Un romanzo di avventura criminale. Dal Nordest a Cagliari, tra mafiosi russi e imprenditori disinvolti, va in scena Gigi Vianello: un personaggio che unisce nefandezza e innocenza, convinto di farcela sempre e comunque e che raggiunge, nella sua cialtroneria, un suo cupo eroismo.

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Le streghe (ma anche i maghi) esistono ancora. A volte le incontriamo per caso, ed hanno una caratteristica strana: sembra che vogliano farti del male, ma siccome di dentro sono buone (anzi, comprensive, cioè il necessario per essere buone), in realtà ti danno la cosa più bella che possono darti: la coscienza di quello che sei. Ecco perché, con questo dono che ti portano, a volte ci tocca di far fatica a considerarle buone: ma comunque, che ci crediate o no, le cose stanno proprio così. Le streghe, poi, sono sempre bellissime.

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Nel Sud affannato degli anni Cinquanta, Luigino vive un'infanzia di stenti e di rabbia, che lo fanno diventare adulto troppo in fretta. Fuori da ogni legame famigliare, perché la madre giovanissima è rinchiusa in un manicomio e del padre non si è mai saputo nemmeno il nome.

Luigino ha un sogno: cantare alla radio e magari nella nascente televisione. Mentre cresce resistendo impavido a ogni disavventura e accettando con candore la fragilità delle proprie pulsioni, la sua voce diventa sempre più morbida e flessuosa, come quella delle dive di Sanremo e delle grandi soubrette della rivista. Che qualcuno gli propone di imitare nelle arene dei circhi o sui palcoscenici dell'avanspettacolo. Il pubblico lo applaude e lo beffeggia, lo esalta e lo umilia, senza riuscire a scalfirne la naturale innocenza.

Quando la strada dello spettacolo gli viene brutalmente preclusa, Luigi decide di partire per Roma, alla ricerca di un proprio posto nel mondo, per ritrovarsi in mezzo a un'umanità sospesa sull'orlo di un invisibile precipizio. Finché una sera incontra Elide, quindicenne cameriera sola come lui, che gli farà riassaporare per un istante la dolcezza degli affetti e, subito dopo, lo strazio dell'abbandono, trascinando la sua vita in una discesa feroce dall'esito imprevedibile.

L'esordio narrativo di Gianni Amelio è uno struggente romanzo di formazione, tenero e crudele, disperato e solare, che non assomiglia a nessun altro. Sostenuto da una scrittura essenziale che punta al cuore delle cose, svela, nel filo della sua trama, un sentimento d'incrollabile fiducia nella forza della diversità, nella lucida follia che aiuta ogni essere umano a sopravvivere, anche quando sembra che stia calando una notte senza alba.

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Sinossi

Nel Sud affannato degli anni Cinquanta, Luigino vive un'infanzia di stenti e di rabbia, che lo fanno diventare adulto troppo in fretta. Fuori da ogni legame famigliare, perché la madre giovanissima è rinchiusa in un manicomio e del padre non si è mai saputo nemmeno il nome.

Luigino ha un sogno: cantare alla radio e magari nella nascente televisione. Mentre cresce resistendo impavido a ogni disavventura e accettando con candore la fragilità delle proprie pulsioni, la sua voce diventa sempre più morbida e flessuosa, come quella delle dive di Sanremo e delle grandi soubrette della rivista. Che qualcuno gli propone di imitare nelle arene dei circhi o sui palcoscenici dell'avanspettacolo. Il pubblico lo applaude e lo beffeggia, lo esalta e lo umilia, senza riuscire a scalfirne la naturale innocenza.

Quando la strada dello spettacolo gli viene brutalmente preclusa, Luigi decide di partire per Roma, alla ricerca di un proprio posto nel mondo, per ritrovarsi in mezzo a un'umanità sospesa sull'orlo di un invisibile precipizio. Finché una sera incontra Elide, quindicenne cameriera sola come lui, che gli farà riassaporare per un istante la dolcezza degli affetti e, subito dopo, lo strazio dell'abbandono, trascinando la sua vita in una discesa feroce dall'esito imprevedibile.

L'esordio narrativo di Gianni Amelio è uno struggente romanzo di formazione, tenero e crudele, disperato e solare, che non assomiglia a nessun altro. Sostenuto da una scrittura essenziale che punta al cuore delle cose, svela, nel filo della sua trama, un sentimento d'incrollabile fiducia nella forza della diversità, nella lucida follia che aiuta ogni essere umano a sopravvivere, anche quando sembra che stia calando una notte senza alba.

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Sei inchieste vecchia maniera, senza risparmio per le suole delle scarpe; frugando nei barrio di Barcellona; mimetizzandosi negli ambienti cittadini, luccicanti o miserabili; entrando nella discrezione delle case e nei segreti dei caratteri che le abitano. Protagonisti assoluti Petra Delicado, dura e femminista ispettrice della polizia di Barcellona, e Fermín Garzón, il suo vice panciuto e tradizionalista. La coppia irresistibile del poliziesco iberico, che anima la serie dei celebri romanzi e i telefilm di grande successo. Petra e Fermín, antitetici in tutto e appassionatamente amici, sembrano impersonare i due volti della Spagna eterna. Ragion per cui, battibeccano su tutto, sulle inchieste in corso ma anche e soprattutto sul mondo intero. Inscenando una commedia dentro il poliziesco, un divertimento nella asprezza del noir, che ha fatto della loro creatrice, Alicia Giménez-Bartlett, il simbolo del giallo latino. Questi sei racconti, scritti in tempi diversi, sono stati pubblicati per la prima volta in altrettante raccolte a tema di autori vari.<

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