Contatto
Chivasso-Ingolstadt, maggio 2008
Ho passato tutta quella notte a mandare e-mail dalla nostra casa… E così ho fatto per diversi giorni successivi a quello. Su Internet ho selezionato ulteriormente le aziende a cui mandare la “nostra” offerta di servizi per l’automazione di linee industriali, ho pure individuato i loro fornitori e così ho ampliato rapidamente la rosa di imprese alle quali rivolgermi. Ho contattato anche imprese europee e soprattutto tedesche che lavorano in Cina. A forza di fare, a forza di mandare centinaia di e-mail qualcosa succederà, ne sono convinto…
Mi ha telefonato un certo Michael Breitmoser, che è il responsabile tecnico di un’azienda, la Process Automation Solutions, che in Germania lavora a supporto di grandi case automobilistiche:
«Mr. Mangano, abbiamo ricevuto la presentazione della sua azienda, siamo interessati alla vostra proposta. Noi abbiamo in corso un lavoro con Mercedes, a Brema. Vorremmo fare due chiacchiere con lei e il suo staff…»
Fantastico! Conosco bene quello stabilimento di Mercedes e la telefonata è quella che speravo di ricevere, ma… rimango ugualmente sorpreso… Già, vuole incontrare me e il mio staff, che non c’è!
«Mr. Breitmoser, grazie, veniamo a trovarla. La prego di attendere un momento. Vado alla mia scrivania in ufficio dove ho lasciato l’agenda e ragioniamo sulla prima data possibile». Sono a casa, nel mio soggiorno, altro che ufficio…
Sono arrivato a Ingolstadt, a Nord di Monaco di Baviera, dove incontrerò Mr. Michael Breitmoser. Sono giunto fin qua in auto, sulla mia piccola “Micra”, un lungo viaggio dal Piemonte alla Germania, attraverso la Svizzera, passando per il valico del San Bernardino. Ho portato con me il “mio staff” – l’unico che potevo esibire, mio fratello e mio cugino Rocco − e tanta speranza di non rendere vana questa costosa trasferta.
«Signor Breitmoser, questa è la nostra azienda», e descrivo nel dettaglio i servizi che può garantire la Manganorobot. Spiattello tutte le nostre competenze, faccio capire che siamo capaci di lavorare su qualsiasi linea produttiva, ci sappiamo fare noi nell’automazione industriale… Non racconto bugie, è quello che effettivamente possiamo garantire noi tre nella programmazione robotica, nella quale lavoriamo da diverso tempo. Quello che non dico è che non saremo in grado di eseguire su larga scala i lavori che pure sappiamo fare: non abbiamo risorse professionali tali da reggere un impegno più ampio delle nostre forze.
«Tutti Superman, voi italiani», scherza il nostro interlocutore. Sa bene che noi italiani sappiamo venderci molto bene a parole, poi però cambia tono e diventa serio: «Ecco il lavoro che dobbiamo fare per Mercedes» e mi dettaglia il progetto: «Vorrei avere da voi una stima di quanto potrebbe costarci la vostra attività di programmazione su una linea di questo tipo».
Gulp! Ci guardiamo tutti e tre con l’angoscia negli occhi, ma riusciamo a celare il nostro disagio: si tratta di un lavoro enorme, impossibile per le sole nostre povere forze. «Calma, Daniele», mi dico, e al termine della chiacchierata assicuro Breitmoser: «Le faremo avere la nostra valutazione».
Nel viaggio di ritorno a casa, poche parole e tanti interrogativi… «Delle due una, ragazzi: o gli diciamo la verità, che cioè non siamo in grado di garantire la realizzazione di quel lavoro, troppo grande per le nostre forze, oppure continuiamo a bluffare e vediamo che cosa succede». Rapido consulto: siamo arrivati a casa con una convinzione: «Continuiamo a bluffare».
Ho risposto a Mr. Breitmoser: ho fatto una proposta economica elevatissima, ben al di sopra del prezzo di mercato. Ho chiesto tantissimi soldi con il chiaro intento di sentirci dire di no, non di rifiutare noi la partecipazione al progetto. Almeno salveremo il contatto per future occasioni. E infatti… Sono passati alcuni giorni e dalla Process Automation è arrivata una risposta inequivocabile: «Ringraziamo per l’interessamento ma la proposta è molto esosa per noi, non siamo nella disponibilità di accogliere la vostra collaborazione». Fine dell’avventura…