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Barbara

 

 

Venerdì 11 Maggio 03:35 p.m.

 

Col senno di poi l’idea di montare in groppa a Ren e stuzzicarlo fino a farlo eccitare non è stata una gran mossa.

Primo è stato imbarazzante, poi anche strano e per concludere in bellezza mi sono eccitata a mia volta.

Non lo pensavo possibile, ma come ho sentito il suo accessorio puntarmi contro, mentre le sue dita stringevano saldamente il mio sedere e i suoi occhi assumevano una luce lussuriosa è successo il fattaccio.

Accidenti! Non scherzava quando si paragonava al mio super vibratore! Mi ha fatto salire un caldo!

Fortuna che dopo la doccia sono definitivamente tornata in me e fra di noi è tutto come prima. Meglio così, anche perché il weekend è solo all’inizio e abbiamo ancora molto da sopportare.

Comunque, una volta che tutto questo sarà finito gli dovrò fare un super regalo al mio buon amico. Magari un nuovo paio di scarpe per l’arrampicata su roccia, dato che le sue sono vecchie decrepite. Sì. Decisamente mi sembra una buona idea!

 

Okay… sono pronta a lasciare tutti senza fiato!

Mi do un’ultima controllata allo specchio. Il tubino nero che ho comprato per questa serata mi calza come un guanto. Ha uno scollo a cuore abbastanza profondo, mettendo in mostra le mie tettine di una sincera taglia seconda, con l’orlo che la mia buona amica Lucrezia definirebbe a giro patatina.

Sono sexy. Sono uno schianto. Sono agguerrita. Sono... sono sul punto di svenire.

Mi concedo altri due minuti per raccogliere meglio le energie e il mio coraggio.

Prendo un altro profondo respiro e mi ravvivo i capelli ondulati grazie alla treccia, mi infilo il golfino nero, le scarpe col tacco alto che so già mi manderanno al manicomio entro metà serata e busso alla porta del bagno.

«Ren! Io scendo giù, vorrei parlare con zia Violetta e con la nonna prima di affrontare il plotone di esecuzione al completo!» urlo allacciandomi un braccialetto con svariate stelline come ciondoli che tintinnano a ogni movimento della mano.

«Okay! Io ti raggiungo fra cinque minuti!» replica lui. Dal rumore che sento deve aver appena finito la doccia.

«Fa con calma, c’è ancora tempo. A dopo!» prendo la mia borsetta ed esco dalla stanza.

Cammino lungo un corridoio pieno di porte, dietro le quali sento provenire un gran brusio di voci. Ci saranno solo gli invitati a questo schifo di matrimonio, o anche qualcuno che è semplicemente qui in vacanza?

Mentre aspetto di entrare in ascensore sento vibrare il telefono dentro la borsetta.

-Pronta amica mia? Stendili tutti, mi raccomando! ;)

Mi scrive Lucrezia sulla nostra chat di WhatsApp.

-Grazie bella! Sono super agguerrita!-

-E mi raccomando… salutami il sexy Ren, e se vi scappa… usate le dovute precauzioni!- seguito a ruota da almeno venti smile ammiccanti e faccine di maialini.

Mi blocco metà dentro, metà fuori dall’ascensore, rischiando di restare schiacciata in mezzo alle porte.

Che rottura quando fanno tutti questo tipo di allusioni del piffero su di me e Lorenzo! Come se non avessimo mai dormito nel medesimo letto in tutti questi anni di amicizia!

-Smettila Lù! Lo sai che non accadrà nulla!-

-Guasta feste!-

-Rottura!-

-Zoccola!-

-Grazie! Altrettanto! ;)

-Fammi sapere come è andata la cena!-

-Certo, buona serata scema!-

Scuotendo la testa ripongo nuovamente il telefono dentro la mia borsa e cerco di prepararmi psicologicamente a queste ore che mi risulteranno senza ombra di dubbio infinite.

Tornata nella grande hall, dove continua a esserci un discreto via vai di gente, prendo a guardarmi attorno con la speranza di beccare la zia e la nonna.

«Barbara sei tu?»

Mi volto, per ritrovarmi davanti i signori Bruni, i genitori di Alessio, i quali con grande imbarazzo sorridono venendo proprio verso di me.

«Salve signora Gioia. Signor Sergio!» tiro un sorriso di circostanza.

Non sono male come persone. Meno snob dei miei. Ma è comunque imbarazzante data la situazione!

«Ciao tesoro! Come stai?» domanda la signora Gioia dandomi due veloci baci sulle guance, fissandomi con i suoi grandi occhi azzurri, identici a quelli del figlio.

