3 Misure elleniche In Italia.
Ma soltanto dopo che il mercante elleno si fu aperta la via della costa occidentale italica cominciò una nuova e vitale rivoluzione nel sistema delle misure usate in Italia. La misura del tempo e quella della superficie non vennero alterate dalle influenze greche; ma la misura lineare, il peso e particolarmente la misura dei corpi, cioè quelle definizioni, senza le quali gli scambi e le vendite sono impossibili, risentirono delle conseguenze del commercio coi Greci. Il piede romano, anteriormente usato dai Romani che lo avevano preso dai Greci, fu diviso, oltre la sua divisione romana in dodici dodicesimi, anche secondo l'uso greco in quattro larghezze della mano (palmus) e in sedici larghezze di dito (digitus). Oltre di che i pesi romani furono ragguagliati mediante proporzioni stabili cogli Attici, che erano in uso in tutta la Sicilia; non così a Cuma – altra chiarissima prova che il traffico latino si dirigeva di preferenza verso l'isola; – si calcolavano quattro libbre romane eguali a tre mine attiche, o mezze mine. Ma la stereometria romana offre il più strano e più variato quadro, parte a cagion dei nomi che si trassero dal greco, per corruzione d'idiotismo (amphora, modius da μέδιμνος, congius da χοεύς, hemina, cyathus), o per vera traduzione (acetabulum da ὀξύβαϕον, mentre per contro ξέτης, è una corruzione di sextarius); parte a cagion dei ragguagli stabiliti.
Non tutte le misure, ma certo le più comuni, sono identiche: per i liquidi il congius o chus, il sextarius, il cyathus; queste due ultime misure servono anche per le merci asciutte; l'anfora romana è pel peso d'acqua pareggiata al talento attico e sta nello stesso tempo nella precisa proporzione del 3:2 col greco metretes e del 2:1 col greco medimnos. Per chi sa interpretare siffatta scrittura, in questi nomi e in queste cifre è espressa la storia di tutta l'attività e di tutta l'importanza del commercio siculo-latino. I numeri greci non furono adottati ma i Romani si servirono dell'alfabeto greco, quando loro pervenne, per formare le tre cifre 50, 1000 e forse anche la cifra 100 con segni delle tre lettere aspirate che erano loro inutili. Sembra che nell'Etruria si ottenesse in egual modo almeno il segno pel numero 100. Più tardi il sistema dei numeri, come suol avvenire tra popoli vicini, si identificò poichè quello dei Romani fu, nelle parti essenziali, adottato nell'Etruria.