Alla ricerca di nuovi clienti
Germania, tra 2015 e 2016
Mi ha telefonato Michael. L’ho salutato con la cordialità di sempre: siamo a lui debitori di una buona parte del nostro successo e poi… siamo amici. Voglio raccontargli che siamo ulteriormente cresciuti e che ci siamo anche comprati un nuovo ufficio operativo, qui, alla periferia di Torino, dopo esserci ingranditi in quello della prim’ora, a Leinì. Ma non ho neanche potuto dilungarmi perché ho sentito nella sua voce, da subito, un accento di forte preoccupazione. E infatti…
«Daniele», mi dice, dopo aver fatto due parole sulle nostre famiglie, gli parlo di Gemma che ha ormai nove anni, «scusa se sono un po’ brusco ma devo metterti di fronte a questa situazione: stiamo attraversando un periodo difficile. Non abbiamo più tutto quel lavoro che ho potuto garantirvi fino a oggi, e noi dobbiamo adattarci a questa momentanea, così spero, carenza di commesse. Daniele, ascoltami: dovete cercare altro lavoro al di fuori della nostra azienda».
«Ho capito benissimo, Michael. Sai che ci siamo dati da fare sin dall’anno scorso a cercare altri clienti e tra le vostre richieste di lavoro e altre trovate da noi abbiamo continuato a crescere. A oggi contiamo su una quindicina di collaboratori dipendenti. Farò come ci consigli: ci mettiamo subito in pista a cercare altri installatori di linee produttive automatizzate. Sei sempre un grande amico, Michael. Quando hai bisogno sai che ci siamo».
Ho chiuso la telefonata con un vago senso di smarrimento, conscio di che cosa significhi per noi la possibilità di ricevere meno offerte di lavoro – magari anche nulla − da parte di Breitmoser e dalla società per cui lavora. Sono andato subito da Annalisa, nella sua stanza, e le ho parlato del contenuto della chiacchierata con Michael e della sfida che rappresentano per noi le sue parole. «Ce la faremo», mi ha risposto, guardandomi dritto negli occhi. «Conoscendoti, non ho dubbi». «Santa Annalisa» penso tra me, «averne di persone come lei…»
Ho agganciato la Fft Production Systems, una grande impresa tedesca specializzata in tecnologie di produzione innovative, flessibili e altamente complesse per il settore automotive, aerospaziale e altri. Sono andato a Fulda, nell’Assia, al centro della Germania, per proporci ai loro dirigenti. Ci hanno offerto una grande opportunità: «Stiamo per attrezzare una linea produttiva con duecento robot da programmare nello stabilimento di Mercedes a Sindelfingen». «Lo conosco», penso tra me, soddisfatto, mentre cominciano a illustrarmi i dettagli dell’operazione. Si tratta di una linea dedicata alla produzione automatizzata delle fiancate delle vetture. Sindelfingen è a un centinaio di chilometri da Rastatt, luoghi a me ben noti. Ho avuto buon gioco a portare come credenziali tutta l’esperienza che io personalmente e la Manganorobot abbiamo maturato in tutti questi anni.
«Annalisa! Hanno accettato», quasi grido dalla gioia mentre comunico il risultato alla nostra segretaria amministrativa. Ho telefonato subito dopo a Claudio, che ha esultato. «Si comincia tra qualche giorno».
Il lavoro a Sindelfingen è stato entusiasmante. Abbiamo mandato uno staff di ventidue persone, tra tecnici italiani ed esteri. La fabbrica sforna ogni giorno supercar meravigliose, con l’impiego di robot arancioni e sistemi di automazione molto sofisticati, in mezzo a tanta lavorazione manuale, soprattutto a livello di equipaggiamento esterno e interno, da parte di numerosi operai e operaie in tuta azzurra e maglietta color carta da zucchero. Nella fabbrica di Sindelfingen abbiamo operato per Fft sino alla fine dell’anno. E dobbiamo essere piaciuti a Mercedes se, subito dopo, ha proposto alla nostra Manganorobot di proseguire con un’attività di programmazione di automazione in un altro stabilimento che sta di fianco a quello, curata da un’altra azienda tedesca, la Heldele Automation, con sede a Salach, a Est di Stoccarda. Appena terminato il lavoro con Fft ho spostato i nostri “superman” sulla linea produttiva di Mercedes dedicata alla costruzione di porte per le sue vetture. È stata una fortuna riuscire ad aprire questi “cantieri” in un momento così difficile per il nostro committente tradizionale. Senza questi contratti non so dove saremmo andati a finire noi... Avremmo dovuto farci assorbire dalla Bkk Automation di mio fratello, che, al contrario di noi, prosegue con successo il suo lavoro in Cina con la Process Automation?
Tra i nostri artigiani c’è un serbo, molto in gamba, che si distingue per capacità e prontezza. Si chiama Milos: Milos Anicic, per l’esattezza. L’ho notato non solo per la sua bravura, ma soprattutto per la sua determinazione a raggiungere un obiettivo: «Signor Daniele, io te lo dico chiaramente: vengo a lavorare per te ma sappi che io ho intenzione di fare una mia azienda, voglio avere dei dipendenti, gente che lavora per me». L’ho lasciato parlare. «Intanto lavora per me», ho pensato…