THE WILDCARD BLOG
Si batte senza paura contro le frodi perché non dobbiate farlo voi
E così sono vivo. Ce l’ho fatta. Credevo di morire, invece alla fine non sono affondato con la nave. Sono di nuovo nella cabina dell’Avvoltoio con Maddie. L’ho ritrovata quand’è tornata qui un’ora fa. Mi ha trovato disteso per terra. Ancora non so come ho fatto ad arrivare fin qui. Adesso mi sento un po’ meglio, ma c’è stato un nuovo sviluppo.
Sembra che Maddie non stia tanto bene. Non proprio malata, ma spaventata. Non sembrava neppure troppo sorpresa di vedermi.
Ecco com’è andata:
Dopo una crisi di nausea quasi peggio del noro volevo morire. Ho persino scritto un testamento, roba da non crederci, ma poi l’ho cancellato.
Maddie ha visto delle luci in mare e ha concluso che stavano arrivando i soccorsi, ma io ho subito capito che erano delle scialuppe e che dovevamo darci una mossa a uscire dalla cabina. Siamo corsi sul ponte principale, ho cercato di arraffare un paio di giubbotti di salvataggio (e, mentre ci provavo, mi sono beccato un pugno sull’orecchio da qualche stronzo) e nella confusione io e Maddie ci siamo persi di vista.
Un tizio della sicurezza cercava di stabilire un minimo di ordine. Qualcuno lo ascoltava, la maggior parte no. Le scialuppe di salvataggio stanno sul ponte principale, per metterle in mare c’è un bel tratto, bisogna calarle con gli argani. Non è facile, se non sai come si fa.
L’adrenalina mi ha fatto passare la nausea, ma non avevo senso dell’equilibrio e non facevo altro che scivolare da tutte le parti.
Visto anche brutte cose.
Una scialuppa che cadeva in mare, con la gente che ci si aggrappava sopra e appesa alle fiancate.
Qualche idiota ha acceso un razzo di segnalazione dentro una delle scialuppe mentre la calavano in acqua. Si è messo a sibilare e crepitare e bruciare come un fuoco d’artificio. Sentivo le urla delle persone intrappolate là dentro, nonostante il vento.
Ero quasi riuscito ad arrivare sul ponte scialuppe quando qualcuno mi è venuto addosso e così sono scivolato, sono finito dentro la piscina e ho inghiottito una tonnellata d’acqua. Mi sono issato fuori, sono scivolato di nuovo e questa volta sono stato quasi ingoiato da uno dei materassi che c’erano dentro.
A quel punto le scialuppe sul mio lato della nave erano già sparite tutte. Ho cercato di passare sull’altro lato, ma ormai erano tutti in preda al panico: spingevano e sgomitavano, con le persone che si tuffavano letteralmente nelle barche ancora rimaste. Ho mancato l’ultima per pochi secondi, anche se la donna accanto a me ci ha provato lo stesso, buttandosi dentro mentre già la stavano calando. Incredibile.
Non so che fine abbia fatto.
Ormai il mare era peggio che mosso.
Ho sentito qualcuno che urlava: «Da questa parte!» Ho guardato in quella direzione e ho visto il tizio della sicurezza che agitava le braccia sopra la testa, proprio lì sotto. La gente cercava di raggiungerlo, gli sbandati come me. Non so come ho fatto a scendere le scale fino a lui senza rompermi l’osso del collo. Urlando con tutto il fiato che aveva in gola, il tizio ci ha detto che c’erano delle zattere gonfiabili sul ponte di raccolta dell’equipaggio e di seguirlo all’interno della nave.
No so bene come ma l’ho perso. Era buio, là dentro, e il rollio così forte che non riuscivo letteralmente a camminare. Ho strisciato. E intendevo strisciare verso quello che speravo fosse un corrimano, o qualcosa cui potermi aggrappare. Sono riuscito ad agguantare una di quelle colonne a forma di angelo. La nave gemeva e strideva e sembrava stesse per andare in pezzi.
Quanto è durato?
Non lo so. Forse un’eternità. Comunque sono più che contento di non essere su una di quelle scialuppe. Dobbiamo essere finiti nel bel mezzo di un uragano o roba del genere perché
Oh cazzo le macchine si sentono le macchine in funzione come cazzo è successo?