13 . Diffusione della nazionalità latina.
Se quindi dalle rivoluzioni degli stati, dalle lotte dei popoli per il dominio e per la libertà, che agitarono l'Italia e Roma per tutto il procelloso periodo che va dalla cacciata dei Tarquini fino al soggiogamento dei Sanniti e dei Greci italici, si volge lo sguardo ai più intimi penetrali della società umana, in cui pur s'insinua fatalmente l'influsso della politica, noi vi incontriamo ad ogni passo gli effetti dei grandi avvenimenti, per cui i Romani ruppero i legami del regime dinastico e per cui vennero scadendo tante civiltà e libertà nazionali per raccogliere tutte le loro ricchezze su un popolo solo.
Sebbene lo storico non debba proporsi di seguire tutte le tracce di questa meravigliosa vicenda di casi nella infinita varietà delle forme individuali, egli non esorbita però dal suo uffizio qualora, impadronendosi dei residui frammenti delle disperse tradizioni, cerca di trarne, per induzione, qualche indizio di principali mutamenti causati da sì vasti rivolgimenti nell'intima vita del popolo italico.
E se in questa indagine si assegna il primo posto alla biografia del popolo romano, non si deve credere che ciò derivi solo dalle lacune delle tradizioni e della storia, ma piuttosto dalla mutata condizione delle cose, in forza delle quali la nazionalità latina comincia ad eclissare tutte le altre nazionalità italiche.
Abbiamo già notato che in quest'epoca i paesi limitrofi a Roma, come l'Etruria meridionale, la Sabina, il paese dei Volsci e persino la Campania, cominciarono a romanizzarsi e lo prova la quasi assoluta mancanza di monumenti linguistici degli antichi dialetti popolari, come lo provano le antichissime iscrizioni romane che si rinvengono in queste regioni. Le molte terre assegnate qua e là per tutta l'Italia a coltivatori romani e le colonie fondate in tutte le regioni italiche erano gli avamposti della stirpe latina non solamente sotto i rispetti militari, ma anche sotto quelli della lingua e della nazionalità.
Vero è che la politica dei Romani non doveva mirare allora, ad estendere il nome latino; anzi pare che il senato romano abbia favorita e mantenuta la segregazione della gente latina di fronte alle altre genti italiche, e che non abbia concesso, senza restrizioni e difficoltà, l'introduzione della lingua latina nell'uso ufficiale degli stati dipendenti da Roma. Ma la necessità delle cose è assai più potente di qualsiasi potente governo; e col prevalere d'un popolo latino acquistarono tosto il primato in Italia anche i suoi costumi e la sua favella che cominciarono a sostituirsi a quelli delle altre stirpi italiche.