda!

«Ma mica dobbiamo fare qualcosa! Ci facciamo solo trovare così!» insiste tamburellando le mani sopra al mio stomaco.

«Bamby…» non so cosa dire, mi è completamente caduta la lingua e non nascondo che quel maledetto vedo non vedo del merletto rosa, il quale so perfettamente essere in pendant con il perizoma, non mi aiuta a concentrarmi e a rimanere freddo.

«Dai Ren, cosa ti costa?» insiste piegandosi un po’ verso di me.

«Bamby ti prego… è imbarazzante!» inizio a sentire il cuore battere più celermente, mentre la temperatura del mio corpo va via, via salendo verso dei livelli preoccupanti.

«Lo so Ren, ma così ci togliamo dalle scatole quella ficcanaso, anche se…» noto che mi scruta con occhi analitici. «… se te ne stai così non ci crederà mai!» protesta.

«Cosa intendi?»

«Beh, immagino che in certi momenti tu sia un pelo più partecipe!» incunea un nero sopracciglio.

«Certo, ma…» che io sia dannato se mi lascio travolgere da questa situazione, perché non finirebbe bene!

«Allora andiamo!» mi afferra le mani e se le mette sul sedere, facendomi sgranare nuovamente gli occhi. «Ora non guasterebbe se tu fossi un pelo più coinvolto. Non so… con una faccia meno spaventata ecco!»

«Non sono mica una macchina! Non mi eccito a comando!» e poi non posso eccitarmi con te! È… è contro natura credo!

«Oh sì che devi! Io sono qui, a cavalcioni sopra di te mezza nuda, il minimo che mi aspetto da parte tua è un alza bandiera come si deve! Non è per nulla lusinghiero, sappilo!» mette il broncio incrociando le braccia al petto.

«Barbara…»

«Vorrà dire che l’hai voluto tu!» esclama con occhi di sfida.

«Come scusa?»

Invece di rispondere, la mia cosiddetta amica prende a dimenarsi sopra di me, facendo scorrere le mani lungo il mio addome sotto la maglietta, fino a giungere a stuzzicarmi il piercing al capezzolo destro. Io, inevitabilmente, inizio a eccitarmi. Non sarò una macchina, ma nemmeno di legno cazzo!

«Buonasera piccolo Ren!» sussurra con fare gongolante piegandosi un po’ verso di me, solleticandomi una guancia con la punta della sua treccia.

«Piccola pestifera che non sei altro!» sibilo a denti stretti, stringendo d’istinto le mani sulle sue natiche per appiccicarle meglio il bacino al mio, in un gesto puramente automatico.

Come entriamo ancora di più in contatto ci blocchiamo all’unisono.

Rimaniamo immobili a fissarci dritti negli occhi, con una strana atmosfera fatta di elettricità che divampa e aleggia attorno a noi.

Abbiamo entrambi il respiro frammentato e le sue guance sono gradevolmente accese di rosso come una ciliegia matura. E sono più che certo che persino le mie non sono da meno.

Siamo tutti e due eccitati ora e non va assolutamente bene. È terribilmente strano! Stiamo decisamente giocando col fuoco.

Sto cercando qualcosa di arguto da proferire, una battuta, una presa in giro sul fatto che sembra proprio che lo scherzo le si sia rivoltato contro, ma il mio cervello inizia a liquefarsi, mentre viene avvolto da una densa nebbia rossa che solitamente mi preannuncia almeno una mezz’ora di piacevoli follie.

Stringo ancora di più le dita attorno al suo sedere favolosamente sodo da sopra il sottile strato di jeans, mentre annaspo alla ricerca di qualcosa da dire, o fare, quando bussano alla porta della camera e siccome Laryn è terribilmente maleducata, entra senza aspettare una nostra risposta.

«Barbara senti… oddio!» grida bloccandosi ai piedi del letto.

Fortunatamente tutto questo ci serve per raggelare lo strano fuoco che ha preso ad ardere improvvisamente fra di noi e a ritornare normali.

«Aspettare che qualcuno ti dia il permesso di entrare?» la rimprovera Bamby rimettendosi dritta con la schiena, voltandosi verso di lei fingendosi anche molto scocciata.

«Po-potevate chiudervi a chiave!» replica l’altra appoggiandosi le mani sui fianchi tondi.

«Di norma la gente non ti entra in camera senza permesso!» le sorride continuando a sfiorarmi la pancia con le unghie.

«B-beh… ma… ma ti avevo scritto e… e ti devo parlare!» cerca di mantenersi seria, anche se è evidente quanto sia fortemente a disagio.

«Ma dovrai aspettare. Ci hai interrotti sul più bello!» continua Bamby ripiegandosi verso di me per sfiorarmi una guancia con la punta del naso, mentre io le arpiono meglio i fianchi e la spingo verso di me. Ma non so se lo sto facendo per aiutarla in questa assurda recita o... o altro. Sono piuttosto confuso al momento!

Laryn prova a ribattere, ma poi si limita a fulminarci con gli occhi verdi duri e glaciali e a fare un lesto dietrofront, sbattendosi forte la porta alle spalle.

«Ottimo lavoro socio!» ridacchia un po’ imbarazzata come restiamo nuovamente soli, guardandomi appena negli occhi. Forse è a disagio, proprio come me dopotutto.

Salta svelta giù da me e dal letto, afferrando la sua valigia. «Allora… vado a fare la doccia.» annuncia lanciandomi un veloce sorriso prima di chiudersi in bagno.

Io me ne rimango nella medesima posizione supina, con gli occhi sbarrati ancora fissi al soffitto bianco sopra di me.

Sono sconvolto, completamente sotto sopra da quello che è accaduto poco fa fra noi due e… lo confesso. Sono ancora eccitato. Molto eccitato dannazione!