189 Voyages, explorations, aventures - Volume 12 La littérature à 20 centimes... À la fin du XIXe siècle, et au début du XXe, à une époque où le roman-photo, la bande dessinée ou surtout, la télévision, n'existaient pas encore, étaient publiés un très grand nombre de livres d'aventure, écrits parfois très rapidement, dans une langue un peu «basique», et vendus pour la modique somme de 15, 20 ou 25 centimes. Un auteur représentatif de cette littérature populaire est Louis Noir. En cette année 1899, où sont publiés chez Fayard Frères les 27 volumes de la collection «Voyages, explorations, aventures» - au rythme d'un livre par semaine!... -, plus de 150 livres de cet auteur sont déjà parus... Même si ce n'est vraiment pas de la grande littérature, même si le style est souvent sommaire, soumis aux exigences de l'écriture au kilomètre et de la parution hebdomadaire, il nous a paru intéressant de tirer quelques volumes de l'oubli définitif. Nous vous proposons donc 6 épisodes des «Voyages, explorations, aventures» qui relatent les aventures du capitaine d'Ussonville et de ses amis qui, devenus riches, décident de construire une chaîne d'hôtels au Pôle nord. Lutte contre les éléments, batailles avec les indiens et aventures diverses alternent avec des descriptions à volonté «éducative» : vous apprendrez ainsi tout sur la chasse à courre ou la chasse au morse...<

1793, année terrible qui voit s'opposer les Jacobins aux Girondins. L'Angleterre, l'Allemagne, l'Autriche, la Prusse, l'Espagne, le Piémont, et la Russie se sont ligués avec les Royalistes pour faire tomber la Révolution. L'armée Républicaine est en guerre sur toutes les frontières, mais aussi sur le territoire français. La Vendée, la Bretagne et toutes les grandes villes se soulèvent.
Les Girondins, manipulés par les Royalistes, vont prendre possession de Lyon. Cette oeuvre nous raconte l'histoire exacte du siège de la ville et nous décrit l'héroïsme du bataillon républicain de la Croix-Rousse au cours de cette bataille. Passionnant.<

1899 Voyages, explorations, aventures : volume 13<

1899 Voyages, explorations, aventures - Volume 14<

1899 Voyages, explorations, aventures - Volume 15<

1899 Voyages, explorations, aventures - Volume 16<

Pen, Pencil and Poison, scritto nel 1888 e pubblicato sulla «Fortnightly Review» nel gennaio 1889, è la seconda opera saggistica di Oscar Wilde dopo The Truth of Masks, un testo di pochi anni precedente, ma sicuramente la prima a consolidare la vena critica dello scrittore irlandese, il quale, non a caso, a partire proprio da questa prova, inaugura un’epoca di grande fecondità compositiva, che confluirà di lì a breve nella realizzazione di altri saggi: The Decay of Lying, The Critic as Artist e The Soul of Man under Socialism.
Pen, Pencil and Poison, definito da Wilde una memoire, riguarda la figura di Thomas Griffiths Wainewright (1794-1852), un personaggio che venne registrato negli annali della storia britannica più per i suoi delitti che per le sue doti artistiche. Wainewright fu pittore, collezionista, recensore di opere letterarie e critico d’arte, coltivò contemporaneamente la profonda delicatezza di un grande esteta e la spietatezza del più crudele criminale, cosicché, per tali simultanee e contrastanti disposizioni, la sua attività creativa passò in secondo piano rispetto a quella di falsario e omicida avvelenatore. Wilde descrisse tutto questo sottolineando quella che per lui sarebbe stata sempre una convinzione condivisa da pochi: «Il fatto che egli (Wainewright) avesse un sincero amore per l’arte e la natura a me pare del tutto palese. Non esiste un’essenziale incongruità tra crimine e cultura. Non possiamo riscrivere l’intera storia con il proposito di gratificare il nostro senso morale con ciò che dovrebbe essere».
Il parallelismo disgraziatamente non casuale tra Wilde e Wainewright nacque già ai tempi in cui l’artista di Dublino diede i primi segnali della sua inclinazione al dandismo: J. E. Courtenay Bodley, amico e compagno a Oxford, mandò per scherzo a Wilde delle teste di merluzzo avvolte nel “London Journal”, e annotò la reazione generata dal suo gesto provocatorio con queste parole, a data 6 dicembre 1875: «Wilde non gradisce che gli si mandino teste di merluzzi e il “London Journal”. Le prime, ha detto, le ha gettate di nascosto nel Cherwell, sentendosi una sorta di Wainewright (l’assassino)».
L’epilogo tragico di questo parallelismo fu che Wilde, come Wainewright, un giorno (22 maggio 1895) si ritrovò seduto al tribunale penale di Londra, l’Old Bailey, nella veste di imputato per rispondere dell’accusa di aver commesso “atti di grande indecenza con varie persone di sesso maschile”. Wilde per la società inglese divenne un criminale, sebbene, rispetto a Wainewright, non si fosse macchiato di alcun delitto. Il carcere, com’è noto, stroncò la carriera e l’esistenza di Wilde, facendo pagare soprattutto la manifestazione di un modello di vita considerato osceno, pericoloso, immorale.
Pen, Pencil and Poison, si può dire, è la prima denuncia di una certa consistenza fatta da Wilde sulla commistione tra i campi di competenza etica ed estetica, commistione che nemmeno oggi ce la fa ad essere sciolta, nonostante molta acqua e molti, troppi processi siano passati sotto il ponte.

