Da Amazzoni col pennello di Victoria Combala, storica dell’arte. Edizioni Destino:

Artemisia Gentileschi era la primogenita di Orazio (1563-1639), pittore emulo di Caravaggio. Ebbe fin da bambina una completa e rigorosa formazione da parte del padre. Come si usava tra gli artisti dell’epoca – in specie per le donne, alle quali era vietato laccesso a molte discipline accademiche – Orazio scelse un tutore per sua figlia: il pittore Agostino Tassi, suo amico e collaboratore. Una delle prime opere di Artemisia fu la già eterodossa Susanna e i vecchi (1610), tela in cui Susanna è seduta su una scala vicino a un muro basso dal quale si affacciano due vecchi che la guardano, i corpi grandi come una montagna, e le sussurrano qualcosa con aria allusiva. Susanna, la cui nudità precede il realismo delle bagnanti di Courbet, volta la testa visibilmente infastidita da ci che sente ... Nel 1612 Agostino Tassi fu accusato da Orazio Gentileschi di aver violentato Artemisia che aveva allora diciannove anni. Il processo, che cominciò nel maggio di quell’anno, durò cinque mesi. Artemisia fu torturata per verificare la veridicità della sua testimonianza. Tassi fu assolto dall’accusa di violenza. Artemisia si sposò frettolosamente un mese dopo il giudizio con il ricco fiorentino Pietro Antonio di Vincenzo Stiattesi. Si trasferì col marito da Roma a Firenze.