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LA porta era chiusa, le luci spente, persino quella dell’atrio che di solito tenevamo accesa, e dentro si gelava. Ho acceso gli scaldaolio e le candele nell’ingresso e in due cabine.
Il mio primo appuntamento sarebbe stato solo alle dieci e trenta. Quello di Elodie alle undici e trenta. Russava ancora quando sono uscita di casa, il che significava che sarebbe arrivata di corsa alle undici e dieci rivolgendo al cliente un bel sorriso e delle scuse frettolose con quel suo grazioso accento francese. Poi avrebbe cominciato la giornata.
Elodie era una delle poche persone al mondo per cui avrei fatto quasi tutto. In particolare ora che era incinta. Aveva saputo del bambino due giorni dopo che suo marito aveva messo piede in Afghanistan. Cose del genere sono la norma da queste parti. L’ho visto succedere ai miei genitori, a Elodie… tutti quelli che vivono attorno alle basi sanno che è possibile. Anzi non solo possibile, è più che altro la prassi quando sei sposata con un militare.
Ho cercato di scrollarmi di dosso i pensieri. Ci voleva di un po’ di musica. Ero riuscita di recente a convincere Mali a lasciarmi mettere qualcosa di più adatto mentre lavoravamo. Non avrei retto a un altro turno di «melodie rilassanti da spa» che si ripetevano per ore. Il rumore soporifero delle onde e delle cascate mi irritava da morire. E mi faceva anche addormentare. Ho acceso l’iPad e nel giro di pochi secondi Banks ha spazzato via il ricordo di tutte quelle musiche dolci e soavi. Mi sono avvicinata al banco per accendere il computer. Neanche due minuti dopo è entrata Mali con un paio di grandi borse appese alle braccia sottili.
«Che c’è?» ha chiesto mentre gliele prendevo.
«Mmm, nulla. Niente, ciao? Niente, come va Karina?» Sono scoppiata a ridere e sono andata nel retro.
Il cibo nelle borse aveva un profumo buonissimo. Mali preparava i migliori piatti tradizionali thailandesi che avessi mai assaggiato e ne faceva sempre una porzione in più per me ed Elodie. Ne beneficiavamo almeno cinque volte alla settimana. Il piccolo avocado, così Elodie chiamava il suo pancione, bramava solo noodles zeppi di spezie. Soprattutto basilico. Da quand’era rimasta incinta, Elodie aveva una fissazione per il basilico, al punto che lo toglieva dai noodles per masticarlo. Un bambino può farti fare le cose più strane.
«Karina», ha esclamato Mali sorridendo. «Come stai? Hai l’aria triste.»
Così era fatta Mali. Cosa c’è? Hai l’aria triste. Se pensava qualcosa, lo diceva.
«Ehi… sto bene», ho risposto. «È solo che non mi sono truccata.» Ho alzato gli occhi al cielo e lei mi ha sfiorato la guancia con un dito.
«Non è per questo», ha replicato.
No, non lo era. Però non ero triste. E non ero contenta di aver abbassato la maschera tanto da lasciare che se ne accorgesse. Per niente.
iTalia