Avvertenza editoriale
I tre scritti che vengono qui pubblicati sotto il titolo di Abbozzi per la “Comunicazione preliminare”, sono appunti di Freud, rimasti nelle mani di Breuer all’epoca della loro collaborazione. Dopo la pubblicazione della seconda edizione degli Studi sull’isteria, Breuer li recapitò a Freud, il quale con una lettera dell’8 ottobre 1909 ringraziò Breuer.
I tre scritti furono pubblicati postumi nelle Gesammelte Werke, vol. 17 (1941), pp. 1-18. Il terzo era già stato pubblicato nella “Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse und Imago”, vol. 25 (2), pp. 107-10 (1940). La traduzione è di Adele Campione.
Il primo è un appunto contenuto nella lettera del 29 giugno 1892 a Breuer. Si veda qui nella Lettera a Josef Breuer, nota 72, quanto il giorno prima Freud aveva scritto a Fliess.
Il secondo scritto, con la indicazione III e non datato (ma deve ovviamente essere attribuito a un periodo successivo a quello delle due lettere sopra indicate, e anteriore al gennaio 1893, quando la “Comunicazione preliminare” è stata pubblicata), si riferisce al terzo paragrafo della “Comunicazione preliminare” e riguarda l’ipotesi che la condizione per la produzione dell’isteria sia un particolare stato ipnoide. Questa tesi era particolarmente sostenuta da Breuer; è invece appena accennato alla possibilità che l’isteria si produca anche per la natura specifica del fatto traumatico, non adatto ad una espressione della reazione emotiva che vi è connessa.
Il terzo frammento (sul cui manoscritto Freud appose di suo pugno la data: Vienna, fine di novembre, 1892) costituisce una prima stesura del quarto paragrafo della “Comunicazione preliminare”.
Nell’ultimo capoverso (5) del frammento è esposto in modo esplicito per la prima volta il principio di costanza, cioè il principio secondo cui il sistema nervoso tenderebbe a mantenere costante la somma complessiva di eccitamento (principio a cui è fatto un cenno, ma molto generico, nella nota alla pagina 107 della traduzione delle Lezioni del martedì di Charcot, vedi Estratti dalle note alla traduzione delle “Lezioni del martedì della Salpêtrière” di J.-M. Charcot, 1892-94, in OSF, vol. 1).
La enunciazione di questo principio non appare invece più nel testo definitivo della “Comunicazione preliminare”. Il concetto è ripreso da Breuer nel terzo capitolo degli Studi sull’isteria (“Considerazioni teoriche”), che è opera sua, e da Freud nel Progetto di una psicologia del 1895 e nella Interpretazione dei sogni (1899).
Più tardi Freud è ritornato su tale principio in Pulsioni e loro destino (1915) e in Al di là del principio di piacere (1920), dove esso è formulato come Principio del Nirvana.