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Mari e sua madre sono proprietarie dell'Hotel Iris, una modesta pensione in un'anonima località balneare. Come ogni sera la ragazza aspetta dietro il banco della reception che i clienti si ritirino a dormire. A un tratto, grida isteriche turbano il silenzio dell'albergo. Una donna esce da una stanza insultando a gran voce l'uomo che è con lei. È mezza nuda, probabilmente una prostituta. L'uomo che avrebbe preteso prestazioni innominabili non appare turbato e con un comando imperioso la zittisce. Mari, che assiste alla scena insieme agli ospiti risvegliati dal clamore, è stregata dalla voce composta e autorevole di quel signore maturo e distinto. Qualche giorno dopo, quando lo incontra per strada, per Mari è inevitabile seguirlo. Un filo sottile come seta la attrae fatalmente. Per lei, che ancora deve fare esperienza del mondo, è la scoperta dei sentimenti e del corpo, la ribellione. Ma è anche la perdita dell'innocenza, l'iniziazione sconvolgente ai rituali e alle umiliazioni della carne, a una complicità fatta di sesso, amore e morte. Per lui, lo schivo traduttore dal russo che da tempo ha rinunciato ad abitare il mondo, è forse l'unico modo per placare un antico dolore.<

¿Qué fuerte vínculo la une y la conduce irremediablemente a los brazos de Alberto? El mundo de Clara se derrumba por completo tras perder a su marido en un accidente de tráfico al poco tiempo de casarse. Su vida y su incipiente carrera como neurocirujana se ven truncadas por la profunda depresión en la que se ve inmersa, hasta el punto de hacerla desistir a mitad del segundo año de su MIR para perderse en la finca de sus tíos, en la profundidad y el aislamiento de la dehesa extremeña, de la cual sale renovada y con la decisión inamovible de centrarse en otra especialidad que no le recuerde constantemente la fragilidad de la vida. En su nuevo comienzo como residente de ginecología, una mañana de finales de verano queda hipnotizada por la mirada lejana de unos ojos turquesa que, sin explicación aparente, le recuerdan a Ángel, su difunto esposo. Él es Alberto del Castillo, cirujano cardiovascular pediátrico. Tras días deencuentros fortuitos en urgencias, el caso en común de un feto con malformación cardíaca congénita, su pasión compartida por la naturaleza y una extraña sensación de haberse conocido en una vida anterior hacen renacer la ilusión en el alma sin vida de Clara. Sin embargo, muy pronto, descubrirá que los días del hombre con quien entabla una profunda amistad pueden también estar contados. ¿Qué secreto esconde el fondo de esas pupilas? ¿Qué le intenta advertir ese sueño recurrente que la atormenta cada vez con más asiduidad?<

Sandra Stevens, directora de una prestigiosa cadena hotelera en Manhattan, ha renunciado al amor por su carrera. Hasta la fecha creía haber encontrado la felicidad, pero su castillo de naipes se desmorona cuando se encuentra con Johnny, un atractivo y enigmático artista de procedencia española al que conoce en una aburrida fiesta de las que organiza Rose, la principal accionista de la empresa. Todo se complica cuando descubre que Johnny es en realidad un gigoló, el chico de compañía de su jefa y amiga Rose.<

Da Dublino a New York e Londra, tanti sono i temi, gli sfondi, i personaggi che animano le vicende di questa raccolta di struggenti storie irlandesi, ma sono soprattutto i sentimenti e la difficoltà di viverli nella quotidianità i veri protagonisti. Fra commozione e umorismo nero, squarci di inaspettata poesia e crudo realismo, Joseph O’Connor ridisegna una geometria dell’animo: i sogni infranti della gioventù e il confronto tra generazioni in un’Irlanda travolta dalla crisi economica, l’irrimediabile impotenza di fronte alla vita che sfugge o che d’improvviso si svuota di senso, l’amore che imprevedibilmente si fa strada dove ormai c’erano solo freddezza e diffidenza, la solitudine sempre in agguato, ma anche l’ironia che alleggerisce le situazioni più disperate. La prosa asciutta dell’autore traccia otto affreschi vividi e disincantati, ferite aperte di un’umanità disorientata e confusa, ma più che mai autentica.

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