Alessandra Carnevali

Il giallo di Villa Ravelli

Un giallo degno dei romanzi di Agatha Christie Un’indagine del commissario Adalgisa Calligaris Non c’è pace per il commissario Adalgisa Calligaris. Pensava di poter staccare la spina, dopo il suo trasferimento a Rivorosso, e invece, risolto un caso, in meno di ventiquattr’ore se ne presenta un altro. Il corpo senza vita di Silvia Ravelli è stato trovato dalla sorella, Antonia, nel salotto della sua villa. È un colpo d’arma da fuoco ad averla uccisa, ma non c’è traccia della pistola. Con l’aiuto del magistrato Gualtiero Fontanella, il commissario Calligaris scopre che tra le due sorelle non correva buon sangue, a causa dell’eredità di uno zio. Ma Adalgisa capisce ben presto che, se vuole arrivare alla verità, deve allargare il suo raggio d’indagine. Soprattutto quando le vittime aumentano e la lista dei sospettati si allunga: l’imprenditore agricolo Giorgio Moretti, l’ex di Silvia Ravelli; il notaio Paride Calzone; il ricco compagno di Antonia Ravelli, Luigi Corbellini, vecchia conoscenza del commissario, oltre a una serie di figure losche legate al mondo della malavita e al gioco d’azzardo. Come in un puzzle all’inizio indecifrabile, i contorni della vicenda si vanno a mano a mano delineando. Il colpo di scena finale è assicurato... Dalla vincitrice del premio Ilmioesordio, un altro giallo intricato e indecifrabile, in perfetto stile Agatha Christie. I commenti dei lettori: «Una storia ironica e piacevole. Deliziose le espressioni in umbro e le descrizioni del paesaggio così come il mondo femminile di Rivorosso. Brava l’autrice e al prossimo caso di Adalgisa!!!» Claudia «Brillantissimo giallo scritto con maestria che regala personaggi dipinti a tinte vivaci, una storia molto originale e un finale a sorpresa!» Sara «Bellissimo libro, interessante, avvincente e mai prevedibile, che cattura l’attenzione per poi riversarla in un finale avvincente!» Luca «Una lettura piena di ironia, una storia che coinvolge per le descrizioni vivaci dei personaggi e della protagonista, il commissario Adalgisa, ruvida, schietta e pungente. Da leggere!» Carla Alessandra CarnevaliÈ nata a Orvieto ed è laureata in Lingue. Nel 1996 si diploma come autrice di testi presso il CET di Mogol. Ha partecipato, in veste di autrice, al Festival di Sanremo 2002 con il brano All’infinito eseguito da Andrea Febo. Scrive romanzi, racconti e poesie. Nel 2007 è la prima blogger ufficialmente accreditata al Festival di Sanremo. Dal 2005 al 2012 ha curato online il blog Festival, sulla musica italiana e Sanremo, per il network Blogosfere. Dal 2007 si occupa di promozione web per eventi e artisti emergenti. La Newton Compton ha pubblicato Uno strano caso per il commissario Calligaris, libro vincitore del Premio Ilmioesordio nel 2016 e Il giallo di Villa Ravelli.

Alessandro Carlini

Partigiano in camicia nera

LA VITA TORMENTATA E AVVENTUROSA DI UN UOMO CHE HA COMBATTUTO SU ENTRAMBI I FRONTI. UN’IMMERSIONE TOTALE NELLA GRANDE STORIA DEL FASCISMO E DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE.

PARTIGIANO E FASCISTA: OGGI Uber Pulga è ricordato così. Com’è possibile? La storia di quest’uomo straordinario, raccontata da Alessandro Carlini con grande trasporto e la forza di un coinvolgimento personale e familiare, rappresenta un’occasione unica per tuffarsi e rivivere i conflitti e le contraddizioni di anni funesti come quelli della Seconda guerra mondiale.

Nato nel 1919 a Felonica, in provincia di Mantova, Pulga sceglie il fascismo, si arruola, è addestrato al controspionaggio in Germania e inviato a Reggio Emilia come infiltrato in un gruppo di partigiani. Sarà promosso sul campo dallo stesso Mussolini che vorrà incontrarlo di persona.

Spia e disertore, pluridecorato di Salò ed eroe della Resistenza, Uber Pulga è un uomo senza bandiere se non quella della propria coscienza. Una coscienza tormentata, mai pacificata, che lo porterà a vivere la delusione e il distacco dal fascismo ma non, come molti, cambiando casacca a guerra ormai persa. I documenti che l’autore di questo libro ha raccolto in anni di ricerche sul campo restituiscono l’immagine di un fuggiasco che aiuterà la causa partigiana senza smettere la camicia nera.

Un partigiano in camicia nera, giustiziato per tradimento dai suoi stessi camerati repubblichini all’alba del 24 febbraio 1945. La storia intensa e drammatica di un travaglio che non è solo umano e personale, è quello di un intero paese.

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Alfio Caruso

L'Onore D'Italia: El Alamein: Così Mussolini Mandò Al Massacro La Meglio Gioventù

Da settant'anni El Alamein è un grido che risuona nei cuori e nelle menti d'Italia. Per i ragazzi dell'Ariete, della Trento, della Folgore, della Trieste, della Littorio, della Bologna, della Brescia, della Pavia, del 4° e del 50° stormo d'assalto rappresentò l'appuntamento con un destino ingrato, da ciascuno onorato al meglio. A mandarli al massacro furono la sanguinaria follia del duce e il tradimento degli ammiragli: Mussolini, nel '41 e nel '42, preferì inviare undici divisioni e il meglio dell'artiglieria nel mattatoio sovietico anziché in Africa, dove avrebbero potuto cambiare il corso della guerra; i capi della Marina rivelarono agli inglesi le rotte dei trasporti verso Tripoli e Bengasi privando in tal modo l'armata italo-tedesca dei rifornimenti indispensabili per raggiungere il canale di Suez.
Pur ignorati dalle ricostruzioni ufficiali, bersaglieri, parà, fantaccini, genieri, aviatori scrissero pagine di memorabile abnegazione persino a dispetto del regime, che li aveva abbandonati nel deserto. E gli italiani non scapparono, non alzarono le mani, spesso morirono in silenzio nella loro buca. Gli stessi successi di Rommel furono frutto, finché il nemico non se ne accorse, di una straordinaria operazione di spionaggio condotta dal maggiore dei carabinieri Manfredi Talamo, in seguito fucilato alle Fosse Ardeatine. A El Alamein cominciò la presa di coscienza dei ragazzi della generazione sfortunata, che avrebbe poi indotto gran parte dei pochi sopravvissuti della Folgore ad arruolarsi, dopo l'8 settembre, con gli anglo-americani.

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