Informavecchi
Dal blog BitterSweet Girl.
Rileggi il post perché detesti trovarci degli errori di battitura. Ma non ce ne sono. L’hai pubblicato da una decina di minuti e già sono arrivati tre commenti. Niente male, ma il guaio è che sono sempre delle solite persone, e non ne arriveranno altri. Insomma, il blog sta sulla rete, virtualmente lo può leggere tutto il mondo, e su sei miliardi di possibili lettori tre commenti sono veramente una tristezza.
Te li scrivono Raffaella, tua cugina Lidia e Carmelo, un ragazzo paralitico che hai conosciuto a una festa del volontariato.
Tutto qua, e ti deve bastare fino a domani, quando scriverai qualcos’altro e loro ti commenteranno ancora, sempre più o meno uguali, sempre e assolutamente loro.
Carmelo ti ha pure segnalato un programmino, un software troppo forte che ti mostra quante persone vengono a vedere quello che scrivi, e a che ora, e dove vivono.
L’hai installato e provato subito. E l’entusiasmo della novità si è smorzato appena il programma ti ha confermato che le tre persone dei commenti sono anche le uniche che ti leggono. Lo sapevi già da sola, ma in qualche modo adesso è peggio. Sapere una cosa brutta e sentirsela dire non sono la stessa cosa. È un po’ come sapere che le vipere sono velenose e beccarsi un morso vero.
E a proposito di messaggi: l’altro giorno si è rifatto vivo Luca con un sms.
Nell’ultimo mese a Berlino te ne ha mandati una decina, dopo un anno di silenzio. Scriveva che ti pensava, che gli mancavi, che era appena tornato da un fine settimana all’isola d’Elba con la sua fidanzata e si era annoiato tantissimo e sapeva che con te sarebbe stata tutta un’altra cosa.
Luca ha tre anni più di te, Luca il giorno che l’hai conosciuto in facoltà ti ha detto cosa voleva fare nella vita e adesso lo sta facendo. Ha vinto il dottorato che gli interessava e segue il professore con cui si è laureato, sembra sempre così sicuro e con la situazione in pugno e senza mai bisogno di nessuno.
E tu non l’hai ancora capito, in fondo, se volevi lui oppure volevi essere lui. L’hai avuto, comunque, quando la sua compagna tornava a Milano a trovare i genitori. E ogni volta lui diceva che con lei era finita, che appena tornava le parlava, e ogni volta facevi finta di crederci.
Poi sei partita per la Germania e hai giurato che lo cancellavi dalla tua vita. E la distanza ti ha aiutata a vederlo meglio, in tutto il suo squallore: un uomo da poco, uno che pensa solo a sé e trova mille scuse per fare quello che gli pare.
Che stupida sei stata a cascarci. Fortuna che il tempo ti ha cambiata, le esperienze ti hanno cambiata.
Negli ultimi giorni a Berlino, però, sono bastati tre-quattro messaggi notturni e Luca ti è tornato in testa. Diceva che ormai ti sentiva lontana, che probabilmente non ti avrebbe vista mai più, ma voi due eravate fatti per stare insieme, lo sapeva lui e lo sapevi tu. Così diceva.
E allora forse nella scelta di tornare c’è stato pure un po’ di Luca. E non è un caso se gli hai mandato un messaggio proprio dal treno, mentre tornavi. Lui ti ha risposto che non vedeva l’ora di rivederti, tu gli hai detto che il giorno dopo eri a casa, e lui allora ti ha scritto quel messaggio alle due di notte che l’hai dovuto leggere tre volte per essere sicura che diceva proprio così.
Signorina, la rompipalle è grossa come un bue, fra due settimane partorisce, è insopportabile. Mi ci vorrebbe una notte delle nostre per rilassarmi. A che ora facciamo? (02,12) L’hai cancellato quasi subito, ma non è servito a niente. Perché non riesci a togliertelo dalla testa.
E allora è meglio pensare che Luca non c’entra nulla con la tua scelta di tornare a Muglione. No, sei tornata solo perché credevi davvero di poter aiutare il tuo paese. È per questo che adesso ti ritrovi qui. Solo per questo.
Responsabile e unica impiegata dell’Informagiovani di Muglione, dove i pochi giovani del paese non si sono mai fatti vedere.
Ma per fortuna, cioè fortuna mista alla morte del proprietario del bar qua davanti, adesso all’Informagiovani ci vengono i vecchi.
Il bar Eugenio, bar tabacchi e ricevitoria, ha chiuso da un giorno all’altro per un colpo di fucile che ha seccato il povero Eugenio durante una battuta di caccia al cinghiale, principale causa di mortalità tra gli uomini del posto. Così i vecchi, sperduti e randagi, hanno cominciato a venire all’Informagiovani di qua dalla strada, che almeno è riscaldato, ogni mattina arrivano i giornali con la cronaca locale e i tavoli che servirebbero per consultare gli opuscoli delle aziende o i bandi delle borse di studio vanno benissimo anche per giocare a scopa.
E se pure ogni tanto ti chiedono delle informazioni, si tratta di argomenti assolutamente non giovani, come i numeri di telefono di medici specialisti o le modalità per richiedere certi esami audiometrici gratuiti. Tutte cose di cui non sapevi niente, però ti sei messa sotto e hai letto un po’ di normative in materia. Perché hai sei mesi di contratto e dopo chissà cosa succede, e se qualcuno del comune passa e vede che il tuo Informagiovani è sempre deserto non ci fai una bella figura. Quindi almeno i vecchi bisogna che te li tieni stretti.
Anche perché se perdi il lavoro potrebbe succedere che devi tornare a vivere coi tuoi, e questo non potresti sopportarlo. Tua madre ti ricorderebbe subito che tua sorella ha cinque anni meno di te e vive a Genova con suo marito ingegnere e hanno un bimbo splendido che sembra un po’ il piccolo lord. E tu le dovresti ripetere che non la vuoi una vita così, ordinaria e prudente e sempre uguale. Ma allora cos’è che vuoi? Sei bravissima a sapere quello che non ti piace, ma cosa ti piace Tiziana?
Ci sono donne che sacrificano la carriera per amore, altre che sacrificano l’amore per la carriera. Tu non hai nessuno dei due, tu ti sacrifichi e basta. Madonna che angoscia.
E i pensieri che scrivi sul blog sono l’unica valvola di sfogo. Avevi deciso di smettere, è vero, e quel programmino maledetto che ti mostra quanta gente viene a leggerti ti ha detto chiaramente quanto sei sfigata.
Poi però, un paio di giorni dopo averlo installato, il programma ti ha segnalato un nuovo ospite. Dall’America. Stati Uniti. Ogni notte più o meno alla stessa ora c’è un americano che si collega al tuo blog e ti legge. Non commenta mai, ma forse è un problema di lingua. Magari può leggere l’italiano ma non si attenta a scriverlo. Ha paura di fare brutta figura, perché ci tiene a te, al tuo parere. È una persona sensibile, che è capitata sulle tue righe per caso e non è più riuscito ad allontanarsi. Forse aspetta solo il momento giusto per contattarti e...
E allora continui ad aggiornare il blog, e ogni giorno scrivi qualche riga con questa speranza in testa. Magari potresti dedicare un pensiero all’America, giusto per aiutarlo a buttarsi, a lasciare la sua opinione, il suo nome, qualsiasi cosa.
Domani magari scrivi di Obama! Certo, se parli di Obama stai sicura che ti commenta pure lui (per qualche motivo escludi che possa trattarsi di una donna). Sì, Obama, geniale.
Sì Tiziana: Yes we can.