16. Lucullo invade il Ponto.
Lucullo prese ora a sua volta l'offensiva. Triario assunse il comando della flotta coll'ordine di chiudere l'Ellesponto prima di ogni altra cosa e di dare la caccia alle navi pontiche che ritornassero da Creta e dalla Spagna.
Cotta ebbe il comando dell'assedio di Eraclea; il difficile servizio delle provvigioni fu affidato ai fedeli e operosi principi galati ed al re della Cappadocia Ariobarzane; Lucullo stesso entrò nell'autunno del 681 = 73 nel paese pontico, che da lungo tempo aveva avuto la fortuna di non venir calpestato da nessun nemico.
Mitridate, deciso ad attenersi ora alla più stretta difensiva, si ritrasse, senza tentare la sorte delle armi, da Sinope ad Amisa, da qui a Cabira (poi Neocesarea, ora Niksar) sul Lico, un affluente dell'Iri; egli si accontentava di attirare il nemico sempre più nell'interno del paese per rendergli sempre più difficili gli approvvigionamenti dei viveri e le comunicazioni.
Lucullo lo seguiva rapidamente; Sinope fu lasciata da un lato; passato il fiume Ali, l'antico confine di Scipione, furono circondate le importanti città di Amisa, Eupatoria (sull'Iri), Temiscira (sul Termodonte), sino a quando l'inverno venne a porre un termine alle marce, ma non all'assedio delle città.
I soldati di Lucullo mormoravano per l'incessante avanzare, che non permetteva loro di raccogliere i frutti delle loro fatiche e dei gravosi assedi nell'avversa stagione invernale. Ma Lucullo non era uomo da badare a simili lamenti; nella primavera del 682 = 72 proseguì la marcia verso Cabira, lasciando due legioni capitanate da Lucio Murena per guardare Amisa.
Il re durante l'inverno aveva fatto un tentativo per fare entrare nella lotta il gran re dell'Armenia, ma questo tentativo non fu più felice del precedente o almeno non vi fu risposto che con vane promesse.
Ancor meno desiderosi di prendere parte ad una causa perduta erano i Pontici. Intanto si era formato, specialmente con arruolamenti, nel paese degli Sciti presso Cabira, un ragguardevole esercito comandato da Diofante e da Tassile. L'esercito romano, ridotto a sole tre legioni, e nella cavalleria assai inferiore ai Pontici, si vide obbligato ad evitare la campagna rasa ed arrivò a Cabira, non senza fatica e perdite, per aspri ed appartati sentieri.
I due eserciti rimasero per lungo tempo accampati di fronte uno all'altro presso questa città.
Si combatteva specialmente per le provvigioni, scarse dalle due parti. Mitridate formò perciò, sotto il comando di Diofante e di Tassile, col fiore della cavalleria e con una divisione di fanteria scelta un corpo volante, il quale era destinato a percorrere il paese tra il Lico e l'Ali ed a catturare i trasporti di viveri che dalla Cappadocia giungevano ai Romani.