Questo articolo fu finito di scrivere nel gennaio 1894 (vedi la lettera del 7 febbraio 1894 a Fliess, dove se ne parla come di un lavoro già a lui noto) e fu pubblicato col titolo Die Abwehr-Neuropsychosen, nel “Neurologisches Zentralblatt”, vol. 13 (10), 362-64 e (11), 402-09 (15 maggio e 1° giugno 1894). È stato in seguito compreso nella Sammlung kleiner Schriften zur Neurosenlehre, vol. 1 (Vienna 1906), pp. 45-59, nelle Gesammelte Schriften, vol. 1 (1925), pp. 290-305, e nelle Gesammelte Werke, vol. 1 (1952), pp. 59-74; è stato inoltre riassunto al n. 29 nei Sommari dei lavori scientifici riportati qui più avanti. La traduzione è di Adele Campione.
Rappresenta un notevole progresso sulla “Comunicazione preliminare”, in quanto introduce diversi concetti nuovi.
Anzitutto il concetto stesso di difesa, che diviene elemento caratterizzante per tutto un gruppo, definito nel sottotitolo, di nevrosi (e di psicosi): nella “Comunicazione preliminare” l’accento a un processo difensivo da rappresentazioni o pensieri incompatibili era infatti molto generico. Per il gruppo così definito Freud usa per qualche anno il termine “neuropsicosi da difesa”, destinato a essere sostituito dal termine “psiconevrosi”.
Un concetto nuovo è anche quello di conversione (nell’organico) come processo tipico per l’isteria, e il concetto di falso nesso e di trasposizione dell’affetto per le fobie e le ossessioni.
Pur senza escludere la possibilità di altri meccanismi di produzione per queste forme, Freud considera qui come tipica la difesa da rappresentazioni a carattere sessuale.
È pure affrontato un nuovo problema riguardante non più forme nevrotiche, ma psicotiche: quello dei deliri allucinatori, che sarebbero anch’essi dovuti a un processo di difesa, con soppressione di una realtà insopportabile, e sua sostituzione con la rappresentazione delirante. Freud usa a tal proposito per la prima volta l’espressione “fuga nella psicosi” (Flucht in der Psychose).
Alla fine di questo lavoro è ripreso il concetto di un elemento quantitativo (somma di eccitamento) individuabile nel funzionamento del sistema psichico: concetto che già si trova affermato negli Abbozzi per la “Comunicazione preliminare” (1892), mentre è omesso nella stessa “Comunicazione preliminare”, e che sarà svolto da Breuer nelle sue considerazioni teoriche negli Studi sull’isteria (1892-95), par. 2, punto A, per illustrare, attribuendone la paternità a Freud, il principio di costanza di tale eccitamento globale.