4. TOPICA E DINAMICA DELLA RIMOZIONE
Essendo giunti alla conclusione che la rimozione è essenzialmente un processo che si riferisce a rappresentazioni poste al confine fra i sistemi Inc e Prec (C), possiamo fare ora un nuovo tentativo per descrivere più dettagliatamente questo processo. Esso consiste senza dubbio in una sottrazione di investimenti; ma resta il problema in quale sistema abbia luogo la sottrazione e a quale sistema appartenga l’investimento sottratto.
La rappresentazione rimossa mantiene la sua capacità d’azione nel sistema Inc, e dunque deve avere conservato il proprio investimento. Ciò che è stato sottratto dev’essere qualcos’altro [vedi par. 7, in OSF, vol. 8]. Prendiamo il caso della rimozione propriamente detta (post-rimozione), quale si verifica per la rappresentazione preconscia o per quella già divenuta cosciente: la rimozione può consistere solo nel fatto che alla rappresentazione è sottratto l’investimento (pre)conscio che appartiene al sistema Prec. La rappresentazione resta allora priva di investimento e, o riceve un investimento dall’Inc, o conserva l’investimento inc che aveva già prima. Si verifica dunque una sottrazione dell’investimento preconscio, un mantenimento di quello inconscio o una sostituzione dell’investimento preconscio con uno inconscio. Osserviamo, del resto, che quasi involontariamente abbiamo fondato queste considerazioni sull’ipotesi che il passaggio della rappresentazione dal sistema Inc in quello ad esso contiguo non avvenga attraverso una nuova trascrizione, ma attraverso un cambiamento di stato, una trasformazione del suo investimento. Qui l’ipotesi funzionale ha debellato senza fatica quella topica. [Vedi par. 2, in OSF, vol. 8.]
Ma questo processo di sottrazione di libido95 non basta a rendere intelligibile un altro carattere della rimozione. Non si vede perché la rappresentazione che è rimasta investita o ha ricevuto un investimento dall’Inc non dovrebbe rinnovare il tentativo di penetrare nel sistema Prec, in forza del proprio investimento. La sottrazione di libido dovrebbe allora ripetersi nei suoi confronti, e questo gioco si perpetuerebbe indefinitamente, ma il suo esisto non sarebbe comunque quello della rimozione. Allo stesso modo il meccanismo della sottrazione di investimento preconscio che abbiamo appena discusso fallirebbe quando si trattasse di descrivere la rimozione originaria; infatti in questo caso ci troviamo di fronte a una rappresentazione inconscia che non ha ancora ricevuto alcun investimento dal Prec, e a cui quindi tale investimento non può certo esser sottratto.
A questo punto abbiamo dunque bisogno di ipotizzare un altro processo che preservi la rimozione nel primo caso [cioè nel caso della post-rimozione], e provveda alla sua produzione e al suo mantenimento nel secondo [nel caso della rimozione originaria]. A questo scopo non possiamo far altro che ricorrere all’ipotesi di un controinvestimento con cui il sistema Prec si protegge dall’assalto della rappresentazione inconscia. Come si manifesti tale controinvestimento che opera nel sistema Prec, lo vedremo esaminando alcuni casi clinici. È esso che rappresenta il permanente dispendio [di energia] di una rimozione originaria, garantendone però anche la permanenza. Il controinvestimento è il solo e unico meccanismo che interviene nel caso della rimozione originaria, mentre nel caso della rimozione propriamente detta (post-rimozione) si aggiunge la sottrazione dell’investimento prec. È assai probabile che sia proprio l’investimento sottratto alla rappresentazione a essere usato per il controinvestimento.
Ci rendiamo conto che nella nostra esposizione dei fenomeni psichici siamo stati indotti gradualmente ad adottare un terzo punto di vista, accanto a quelli dinamico e topico: il punto di vista economico, che si sforza di seguire le vicissitudini delle quantità di eccitamento e di pervenire a una loro stima, almeno relativa. Non ci pare inopportuno indicare con un nome particolare questo modo di considerare il nostro argomento, giacché esso rappresenta il compimento della ricerca psicoanalitica. Propongo che, se riusciamo a descrivere un processo psichico nei suoi rapporti dinamici, topici ed economici, la nostra esposizione sia chiamata metapsicologica.96 Dobbiamo osservare fin d’ora che allo stato attuale delle nostre conoscenze tale risultato potrà essere raggiunto solo in alcuni casi particolari.
