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Il mio universo personale si sta forse ricalibrando? È il prezzo da pagare per tutte le scelte sbagliate e gli errori commessi? Sto scontando la punizione per aver quasi tradito Angus? La vita di Zappa per il mio matrimonio?

Stupida, mi dico. Non funziona così. E poi non l’hai mica tradito. Ti senti in colpa solo perché, per un breve momento, l’hai desiderato.

Mentre contemplo il futuro del mio matrimonio, la perdita di Zappa crea un vuoto nella mia vita che non avrei mai creduto possibile. La sua padrona è triste, ovviamente. Ma in fin dei conti non lo voleva davvero e l’assicurazione l’ha già ripagata, dileguando in un batter d’occhio ogni dilemma.

Nonostante tutti gli animali che la circondano, Rachael rimane comunque la moglie di un contadino – più o meno.

«Grazie a Dio non era uno dei tuoi», commenta priva di tatto, incapace di comprendere che il legame andava ben oltre il possesso. Zappa mi era entrato nel cuore.

Rimango scossa. Sento che c’è qualcosa che mi manca. Prima mio marito e mia figlia. E ora, quel bellissimo cavallo. Cosa sarà successo a quello spirito meraviglioso e pieno di energia? Si è dissolto lì, sulla paglia in quella stalla, quando Helen ha premuto il grilletto, o è passato oltre, verso un luogo che io non posso vedere? Mi sembra di scorgerlo là fuori, una scia argentata che galoppa fra le tenebre. Un cavallo fantasma con in sella una ragazza fantasma dai capelli chiari.

 

E mentre io annaspo, Jo non mostra molti segni di miglioramento. I traumi subiti nei mesi passati sembrano aver avuto il sopravvento.

«Le tue visite le fanno bene», dice Carla, una delle infermiere. Le sta parecchio vicino e condivide le mie preoccupazioni con un interesse che va oltre la semplice professionalità. «Deve ricordarsi che c’è un mondo là fuori. Si è completamente dimenticata di Delphine, ma solo perché è troppo doloroso tornare a essere la vecchia Jo adesso».

«È una cosa che le ho già visto fare», rispondo. «Si spegne e basta».

«È un meccanismo di difesa», dice Carla, preoccupata. «Mette un muro tra lei e il suo dolore. E non possiamo scavalcarlo in nessun modo».

«Ha parlato mai del suo matrimonio? So che non sono affari miei, ma c’erano certe cose…». Non finisco la frase. L’ospedale dovrebbe sapere, ma io non faccio parte della sua famiglia. Non conosco bene il protocollo in questi casi e non so se spetta a me rivelare certi dettagli.

«Ascolta, Kate. Dobbiamo venire a conoscenza di ogni cosa che possa esserle d’aiuto. So che suo marito è accusato dell’omicidio della figlia».

Faccio un respiro profondo. «Che la picchiava lo sai?».

Dallo sguardo nei suoi occhi, capisco di no. Allora ci sediamo in una stanzetta tranquilla isolata dal resto del mondo e pian piano, nello spazio di un’ora, le racconto tutto quello che so.

 

È in questo momento che realizzo quanto fosse semplice e priva di complicazioni la mia vita. Un tempo. Ora non più.

 

Quando Laura viene a trovarmi, per parlare di Jo più che altro, cerco di spiegarle come stanno le cose.

«È cambiato tutto da quando se n’è andato Angus, a essere sinceri. Siamo stati insieme per così tanto tempo che mi ero scordata chi sono senza di lui».

«Ma presto tornerà a casa, no?»

«Tra un paio di mesi». Le passo una tazza di tè. «Viene quasi ogni fine settimana, ma non è la stessa cosa. E abbiamo litigato».

Mi pento di quelle parole non appena escono dalla bocca e vorrei, come mi è successo con Angus l’altra volta, potermele rimangiare subito.

«Non deve essere facile. È un sacco di tempo. È normale che questa separazione vi metta a dura prova».

