The information contained in this book or books is provided for informational purposes only and includes the book title, author name, and a brief description or abstract. For the full text of the book, please contact the author or publisher.
Al centro di questo romanzo c'è un sogno: quello in cui, poche ore prima di morire, la vecchia nonna della protagonista vede se stessa prendere per mano la nipote e insieme a lei attraversare vasti campi in cui ardono dei falò: «“Vedi,” le diceva “sono i falò dell'autunno; purificano la terra, la preparano per nuove semine. Voi siete giovani. Nella vostra vita, questi grandi falò non hanno ancora cominciato ad ardere. Si accenderanno. Devasteranno molte cose ...”». Così sarà: come molti altri della sua generazione, dalle atrocità della Grande Guerra il «piccolo eroe» Bernard Jacquelain è stato trasformato in un «lupo» avido di piaceri e di denaro, cinico e disincantato, e unicamente attratto dal mondo luccicante dei faccendieri, degli affaristi, dei politici corrotti. A niente servirà la presenza dolcissima della giovane moglie: lui ha voglia di avventure, e di quella mediocre vita piccoloborghese non ha che farsene. Ma il fuoco di molti incendi verrà a devastare i campi della sua vita: un amore sordido, una débacle finanziaria, un'altra guerra, un lutto atroce. Solo allora Bernard capirà che cosa vuole davvero – e saprà che da quel cumulo di ceneri può nascere una vita nuova. <
La quattordicenne Antoinette decide di gettare nella Senna tutti gli invitiche la madre, volgare e arcigna parvenue, ha stilato per il ballo destinato asegnare il suo ingresso nella brillante società parigina. È una vendetta, chela ragazza consuma nei confronti della madre. In poche pagine, con unascrittura scarna ed essenziale, l'autrice riesce a raccontare un drammadell'amore, del risentimento e dell'ambizione. Irène Némirovsky, nata a Kievnel 1903, è morta ad Auschwitz<
"L'amore, mia cara, è un sentimento di lusso!": questo cerca di spiegare una madre che ha molto vissuto (e che dalla vita ha imparato una grande lezione: "Dare pochissimo e pretendere ancora meno") alla figlia innamorata e infelice. Ma lei, Denise, non lo capisce: quando suo marito glielo ha presentato sulla spiaggia di Hendaye, Yves le è apparso come un giovanotto elegante, raffinato, di bell'aspetto; e poiché alloggiava nel suo stesso albergo, ha creduto che fosse ricco quanto l'uomo che ha sposato, e a cui la lega un affetto tiepido e un po' annoiato. Poi il marito è stato richiamato a Londra da affari urgenti, e quelle giornate di settembre "piene e dorate " sono state come un sogno: la scoperta della reciproca attrazione, le passeggiate, le notti d'amore. Il ritorno a Parigi ha significato anche un brusco ritorno alla realtà: no, Yves non è ricco, tornato dal fronte si è reso conto di aver perduto tutto, ed è stato costretto (lui, cresciuto in un mondo in cui "c'erano ancora persone che potevano permettersi di non fare niente") a trovare un impiego che lo avvilisce e lo mortifica. In questa cronaca di un amore sghembo, in cui si fronteggiano due inconsapevoli egoismi, la giovanissima Irène Némirovsky sfodera già il suo sguardo acuminato e una perfetta padronanza della tecnica narrativa.<
