Estratti dalle note alla traduzione delle
“Lezioni del martedì” di Charcot
Pagina 107 [Charcot fa una descrizione dell’attacco isterico.]
...Colgo l’occasione offerta nel testo per fornire al lettore una visione indipendente dell’attacco isterico. Il “tipo” di Charcot, con le sue modificazioni, la possibilità che ogni stadio divenga indipendente e rappresenti tutto l’attacco, e via dicendo, è indubbiamente abbastanza esteso da coprire tutte le forme di attacco osservate. Proprio per questo si contesterà forse da parte di alcuni che esso rappresenti una vera unità.
Io ho cercato di affrontare il problema dell’attacco isterico in modo non descrittivo, e attraverso l’esame di isterici in condizione ipnotica sono giunto a nuovi risultati, che voglio qui in parte comunicare: il nucleo dell’attacco isterico, in qualunque forma esso insorga, è un ricordo, il rivivere in modo allucinatorio una scena molto significativa per l’insorgere della malattia. Questo processo si manifesta in modo percepibile nella fase delle attitudes passionnelles, ma è presente anche quando l’attacco apparentemente comporta solo fenomeni motori. Contenuto del ricordo è, di solito, o il trauma psichico che, per la sua intensità, era atto a provocare l’insorgere dell’isteria nel malato, oppure l’evento che, per essere occorso in un determinato momento, si è trasformato in trauma.
Nei casi della cosiddetta isteria “traumatica”, questo meccanismo è evidente anche all’osservazione più grossolana, ma è riconoscibile anche nell’isteria che non comporta un grosso trauma. In questo caso si riscontrano piccoli traumi ripetuti, oppure ricordi, in sé indifferenti, divenuti traumatici per eccesso del fattore della disposizione. Il trauma si dovrebbe definire come un incremento di eccitamento nel sistema nervoso, che questo non è riuscito a liquidare a sufficienza mediante reazione motoria. L’attacco isterico si deve forse interpretare come un tentativo di compiere la reazione al trauma. Vorrei qui accennare a un lavoro su questo argomento da me iniziato assieme al dottor Josef Breuer.97
Pagina 137 [Charcot descrive casi di fanciulli “di ottime maniere e di educazione assai raffinata”, che soffrono di attacchi isterici con irruzione di linguaggio osceno.]
È forse casuale che gli attacchi dei giovani di cui Charcot decanta la buona educazione e le belle maniere consistessero in un accesso di furioso turpiloquio? Non è meno casuale, credo, del fatto che i deliri isterici delle monache abbondano di bestemmie e di immagini erotiche. Si può qui sospettare una connessione che permette di gettare una luce profonda sul meccanismo della condizione isterica. Nei deliri isterici affiora quel materiale di idee e di impulsi all’azione che la persona sana ha rifiutato e ha inibito, spesso, con grande sforzo psichico. Lo stesso vale per molti sogni, che sviluppano associazioni rifiutate o interrotte durante il giorno. Io ho quindi basato su questo fatto la teoria della “controvolontà isterica”, che abbraccia un buon numero di sintomi isterici.
Pagina 142 [Charcot illustra un caso in cui apparivano tic e ossessioni.]
Qui voglio ricordare un caso interessante da me osservato di recente, e che mostra una nuova variante rispetto ai tic e alle ossessioni. Un giovane di 23 anni venne a consultarmi a causa di ossessioni tipiche. Dagli 8 ai 15 anni aveva sofferto di un tic molto pronunciato, in seguito scomparso. Le ossessioni sono comparse quando aveva 12 anni e si sono molto intensificate recentemente.
Pagina 210 [Freud in una lunga nota discute un’osservazione molto articolata di Charcot, secondo cui in determinati casi può manifestarsi un’emianestesia completa (a causa di un determinato tipo di lesione organica centrale) che è esattamente uguale all’emianestesia isterica. Charcot nega in particolare che in questi casi sia presente l’emianopsia.]
...Quando una volta mi presi la libertà di interpellarlo su questo punto e di contraddirlo sulla sua teoria della emianopsia, mi sentii rispondere con questa bella frase: “La théorie, c’est bon, mais ça n’empêche pas d’exister.”98 Se solo si sapesse che cosa esiste!...
Pagina 224 [Charcot afferma che l’ereditarietà è la “vera causa” degli attacchi isterici, della vertigine e dell’agorafobia di un malato.]
Io qui mi permetto di contraddirlo. La causa più frequente dell’agorafobia e così pure della maggior parte delle altre fobie non risiede nell’ereditarietà, ma in anomalie della vita sessuale. Si può anche specificare il tipo di abuso della funzione sessuale di cui si tratta. Queste nevropatie possono in una qualsiasi misura essere acquisite, e naturalmente in chi vi è ereditariamente predisposto esse, a parità di etiologia, si manifestano in modo più intenso.
Pagina 237 [Charcot illustra un caso di morbo di Basedow.]
Molti lettori probabilmente si schiereranno con me contro la teoria etiologica di Charcot, che non distingue la disposizione alle nevrosi da quella alle malattie nervose organiche, non tiene presente la parte tutt’altro che trascurabile delle malattie nervose acquisite, e fa dell’artritismo dei congiunti una disposizione nevropatica ereditaria. La sopravvalutazione del fattore ereditario potrebbe anche spiegare il fatto che Charcot, a proposito del morbo di Basedow, non menziona quell’organo nella cui alterazione siamo spinti da indizi importanti a cercare la vera causa dell’affezione. Mi riferisco naturalmente alla tiroide, e, riguardo al fatto controverso che la disposizione ereditaria e i traumi psichici abbiano una grande parte nello sviluppo di questa malattia, mi richiamo all’eccellente saggio di Moebius sul morbo di Basedow, nella “Deutsche Zeitschrift für Nervenheilkunde”, vol. 1 (1891).
