La perizia della Facoltà medica nel processo Halsmann
Per quanto ne sappiamo, il complesso edipico è stato presente nell’infanzia di tutti gli esseri umani, ha subito nel corso dello sviluppo grandi modificazioni, e in molte persone si ritrova, più o meno intenso, anche nell’età adulta. I suoi caratteri essenziali, la sua universalità, il suo contenuto e il suo destino sono stati riconosciuti – molto tempo prima dell’avvento della psicoanalisi – da quell’acuto pensatore che è Diderot, com’è testimoniato da un passo del suo celebre dialogo Le neveu de Rameau tradotto da Goethe:14 “Se il piccolo selvaggio fosse abbandonato a se stesso e se conservasse tutta la sua debolezza mentale, e alla mancanza di ragione propria del bambino in fasce congiungesse la violenza delle passioni dell’uomo di trent’anni, torcerebbe il collo al padre e giacerebbe con la madre.”
Se fosse stato dimostrato obiettivamente che Philipp Halsmann ha assassinato suo padre, si avrebbe in effetti il diritto di addurre il complesso edipico come motivazione di un atto altrimenti incomprensibile. Ma poiché questa certezza non esiste, menzionare il complesso edipico ha un effetto fuorviante ed è quanto meno ozioso. Ciò che è stato accertato sui dissapori fra padre e figlio nella famiglia Halsmann non è assolutamente sufficiente a dare un fondamento solido all’ipotesi che il figlio avesse un cattivo rapporto con il padre. E seppure le cose fossero andate altrimenti, dobbiamo dire che di lì a causare un’azione di quel genere di strada ne corre davvero molta. Proprio in ragione della sua onnipresenza il complesso edipico non è idoneo a fondare un giudizio di colpevolezza. Facilmente si determinerebbe la situazione illustrata dalla seguente ben nota storiella: in seguito a una rapina viene condannato un uomo in possesso di un grimaldello. Dopo il verdetto, alla domanda se ha qualcosa da dichiarare, egli risponde di voler essere punito anche per adulterio, perché porta con sé l’arnese relativo.
Nello stupendo romanzo di Dostoevskij, I fratelli Karamazov, la situazione edipica sta al centro dell’interesse. Il vecchio Karamazov si è fatto odiare dai suoi figli opprimendoli crudelmente; per uno di essi, inoltre, egli è un potente rivale riguardo a una donna ardentemente desiderata. Questo figlio, di nome Dmitrij, non ha fatto mistero del suo proposito di vendicarsi violentemente del padre. Per questo, com’è naturale, dopo che il padre è stato derubato e ucciso, egli viene accusato del suo assassinio e, nonostante protesti in tutti i modi la propria innocenza, è condannato. Eppure Dmitrij è innocente. Il crimine è stato commesso da un altro dei fratelli. Nella scena del verdetto di questo romanzo viene pronunciato il celebre motto: “La psicologia è un’arma a doppio taglio.”15
La perizia della facoltà di medicina di Innsbruck sembra incline ad attribuire a Philipp Halsmann un complesso edipico “efficace”, rinunziando però a stabilire il grado di questa efficacia, giacché, per le pressioni dell’accusa, non vengono fornite indicazioni sui presupposti che fanno sì che in Philipp Halsmann tale complesso “si dispieghi senza ritegno”. Quando però la facoltà si rifiuta di “cercare la radice del crimine nel complesso edipico anche qualora l’accusato risultasse colpevole”, essa va nel suo diniego più in là del necessario.
In questa stessa perizia ci si imbatte in una contraddizione niente affatto irrilevante. Il possibile influsso di uno sconvolgimento emotivo su disturbi della memoria riguardanti impressioni occorse prima e durante il periodo critico è, a mio avviso ingiustificatamente, minimizzato al massimo; le ipotesi di uno stato mentale eccezionale o di una malattia psichica vengono decisamente rifiutate, mentre invece è accolta di buon grado la spiegazione di una “rimozione” che sarebbe intervenuta in Halsmann dopo il fatto. Devo dire che una simile rimozione piombata dal cielo in una persona adulta che non presenta alcun segno di grave nevrosi, la rimozione di un atto che certamente sarebbe più importante di qualsiasi incerto particolare sulla distanza e sul decorso del tempo, e che si sarebbe effettuata in uno stato normale o appena alterato dall’affaticamento fisico, una simile rimozione – dicevo – sarebbe davvero una rarità di prim’ordine.