Questi tre saggi sono stati scritti in tempi diversi nel periodo che va dal 1910 al 1917. Sono anche stati pubblicati in differenti occasioni. Freud li ha riuniti nel vol. 4 della Sammlung kleiner Schriften zur Neurosenlehre (Vienna 1918), pp. 200-51, facendone in seguito una pubblicazione a sé col titolo Beiträge zur Psychologie des Liebeslebens (Internationaler psychoanalytischer Verlag, Lipsia-Vienna-Zurigo 1924).
Nella seduta della Società psicoanalitica di Vienna del 28 novembre 1906, durante la discussione sopra una relazione di Isidor Sadger sulla vita amorosa del poeta austriaco Nikolas Lenau (vedi Dibattiti della Società psicoanalitica di Vienna (1906-1908), Boringhieri, Torino 1973, pp. 83 sgg.) Freud accennò al proposito di scrivere uno studio sopra la vita amorosa in generale, e anticipò qualche idea, che verrà sviluppata non nell’opera progettata (che non fu mai scritta) ma in questi Contributi.
Il 19 maggio 1909 Freud riferì alla stessa Società su quello che diverrà il contenuto del primo saggio Über einen besonderen Typus der Objektwahl beim Manne. Solo nella primavera del 1910 però si accinge a scriverlo. Il 26 maggio comunica a Jung che è riuscito a metter giù soltanto un primo paragrafo, perché è oberato dal lavoro professionale. Completa tuttavia prima delle vacanze estive l’articolo, che viene pubblicato entro l’anno nello “Jahrbuch für psychoanalytische und psychopathologische Forschungen”, vol. 2 (2), 389-97 (1910).
Nel saggio Freud descrive un certo tipo di comportamento amoroso maschile, ricercandone i fattori determinanti nei problemi che il bambino deve superare soprattutto per poter collegare la immagine della madre con le nozioni sulla sessualità che viene acquisendo. Il tipo che Freud descrive può presentare molte varianti, ma è caratterizzato da alcuni elementi costanti.
Il secondo saggio fu pubblicato due anni dopo col titolo Beiträge zur Psychologie des Liebeslebens II, Über die allgemeinste Erniedrigung des Liebeslebens, nello stesso “Jahrbuch für psychoanalytische und psychopathologische Forschungen”, vol. 4 (1), 40-50 (1912).
Freud parte dalla considerazione del fenomeno (transitorio o stabile) della impotenza maschile psicogena, che egli collega con la difficoltà di fondere insieme la componente di tenerezza e la componente sensuale della pulsione libidica (motivo che nel 1914 inserirà nella 3a edizione dei Tre saggi sulla teoria sessuale a proposito della scelta oggettuale in due tempi: vedi in OSF, vol. 4, secondo saggio, par. 6). Dalla considerazione delle singole situazioni personali di impotenza, Freud passa ad esaminare (da qui il titolo del saggio) il problema generale del contrasto fra organizzazione sociale civile e vita pulsionale, problema di cui si era già occupato in La morale sessuale “civile” e il nervosismo moderno, del 1908 (in OSF, vol. 5), e nella conclusione dell’ultima delle Conferenze di Worcester (vedi in OSF, vol. 6), e che verrà ripreso molti anni dopo in Il disagio della civiltà (1929; in OSF, vol. 10).
Il terzo saggio, Beiträge zur Psychologie des Liebeslebens III, Das Tabu der Virginität, fu composto solo nel 1917. Venne letto nella seduta del 12 dicembre 1917 della Società psicoanalitica di Vienna e fu pubblicato nel 1918, con gli altri due, nella Sammlung kleiner Schriften zur Neurosenlehre, vol. 4 (Vienna 1918), pp. 229-51.
Come nel secondo contributo aveva esaminato il problema della impotenza maschile, in questo terzo saggio Freud considera quello della frigidità femminile. Egli che nel 1912-13 si era familiarizzato, in occasione di Totem e tabù (in OSF, vol. 7), con le ricerche sui costumi dei popoli primitivi, collega qui la sua indagine col problema del valore e del significato attribuito alla verginità sia presso i primitivi che presso i cosiddetti popoli civili.
I Contributi alla psicologia della vita amorosa, nello stesso 1924, quando apparvero come pubblicazione a sé, furono riprodotti in Gesammelte Schriften, vol. 5, pp. 186-231, e in seguito in Kleine Schriften zur Sexualtheorie und zur Traumlehre (Internationaler psychoanalytischer Verlag, Lipsia-Vienna-Zurigo 1931), pp. 69-115. Appaiono anche in Gesammelte Werke, ma separatamente, il primo e il secondo nel vol. 8 (1943), pp. 66-91, e il terzo nel vol. 12 (1947), pp. 161-80. Traduzione di Sandro Candreva e Ermanno Sagittario.