«Oh alla grande, grazie! E voi? Emozionati per domenica?» cerco di fingermi il più rilassata possibile, spero di esserci riuscita!

«Sì… ecco… per quanto riguarda quello che è successo l’anno scorso…» balbetta a disagio Sergio, suo marito, grattandosi nervoso la testa, sconvolgendo i corti capelli brizzolati.

«Tranquilli! Oramai è acqua passata. Non ci sto male, anzi! Vivo una nuova relazione da un po’ e sono molto felice, quindi non c’è proprio nulla di cui dobbiate preoccuparvi!» mi appoggio le mani sui fianchi dandomi un tono di superiorità.

«Oh!» non so perché, ma la signora Gioia sembra realmente sorpresa dalla cosa! È così impossibile immaginarmi felicemente fidanzata con qualcuno?

«Di già?» domanda tirando i muscoli facciali.

La guardo confusa. Come sarebbe a dire “di già”?

Ma se suo figlio si sta risposando neanche un anno dopo avermi mollata e annullato le nostre nozze, proprio con mia sorella! Ma che diavolo…

«Beh, mi fa piacere tesoro! Ed è qui anche lui?» domanda ricomponendo la faccia ancora stupita.

«Sì. Sta finendo di prepararsi per la serata, scenderà a minuti.» sbuffo irritata. Ma come si permette di assumere quell’aria infastidita?

«Allora vorrà dire che dopo ci potrai presentare!» si intromette il signor Sergio, appoggiando una mano sulla spalla della moglie, come per tenerla buona.

È a me che qualcuno deve tenermi buona, prima che vi prenda per le vostre zucche vuote buone nemmeno per il brodo e ve le sbatta una contro l’altra!

«Oh! Ma voi lo conoscete già! È Lorenzo, quel mio amico di vecchia data.» replico allegra, reprimendo tutti i miei più vividi istinti omicida.

I due coniugi Bruni mi fissano ammutoliti per qualche istante. Ora sì che sembrano sbigottiti!

«Ahm… ma pensa!» ridacchia nervosa Gioia guardandosi attorno a disagio.

«Allora ci vediamo dopo!» si affretta ad aggiungere il marito prima di dirigersi verso un’altra stanza con sua moglie.

Che tipi assurdi!

Sembrano quasi dispiaciuti del fatto che io mi sia rifatta una vita dopo loro figlio. Ma che si aspettavano? Che passassi l’eternità in lutto a struggermi anima e cuore per quel cretino di un bamboccio?

Assurdi.

Nel disperato tentativo di riprendermi dopo questa poco piacevole conversazione, riprendo a gironzolare per l’immensa struttura, ammirando il centinaio di fiaccole accese nel grande giardino, dal quale intravedo in lontananza la piscina illuminata da svariati faretti.

Schivo alcuni camerieri che fanno avanti e indietro da una sala poco più avanti, così mi dico che deve essere lì che si terrà il cocktail di benvenuto e mi ci dirigo, sperando di trovarci già zia Violetta e la nonna.

Oltrepasso il piccolo arco per ritrovarmi dentro una sala privata, con sempre le travi a vista sul soffitto, mura tinte di bianco, tavolini tondi ricoperti da tovaglie color crema con sopra dei piccoli centro tavola creati con rose tea lilla e candele cubiche del medesimo tono di viola. In fondo, in un angolo, vi è posizionato un mobile bar, dove un cameriere con camicia bianca, papillon e pantaloni neri, sta preparando il tutto per il suo servizio… ancora non lo sa, ma durante questa serata lui diventerà il mio nuovo migliore amico!

Accanto a lui noto una lunga tavolata, dove altri camerieri sono tutti presi dal sistemare innumerevoli vassoi in argento carichi di stuzzichini di ogni tipo, i quali mi fanno brontolare lo stomaco di riflesso, specie come individuo le mozzarelline fritte.

Fortunatamente da qui scorgo mia zia in giardino, tutta presa a fumarsi una sigaretta, così mi avvio alla porta a vetri per raggiungerla, sperando non mi strozzi dopo la mia confessione.

«Ehi zia!» la chiamo bussandole sulla spalla coperta da un lungo spolverino azzurro.

«Tesoro! Ehi ma sei uno schianto!» fischia squadrandomi da capo a piedi con fare ammirato.

«Grazie!» sorrido fiera appuntandomi le mani sui fianchi. «Era questa l’intenzione!» ammicco.

«A quel povero Ren gli verrà un infarto nel vederti!» sghignazza prendendo un altro tiro dalla sua sigaretta.

«Sì… ecco…»

«Ah tesoro! Sono così felice che finalmente vi siate accorti di cosa in realtà c’è fra di voi, state così bene insieme!» sospira con fare sommesso.