Pagina 268 [Charcot discute la differenza tra afasia organica e isterica.]
Quando nel 1886 lasciai la Salpêtrière, Charcot mi affidò il compito di condurre uno studio comparato delle paralisi organiche e isteriche sulla base delle osservazioni compiute alla Salpêtrière. Io ho svolto questo lavoro ma non l’ho pubblicato.99 Il suo risultato era stato un’ulteriore elaborazione del principio qui enunciato da Charcot: le paralisi isteriche si caratterizzano per due fattori e inoltre soprattutto per la concomitanza di essi. In primo luogo esse sono capaci della massima intensità; in secondo luogo, del più assoluto isolamento; e si distinguono dalle paralisi organiche soprattutto quando combinano intensità e isolamento. Una monoplegia del braccio per una causa organica può limitarsi esclusivamente al braccio, ma allora quasi mai si tratta di una monoplegia assoluta; appena la sua intensità aumenta, ne aumenta anche l’estensione, ed è regola che essa venga accompagnata anche da un accenno di paresi al volto e alla gamba. Se invece resta esclusivamente circoscritta al braccio e nello stesso tempo è assoluta, può essere solo una paralisi isterica.
Pagina 286 [Charcot dà consigli tecnici sull’uso della suggestione e aggiunge:
“Presso gli Inglesi, che sono certamente persone pratiche, c’è il detto: ‘Do not prophesy, unless you be sure’ (non fare profezie se non sei ben sicuro). Vorrei ricollegarmi a questa frase e raccomandare anche a voi di seguirla. In realtà, se in un caso indubbio di paralisi psichica dite con grande sicurezza al malato: ‘Alzati e cammina’ ed egli lo fa, potreste certo ascrivere il miracolo da voi operato a voi stessi e alla vostra diagnosi. Però vi consiglio di non spingervi tanto oltre e di pensare sin da principio come potreste assicurarvi una ritirata ‘in buon ordine’, nel caso possibile di un insuccesso.”]
Con queste belle parole Charcot rivela uno dei più gravi abusi con cui deve fare i conti l’impiego pratico della suggestione nelle condizioni di veglia e di lieve ipnosi. Né il medico né il paziente sopportano alla lunga il contrasto tra la suggestione, che nega decisamente la malattia, e la necessità invece di riconoscerla al di fuori della suggestione.100
Pagina 314 [Charcot descrive un caso d’isteria maschile, in cui apparentemente la malattia era il risultato di un’intossicazione da mercurio.]
Probabilmente i lettori di queste conferenze sanno che Pierre Janet, Breuer e io, e così pure altri autori, abbiamo cercato recentemente di abbozzare una teoria psicologica dei fenomeni isterici, basata sui lavori di Charcot (sulla spiegazione delle paralisi isterotraumatiche). Per quanto questa teoria ci appaia solida e promettente, è doveroso ammettere che finora non si è assolutamente riusciti a far un passo per far rientrare nell’idea base di quella concezione l’isteria da intossicazione, l’analogia tra emiplegia isterica e organica, o la genesi delle contratture isteriche. Spero che questo compito non si dimostrerà insolubile, o per lo meno che questi fatti non si dimostreranno inconciliabili con la teoria psicologica.
Pagina 368 [Charcot delinea la diagnosi differenziale tra monoplegia isterica e organica.]
In un breve lavoro (Quelques considérations pour une étude comparative des paralysies motrices organiques et hystériques, Archives de Neurologie, n. 77, 1893), ho cercato di estendere questa osservazione di Charcot e di illustrarne i rapporti con la teoria della nevrosi.101
Pagina 371 [Charcot descrive accessi diversi di una ragazza isterica.]
Certamente non fraintendiamo Charcot traendo dalle sue considerazioni sulla hystéroépilepsie à crises mixtes e quella à crises separées la conclusione che il termine “isteroepilessia” sia comunque da rifiutare e da mettere fuori uso. Alcuni dei malati così denominati soffrono semplicemente di isteria, altri di isteria e di epilessia, due affezioni che hanno pochi rapporti interni fra loro e che solo per caso si riscontrano insieme nella stessa persona. Forse non è superflua un’osservazione del genere, perché molti medici sembrano ritenere che l’“isteroepilessia” sia un’intensificazione dell’isteria o un passaggio da questa all’epilessia. Certamente, nel coniare il termine isteroepilessia, era implicita l’intenzione di prendere una posizione del genere, ma Charcot già da molto tempo ha abbandonato questa concezione e noi non abbiamo alcun motivo di rimanere indietro, rispetto a lui, proprio su questo punto.102
Pagina 399 [Charcot aveva espresso le sue opinioni sul problema dell’affaticamento mentale come causa della “nevrastenia cerebrale”.]
Tutte queste considerazioni etiologiche a proposito della nevrastenia sono incomplete, se non si tiene conto della lesione sessuale che, secondo la mia esperienza, rappresenta il più importante e unico fattore etiologico imprescindibile.
Pagina 404 [A proposito di una considerazione sulle cause ereditarie delle nevrosi.]
...La teoria della famille névropathique ha urgente bisogno di essere riveduta.103
Pagina 417 [A proposito di una considerazione simile.]
...La concezione della famille névropathique che, del resto, comprende quasi tutto ciò che noi conosciamo come malattie nervose organiche e funzionali, sistematiche e accidentali, non potrebbe certo reggere a una critica seria.