IL CONDANNATO

Gli piaceva il suo nascondiglio. Come un topo nel formaggio. Una barca dentro una barca! E gli piaceva il movimento della nave, gli era sempre piaciuto farsi cullare dal mare. Il vento stava aumentando, anche quello gli piaceva, e pioveva. Il tamburellare sul tetto di tela era confortante. Copriva le urla.

Era al sicuro, là dentro. Quelli della sicurezza non lo avrebbero mai trovato. Bell’idea. Sapeva di non essere ancora del tutto in sé. Era tutto un po’ sfocato, come in lontananza. Gli piaceva anche quello. La panca su cui era disteso non era comodissima, ma era un ben misero prezzo da pagare, no?

Il vecchio e cauto Gary – quello che non aveva amici ad aiutarlo – si sarebbe fatto un sacco di problemi a stare là dentro. Sapeva che tutte le scialuppe erano controllate dalle telecamere per impedire che i passeggeri combinassero guai, ma adesso non aveva importanza. Si fidava del suo amico. Aveva cercato di raccontargli della ragazza, ma lui andava e veniva di continuo, e certe volte Gary si ritrovava a parlare da solo. L’omone stava quasi sempre zitto, ma lui non credeva che volesse giudicarlo. Gli aveva spiegato che non era malato. Non faceva del male a nessuno. Era solo una cosa che faceva. Dopo, loro non si ricordavano niente, e lo sapevano tutti che in segreto lo desideravano. Era un imperativo biologico. Le persone erano proprio programmate così. Gli uomini erano i cacciatori e le donne le prede. Inutile fare tante storie.

Lui non odiava le donne. Non aveva «problemi di rabbia irrisolta». Lo faceva perché era la sua natura.

E, no. Non voleva pensare a quelle altre cose. Le cose oscure, anche se la sua mente cercava di aggrapparsi ai ricordi come una lingua che batte dove il dente duole. Stava diventando bravo a evitarlo. Era una dote. Si poteva erigere un muro e farci scivolare dietro le cose. Lo aveva fatto per anni, senza nemmeno rendersene conto.

Lei ha un messaggio per te...

No, no. Non ascolto.

Dice che ti farà soffrire. Dice che ti farà soffrire e soffrire e soffrire e non finirà mai.

Lei non l’aveva detto. Non c’era nessun messaggio.

Sstt.

La nave rollò violentemente; un tonfo. Il telone tutto attorno ondeggiò, e mani e braccia si allungarono verso di lui, e sentì la sua voce che gridava. Gente... C’era gente che si arrampicava nel suo nascondiglio. Si calpestavano a vicenda e lui si sentì schiacciare contro la fiancata. Non riusciva a respirare.

Doveva uscire di lì. Fuori. Li spinse via, chiuse gli occhi e si mise a picchiare. Qualcuno gli tirò i capelli, gli si lacerò uno zigomo, ma lui continuò a battersi, ignorando le loro urla di protesta. Qualcosa gli sbatté contro una tempia e vide le stelle, vomitò della bile e poi, come un tappo espulso dalla bottiglia, atterrò sulle mani e sulle ginocchia sul ponte, il vento e la pioggia che gli sferzavano la faccia. Qualcuno gli montò su una mano, e allora lui si raggomitolò come una palla e rotolò fino a raggiungere il parapetto sul lato opposto.

Alzò gli occhi, gli sembrò di scorgere Marilyn nella folla, ma poi la perse di vista. Aggrappandosi al corrimano, si rimise in piedi e guardò in basso, verso il ponte sotto di lui. Un uomo era caduto nella piscina, agitò le braccia e scomparve sotto uno dei materassi che erano nell’acqua. E poi di colpo il cielo esplose di luci rosse e lo vide. Il suo amico. Che lo aspettava vicino alla porta a vetri che riportava dentro la nave. Il pavimento sussultò e si mosse sotto i suoi piedi, ma Gary tenne lo sguardo incollato sul suo amico e si fece largo tra la gente che si riversava su per le scale.

Qualcuno andò a sbattergli contro mentre raggiungeva il ponte principale, e gli urlò qualcosa nelle orecchie, ma Gary passò oltre puntando verso la porta. La superò spingendo via una donna che tentava di uscire. Doveva seguire il suo amico. Ma dentro la nave era buio, e faceva fatica a vedere qualcosa. Poi una mano scivolò nella sua mano sinistra e un’altra, più piccola, nella destra. Per un attimo provò un senso di repulsione, puro e primordiale – era qualcosa di familiare se lo ricordava era familiare – e poi le mani lo trascinarono avanti.