Facciamo un timido tentativo di fornire una descrizione metapsicologica del processo di rimozione nelle tre nevrosi di traslazione a noi note. In questo caso possiamo sostituire il termine “investimento” con quello di “libido”,97 poiché, come sappiamo, l’argomento in questione è costituito dai destini di pulsioni sessuali.
Nell’isteria d’angoscia una prima fase del processo è spesso trascurata e forse può essere realmente omessa; tuttavia è chiaramente riconoscibile a un’osservazione accurata. Essa consiste nel fatto che l’angoscia compare senza che il soggetto si renda conto da che cosa proviene. Bisogna supporre che sia stato presente nell’Inc un impulso amoroso che aspirava a trasferirsi nel sistema Prec; ma l’investimento che da quest’ultimo sistema era diretto su di esso se ne è ritratto (in una sorta di tentativo di fuga), e l’investimento libidico inconscio della rappresentazione respinta si è scaricato sotto forma di angoscia. Nel caso in cui tale processo si ripeta, ciò significa che un primo passo è compiuto nel senso del controllo dello sgradevole sviluppo d’angoscia.98 L’investimento fuggitivo [prec] si è diretto su una rappresentazione sostitutiva, che da un lato è associata alla rappresentazione respinta, ma d’altro lato se ne è distanziata e quindi si sottrae alla rimozione (sostituto per spostamento), permettendo una razionalizzazione dell’ancora inevitabile sviluppo dell’angoscia. La rappresentazione sostitutiva svolge ora per il sistema C (Prec)99 il ruolo di un controinvestimento, in quanto si pone a garanzia contro la comparsa, in C, della rappresentazione rimossa; d’altro lato è, o quanto meno si comporta come se fosse, il punto di partenza da cui si sprigiona l’affetto d’angoscia, ora più che mai incontenibile. L’osservazione clinica mostra, ad esempio, che il bambino che soffre di una zoofobia prova angoscia solo a due condizioni: innanzitutto se si rafforza il suo impulso amoroso rimosso; in secondo luogo se egli percepisce l’animale che l’angoscia. Nel primo caso la rappresentazione sostitutiva si comporta come il punto in cui avviene un passaggio dal sistema Inc al sistema C, nel secondo come una fonte autonoma dello sprigionarsi dell’angoscia. L’estensione del dominio del sistema C suole manifestarsi nel fatto che la prima di queste due forme di eccitamento della rappresentazione sostitutiva cede sempre più il passo alla seconda. Forse alla fine il bambino si comporta come se non avesse alcuna propensione per il padre, come se se ne fosse interamente emancipato e provasse veramente paura per l’animale. Solo che questa paura per l’animale, alimentata dalla fonte pulsionale inconscia, si rivela eccessiva, refrattaria ad ogni influenza proveniente dal sistema C, e in tal modo tradisce la sua derivazione dal sistema Inc.
Nella seconda fase dell’isteria d’angoscia il controinvestimento proveniente dal sistema C ha dunque portato alla formazione sostitutiva. Ben presto, lo stesso meccanismo trova una nuova applicazione. Come sappiamo, il processo di rimozione non si è ancora concluso, e già individua un ulteriore scopo nel compito di inibire lo sviluppo dell’angoscia derivante dal sostituto.100 Ciò avviene in questo modo: tutta la zona che circonda la rappresentazione sostitutiva e ad essa è associata ottiene un investimento particolarmente intenso, talché può esplicare un alto grado di sensibilità nei confronti dell’eccitamento. L’eccitamento di un punto qualsivoglia di questa struttura periferica – data la sua connessione con la rappresentazione sostitutiva – dà necessariamente avvio a un piccolo sviluppo di angoscia, utilizzato a sua volta come segnale inteso a impedire che – attraverso una nuova fuga dell’investimento [prec] – si verifichi un progresso ulteriore dello sviluppo di angoscia.101 Quanto più lontano dal paventato sostituto sono situati i sensibili e vigilanti controinvestimenti, con tanta maggior precisione può funzionare il meccanismo che ha il compito di isolare la rappresentazione sostitutiva e proteggerla da nuovi eccitamenti. Naturalmente queste precauzioni proteggono solo dagli eccitamenti che si accostano alla rappresentazione sostitutiva dall’esterno, attraverso la percezione, mentre non proteggono mai dai moti pulsionali, che raggiungono la rappresentazione sostitutiva dal lato della sua connessione con la rappresentazione rimossa. Tali precauzioni cominciano dunque a funzionare solo quando la rappresentazione sostitutiva fa bene le veci del rimosso, né ci si può mai fidare completamente della loro efficacia. Ogniqualvolta l’eccitamento pulsionale si accentua, il bastione protettivo che circonda la rappresentazione sostitutiva deve essere spostato un po’ più in là. L’intera costruzione, che è prodotta in modo analogo nelle altre nevrosi, porta il nome di fobia. La fuga della rappresentazione sostitutiva dall’investimento cosciente si esprime negli scansamenti, nelle rinunce e nei divieti da cui riconosciamo l’isteria d’angoscia.
