2.
Prima di trasferirsi nel quartierino di tre stanze annesso al laboratorio, abitarono per circa un mese al «Cernogorie.»
Era la zona più orribile di Mosca: vetturini e bettole, intere vie abbandonate alla depravazione, e tuguri di «donne perdute».
I due ragazzi non si meravigliarono del sudiciume delle camere, né delle cimici, né della povertà del mobilio. Dopo la morte del padre, la madre era vissuta nel costante terrore della miseria, e Rodja e Lara erano abituati a sentirsi dire che si trovavano sull’orlo della rovina. Sapevano di non essere figli di nessuno, ma in loro andava radicandosi una profonda soggezione di fronte ai ricchi, come fossero stati ragazzi usciti dall’orfanotrofio.
La madre era per essi l’esempio vivente di quel timore. Bionda, pienotta, sui trentacinque anni, in lei le crisi di cuore si alternavano a crisi di stupidità, ed era terribilmente paurosa di tutto, specie degli uomini. Per questo, confusa e sgomenta, passava continuamente dalle braccia dell’uno a quelle d’un altro.
Al «Cernogorie» essi occupavano la camera ventitré. Al ventiquattro, fin da quando esisteva quella pensione, abitava il violoncellista Tyshkevich, un brav’uomo calvo e sudaticcio, con la parrucca, che quando voleva persuadere qualcuno, giungeva le mani in segno di preghiera stringendole al petto; e gettava indietro la testa, roteando gli occhi con aria ispirata, quando suonava in società o prendeva parte a qualche concerto. Di rado era in casa: spesso rimaneva tutto il giorno al Bol’shòj Teàtr o al Conservatorio. I suoi vicini di camera non tardarono a farne la conoscenza, e favori reciproci resero più intimi i loro rapporti.
Poiché la presenza dei ragazzi talvolta imbarazzava Amàlija Kàrlovna durante le visite di Komarovskij, uscendo di casa, Tyshkevich prese l’abitudine di lasciarle la chiave della propria camera perché potesse ricevervi il suo amico; e così ben presto madame Guichard si abituò talmente all’abnegazione di Tyshkevich che varie volte bussò in lacrime alla sua porta, chiedendogli di proteggerla dal suo protettore.