Milano, 20 luglio 2002. «Repubblica» online:

Un noto ristoratore, Ruggero Jucker, trentasei anni, rampollo della Milano bene è stato arrestato questa mattina all’alba con l’accusa di aver ucciso la fidanzata, Alenya Bortolotto, di ventisei anni, massacrata a coltellate. Il delitto è avvenuto a casa di Jucker, in via Corridoni 41, in pieno centro, a due passi dal palazzo di Giustizia. I carabinieri, chiamati dai vicini che avevano sentito delle grida attorno alle 4.30, hanno trovato l’uomo insanguinato all’interno dell’elegante condominio. Jucker, incensurato, si è consegnato agli agenti che nell’appartamento hanno scoperto il corpo della ragazza, colpito con ventidue coltellate. Anche la vittima apparteneva a una nota famiglia milanese: era originaria di Lecco, studiava e il pomeriggio lavorava come commessa in un noto negozio di articoli sportivi. Erano fidanzati da due anni e sebbene l’uomo non abbia ancora confessato sembra si sia trattato di un delitto passionale.

I vicini descrivono Ruggero Jucker come una persona irreprensibile, molto gentile. «Veniva sempre la mattina a prendere il caffè e a leggere i giornali» hanno detto i componenti della famiglia che gestisce il bar tabacchi accanto al portone della casa di Jucker. «Era venuto anche ieri mattina, da solo, aveva chiesto quando andavamo in vacanza. Ha detto che lui ci sarebbe andato all’inizio di agosto.»

 

Milano, agosto 2005.

Dopo la sentenza che gli ha quasi dimezzato la pena per l’micidio della fidanzata, Ruggero Jucker incontra in carcere la madre. La donna dice: «Mio figlio è molto stanco, stanco delle cose non vere e cattive dette contro di lui e si chiede il motivo di tanto accanimento».