«Tu dici? La maggior parte delle donne sarebbe felice di avere meno roba da lavare o cucinare, no? Di avere tutto il tempo che vogliono e così via».

«All’inizio sì, magari. Ma è tanto tempo. Comunque, niente di serio, spero?»

«Non ne sono così sicura». Abbasso la tazza di tè. «E va bene. Non avevo intenzione di dirlo a te, né a nessun altro. È una cosa di cui non vado fiera. Per niente. Neal Anderson ci ha provato con me».

Laura si lascia sfuggire un fischio. «E non hai raccontato nulla a nessuno? Cosa è successo, Kate?»

«A dire la verità, stavo cercando di dimenticarlo. L’ho invitato a cena, mentre Jo era via per il corso. Volevo comportarmi da buona vicina. Ho invitato lui e Delphine, ma si è presentato da solo. Lei era da un’amica e Neal se ne era dimenticato».

«O questo è quello che ha detto a te».

Rimango perplessa a guardarla. Non mi è mai venuto in mente che potesse averlo fatto di proposito. «Io ormai avevo cucinato, quindi è rimasto. E quando stava per andarsene, ha provato a baciarmi».

Mi guarda con due occhi penetranti. «Che intendi dire? Ti ha costretto?»

«No, non in quel senso. È stato molto affascinante. E davvero seducente, Laura, anche troppo». Non mi vengono proprio in mente altre parole per descriverlo.

«Comunque, l’ho rifiutato. E se n’è andato. Poi il mattino seguente è tornato per un altro tentativo. Ma gli ho detto di andarsene». Alzo le spalle. «Tutto qui».

«Cristo. Ma che razza di bastardo». Laura è pensierosa. «E Jo lo sa?»

«Io non gliel’ho detto. E come faccio? In teoria sono sua amica… Non so se magari gliel’ha detto lui. Sapendo che razza d’uomo è, non mi sorprenderebbe affatto».

«E Angus?»

«Gliel’ho detto. L’altra sera, quando è morto Zappa. Non ce la facevo più, Laura. Ero a pezzi. Probabilmente non avrei dovuto, ma ora è troppo tardi».

«Oh, Kate». Osserva attentamente la sua tazza di tè. «Tu non hai fatto nulla di sbagliato in fondo, no? È stata tutta colpa di Neal».

«Oh…». Scuoto la testa, ripensando a come il mio corpo ha risposto a certi suoi atteggiamenti, ai messaggi confusi che devo avergli mandato. «Magari ha frainteso il mio linguaggio del corpo. In qualche modo devo averlo incoraggiato, altrimenti non ci avrebbe provato, non credi?». Un pensiero orribile mi affiora nella mente. «Oh, no… Credi che dovrei dirlo alla polizia?»

«Non penso che sia proprio un elemento rilevante», risponde lei con gentilezza.

«Dici di no? Però forse è un atteggiamento che dimostra che è una persona discutibile. Infido e traditore. E delle donne stupide come me cadono nella sua rete». Mi viene quasi da piangere. Che imbarazzo.

«Kate, basta. L’hai respinto», dice Laura.

I nostri occhi si incrociano. «Vuoi la verità? L’ho rispinto, sì. Ma non avrei voluto».

Laura scuote la testa con fare incredulo. «Kate! Sei stata sposata per troppo tempo! In senso buono, intendo! Ogni donna ha diritto ad avere una fantasia, no? Be’, le donne vive e vegete quanto meno. Non dovresti sentirti in colpa. Hai rifiutato il famoso Neal Anderson e nessun’altra al mondo l’avrebbe fatto. Questo fa di te una santa, in pratica!».

«Lo pensi davvero?».

Ha ragione lei? È Neal la causa di tutto?

«Oh cielo, certo».

Il peso sulle mie spalle inizia ad alleggerirsi.

Ma quando ripenso alla voce fredda e piena di ribrezzo di Angus, mi ricade addosso con tutta la sua forza, lasciandomi senza fiato.