Rosie

In quel giorno luminoso, quando Neal sta per tornare a casa e anche l’ultima delle ferite di Joanna si è rimarginata, ora che i suoi capelli sono tornati come erano una volta e le sue figlie indossano i vestiti nuovi, in quel suo mondo che finalmente è come deve essere… neanche la sua maschera di cera può nascondere quello shock profondo.

La novità inclina il piatto della bilancia che per anni ha tenuto in equilibrio perché restasse sospesa sull’orlo della perfezione. Rovina tutto. Le toglie di scatto il tappeto da sotto i piedi. Joanna è in bagno, osserva il test di gravidanza. Una volta e poi un’altra. Come se potesse cambiare.

Come è possibile? È stata così attenta. Vorrebbe urlare. È così ingiusto che debba accadere proprio ora, quando tutto era finalmente a posto e il momento che aveva aspettato per tutta la vita era finalmente arrivato.

Butta il bastoncino nel lavandino e si accascia a terra. Sente un latrato profondo, poi si rende conto che era il suo stesso grido di angoscia levatosi dagli abissi del suo animo. Lo soffoca, perché nessuno deve sentirla. Nessuno deve sapere.

Questo bambino non può nascere. Perché non è solo una madre, ma anche una moglie. E ha dei doveri. Deve dare a tutti ciò che è meglio per loro. Deve fare qualsiasi cosa in suo potere per assicurarsi che nessuno soffra come ha sofferto lei. Deve mettere loro al primo posto, no? O forse lui?