Cresciuto in una famiglia di umili origini, sovrastato da un padre autoritario, Anton Cechov ha avuto un'infanzia che ha profondamente segnato la sua vita e condizionato la sua intera produzione letteraria. Un'infanzia «senza infanzia», come disse lui stesso, vissuta nella consapevolezza di una condizione miserabile e nel terrore della violenza. In una lettera a un amico scrisse: «Mio padre cominciò a educarmi, o più semplicemente a picchiarmi, quando non avevo ancora cinque anni. Ogni mattina, al risveglio, il mio primo pensiero era: oggi sarò picchiato?». Eppure, nel mondo angusto e nuvoloso della sua giovinezza, il piccolo Anton seppe trovare le sue briciole di felicità - «come una pianta che attiri a sé dal terreno più ingrato il nutrimento che le consente di sopravvivere» - e nelle sue opere ricorderà quegli anni come il tempo perduto dell'innocenza, come il momento in cui il sublime e il misero furono capaci di andare assieme. Irene Némirovsky è sempre stata affascinata dalla figura di Cechov, morto un anno prima della sua nascita. L'autore di Zio Vanja fu per lei un riferimento costante, una sorta di padre intellettuale a cui ha dedicato questa straordinaria biografia romanzata. Per la prima volta tradotto in italiano, La vita di Cechov è un viaggio nella letteratura russa, nella vita privata di uno dei più importanti scrittori dell'Ottocento e al tempo stesso la testimonianza dell'incontro tra due anime, così stranamente, inspiegabilmente vicine. <
Altro che macchine, la vasca del tempo del dottor Prottor e la sua speciale schiuma da bagno sono le più geniali delle invenzioni! Immergetevi con Tina e Bulle in un'avventura che potrà addirittura cambiare il corso della Storia e... Tenetevi forte! Il dottor Prottor, l'inventore di mille genialate tra cui la fantastica polvere per petonauti, è volato a Parigi per ricongiungersi con l'amore della sua vita, la bellissima e sfortunata baronessina Juliette Margarin. Qualcosa però deve essere andato storto, perché un giorno Bulle e Tina ricevono una cartolina, che suona più come un S.O.S.: il dottor Prottor è rimasto intrappolato nel tempo! Ora tocca al ragazzino dai capelli rossi salvare il professore, e in fretta. Mentre Bulle parte per Parigi con l'inseparabile amica Tina, non sa di essere seguito dall'abominevole Raspa, ex assistente di Prottor, e dal suo terribile alito che sa di calzini bagnati. E nonostante la loro fervida immaginazione i due ragazzini non possono immaginare che cosa li aspetta: un'incredibile avventura nel tempo a bordo di una vasca da bagno, che li porterà dal palcoscenico del Moulin Rouge alla battaglia di Waterloo, dalla prigione di Giovanna d'Arco al Tour de France, per salvare lo scienziato pazzo e, forse, cambiare la Storia.
<
Il sole non tramonta mai. La caccia non ha mai fine.
«Scesi dall’autobus a notte fonda. Strinsi le palpebre per riparare gli occhi dal sole che a nord arrancava sopra un’isola al largo. Rosso e spento. Come me. Dietro, altro mare. E, dietro ancora, il Polo nord. Magari lassú non mi avrebbero trovato».
«Sole di mezzanotte è uno di quei libri che si leggono tutti d’un fiato».
The Independent
Dice di chiamarsi Ulf, e cerca un posto dove nascondersi. Cosí ha viaggiato per 1800 chilometri su treni e autobus fino a un paesino sperduto, nell’estremo nord della Norvegia. Aveva dei buoni motivi per tradire il Pescatore, il signore della droga con cui lavorava a Oslo, ma ora ha i suoi sicari alle calcagna. Inutile continuare a scappare. A Kåsund, almeno, ha trovato un capanno da caccia, una donna quasi bella e un ragazzino che non vedeva l’ora di parlare con un forestiero.
Non dovrà attendere a lungo per scoprire se, anche per uno come lui, è possibile una redenzione. Oppure se davvero la speranza non è altro che un’invenzione del diavolo.<
La morte scorre nelle vene. Non sempre è quella che vedi. A volte è cosí assurda che neanche vuoi sentirne parlare. La morte confonde vittime e carnefici.
We use cookies to understand how you use our site, to personalize content and to improve your experience. By continuing to use our site, you accept our use of cookies and you agree with Privacy Policy and Terms of Use