«Ecco… zia, a proposito di questo, c’è… c’è una cosa che vorrei dirti.» gingillo con le dita nervosa, mentre lei mi scruta attenta con i suoi occhi marroni simili ai miei.

«A te posso dire la verità. Io e Ren…» mi guardo attorno per assicurarmi che non ci sia nessuno a origliare. «… noi due non stiamo realmente insieme. Fingiamo solo, ecco! È che non volevo presentarmi qui da sola e fare la figura della ex sfigata e zitella, così gli ho chiesto questo piccolo favore, ma fra me e lui è sempre come prima. Ci tenevo che tu e la nonna sapeste la verità, non volevo ingannarvi.» concludo dondolando le braccia.

Mia zia rimane per un po’ in silenzio a fissarmi con fare meditabondo. Poi getta a terra la cicca della sigaretta, la calpesta con un piede e sospirando a fondo si sistema meglio lo spolverino e appoggia le mani sui magri fianchi.

Mia zia ha davvero una linea invidiabile dovuta al nuoto. Va in piscina circa quattro volte la settimana e quando va in vacanza fa anche le immersioni.

«E io che speravo che finalmente voi due aveste aperto gli occhi!» sbotta alla fine.

«Ma fra me e lui non c’è nulla di quello che tu e la nonna sospettate! Siamo solo due buoni amici. I migliori. È come avere un fratello con il quale vado molto d’accordo!» mi siedo sulla panchina in legno posta accanto al muro esterno, con lo sguardo rivolto alla piscina e alle fiaccole.

«Tesoro… io vi adoro. Lo sai che noi due abbiamo sempre avuto un rapporto speciale, sei la figlia che non ho mai avuto e Ren è un ragazzo fantastico, ma giuro che vi prenderò a testate se non vi decidete ad aprire gli occhi e vedere quello che avete di fronte dal primo momento che vi siete conosciuti!» brontola sedendosi accanto a me, fissandomi seria a braccia conserte.

«Ma perché avete tutti questa fissazione? Solo perché andiamo d’accordo e siamo del sesso opposto non possiamo essere semplicemente amici?» sbotto distendendo le gambe davanti a me, sfregandomele con le mani. L’aria fresca del pomeriggio mi sta facendo spuntare la pelle d’oca.

«Io non dico che non è possibile che voi due siate semplici amici. Io stessa ho tantissimi amici uomini con i quali non sono mai stata a letto e mai lo farò. Ma quello che voglio farti capire è che voi due non siete solo questo, solo che siete troppo ciechi e scemi per accorgervene!» conclude dandomi uno scappellotto.

«Ahio!» protesto massaggiandomi la testa. «Comunque tienitelo per te e magari dillo tu alla nonna.»

«Allora… 1) Non lo direi mai a nessuno, ma ti pare? Lo sai che puoi fidarti di me. 2) Ci parlo io con mamma, tranquilla e 3)… svegliati nipotina mia, prima che sia troppo tardi e che qualcun’altra te lo soffi via!» usa un tono di voce decisamente perentorio rimettendosi in piedi, allungando una mano verso di me, la quale afferro volentieri e mi faccio sollevare.

«Guarda che nel letto di Ren c’è già un discreto via vai zia! Cosa vuoi dire?» chiedo confusa sistemandomi il vestito lungo i fianchi.

Mia zia mi lancia un’occhiata esasperata. «Non parlo del sesso occasionale gioia mia! Parlo di quella ragazza che gli farà mettere la testa a posto e che te lo porterà via! Ancora siete giovani, ma accadrà prima o poi.» mi accarezza una guancia dandomici poi un pizzicotto. «Bene. Io rientro, e tu?»

«Ahm… sì, arrivo anche io. Tempo un minuto e arrivo.» le sorrido allacciandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Lei mi lancia un occhiolino e poi se ne sparisce oltre la porta scorrevole canticchiando un motivetto che non capisco a bocca chiusa, mentre io, non so per quale motivo, mi ritrovo appoggiata al ruvido e freddo muro a riflettere sulle sue parole.

Davvero non ho mai pensato alla possibilità che prima o poi io e Ren non saremo più noi due?

Che non potremmo più dormire insieme, fare l’alba a chiacchierare davanti alla tivù mentre mangiamo schifezze e facciamo a gara a chi beve più birra?

Cioè, nemmeno quando credevo di stare per sposarmi ho pensato per un solo minuto che le cose fra me e lui potessero cambiare, ma effettivamente ha ragione zia Violetta. Prima o poi accadrà e onestamente questa prospettiva non mi piace per niente!