Se si considera l’intero processo, si può dire che la terza fase ha ripetuto il lavoro della seconda, su scala più ampia. Il sistema C previene ora l’attivazione della rappresentazione sostitutiva mediante il controinvestimento dell’ambiente che la circonda, così come prima si era garantito dalla comparsa della rappresentazione rimossa mediante l’investimento della rappresentazione sostitutiva. È così continuato il processo della formazione di sostituti mediante spostamento. Dobbiamo anche aggiungere che prima il sistema C possedeva solo una piccola breccia (la rappresentazione sostitutiva) attraverso cui poteva penetrare il moto pulsionale rimosso, ma che alla fine l’intera periferia della costruzione fobica viene a costituire una siffatta enclave dell’influenza inconscia. È inoltre interessante rilevare che attraverso l’intero meccanismo di difesa messo in atto in tal modo, si è riusciti a proiettare all’esterno il pericolo pulsionale. L’Io si comporta come se il pericolo dello sviluppo d’angoscia che lo minaccia non provenisse da un moto pulsionale, ma da una percezione, e può quindi reagire contro questo pericolo esterno con i tentativi di fuga rappresentati dagli scansamenti fobici. In questo processo la rimozione raggiunge il suo scopo in un punto: lo sprigionarsi dell’angoscia può essere in certa misura arginato, seppure a prezzo di sacrificare gravemente la libertà personale del soggetto. Comunque i tentativi di sfuggire alle richieste pulsionali sono in genere inutili, e il risultato della fuga fobica resta purtuttavia insoddisfacente.
La situazione che abbiamo riconosciuto esser propria dell’isteria d’angoscia si presenta per molti aspetti identica anche nelle altre due nevrosi, cosicché possiamo limitare la discussione alle loro differenze e alla funzione in esse svolta dal controinvestimento. Nell’isteria di conversione l’investimento pulsionale della rappresentazione rimossa si trasforma nell’innervazione del sintomo. In che misura e in quali circostanze la rappresentazione inconscia sia drenata da questa scarica nell’innervazione, in modo da poter rinunciare alla sua pressione contro il sistema C, è un problema, che insieme ad altre questioni analoghe, mi riservo di trattare più appropriatamente in una indagine specificamente dedicata all’isteria.102 Nell’isteria di conversione la parte svolta dal controinvestimento proveniente dal sistema C (Prec)103 è chiara, e si manifesta nella formazione dei sintomi. È il controinvestimento che sceglie su quale parte della rappresentanza pulsionale può essere concentrato l’intero investimento di quest’ultima. Questa parte, scelta per assolvere la funzione di sintomo, soddisfa alla condizione di esprimere sia la meta agognata dal moto pulsionale sia gli sforzi difensivi o punitivi del sistema C; essa viene dunque sovrainvestita e tenuta in vita da entrambe le parti, come la rappresentazione sostitutiva nell’isteria d’angoscia. Da questa circostanza possiamo senz’altro concludere che la quantità di energia impiegata dal sistema C per la rimozione non è necessariamente di grandezza pari all’energia di investimento del sintomo; infatti la forza della rimozione è misurata dall’intensità del controinvestimento impiegato, mentre il sintomo non si basa soltanto sul controinvestimento, ma anche sull’investimento pulsionale, proveniente dal sistema Inc, condensatosi nel sintomo stesso.
Quanto alla nevrosi ossessiva, alle osservazioni contenute nel saggio precedente dovremmo solo aggiungere che qui il controinvestimento del sistema C viene in primo piano con la massima evidenza. È esso che, organizzato come formazione reattiva, provvede alla prima rimozione, e che in seguito diventa il punto attraverso cui riesce a farsi strada la rappresentazione rimossa. Possiamo avanzare l’ipotesi che dalla preminenza del controinvestimento e dall’assenza di una scarica dipenda il fatto che nell’isteria d’angoscia e nella nevrosi ossessiva l’opera della rimozione appare molto meno felicemente riuscita che nell’isteria di conversione.104