Questo breve scritto è stato pubblicato col titolo Märchenstoffe in Träumen nell’“Internationale Zeitschrift für ärztliche Psychoanalyse”, vol. 1(2), 147-51 (1913), ed è stato poi riprodotto nella Sammlung kleiner Schriften zur Neurosenlehre, vol. 4 (1918), pp. 168-76, in Gesammelte Schriften, vol. 3 (1925), pp. 259-66, in Kleine Beiträge zur Traumlehre (Vienna 1925), pp. 3-10, in Kleine Schriften zur Sexualtheorie und zur Traumlehre (Vienna 1931), pp. 308-15, e in Gesammelte Werke, vol. 10 (1946), pp. 2-9. La presente traduzione italiana è di Renata Colorni.
Freud considera il problema delle tracce di fiabe infantili, che si ritrovano talora in sogni di adulti. Egli interpreta queste tracce come ricordi di copertura per esperienze realmente vissute nell’infanzia, le quali in questo modo si inseriscono, malgrado la rimozione, nel contesto del sogno.
Dei due sogni raccontati e analizzati, ha particolare importanza il secondo, che appartiene al soggetto del caso clinico dell’uomo dei lupi, scritto nel 1914 e pubblicato nel 1918; in esso è riprodotta testualmente (vedine oltre il par. 4) la narrazione di questo sogno e la sua prima interpretazione, che nel caso clinico è però ulteriormente approfondita.