11. Governo dei patrizi.
Ma affinchè questi corollari della nuova forma repubblicana potessero maturare, richiedevasi l'opera del tempo. Per quanto vivamente i posteri li abbiano descritti è possibile che a coloro che videro compiersi la rivoluzione, questa apparisse sotto altro aspetto.
I neo-cittadini acquistarono, è vero, il diritto di cittadinanza e la nuova borghesia ottenne estesi diritti nei comizi, ma il diritto del veto del senato, che quasi come un'alta camera stava compatto di fronte ai comizi, toglieva loro ogni libertà d'azione e, non potendo fare assoluta opposizione alle deliberazioni loro, li stancava con rinvii e lungaggini.
La nobiltà se non aveva molto perduto ad amministrare da sola lo stato, si avvantaggiò decisamente sotto altri rapporti. Il re usciva bensì dalla classe dei patrizi come il console, ma se la sua posizione eccezionale lo innalzava al di sopra dei patrizi e dei plebei, e s'egli poteva facilmente trovarsi nel caso d'inclinare verso la plebe e di far assegnamento sulla moltitudine per umiliare la nobiltà, il console all'opposto, non entrando nella signoria che per breve tempo e non essendo così prima, come dopo aver avuta la magistratura, nulla più che un nobile, il quale oggi comandava al patrizio, a cui domani avrebbe dovuto obbedire, non poteva trovarsi al di sopra della sfera, in cui d'ordinario si trovava, e in lui il nobile doveva prevalere assai più del magistrato.
E se anche talvolta, per caso, qualche patrizio avverso alla prevalenza dell'aristocrazia perveniva alla prima magistratura, il suo potere era sempre controbilanciato dai sacerdoti penetrati dall'aspro spirito aristocratico e dal potere del suo collega, e all'uopo agevolmente sospeso col chiamare la dittatura; ad ogni modo gli mancava quel che più importa, cioè il primo elemento del potere politico: il tempo.
Il capo d'una repubblica, qualunque sia il potere che gli venga largito, non riuscirà ad afferrare la somma delle cose se non rimane in ufficio per lungo tempo, poichè la condizione più necessaria d'ogni dominio è la durata. In conseguenza di ciò, l'influenza del senato, la quale, come quella di un corpo politico vitalizio, non deve essere stata indifferente sin dai tempi dei re, acquistò, quando sottentrarono le signorie annuali, una così grande importanza, che, avendo preso effettivamente la direzione ed il governo della cosa pubblica e ridotto il supremo magistrato a non essere altro se non e il suo presidente e l'esecutore dei suoi voleri, capovolse di netto le condizioni dello stato. Ogni proposta da farsi al comune, sia per essere accettata, sia per essere rigettata, era prima esaminata in senato; la cui approvazione, secondo gli ordini costitutivi, non era già necessaria, ma l'uso e l'opinione volevano che non se ne potesse, impunemente, fare a meno.
Nè meno imperiosamente richiedeva la consuetudine, che si rispettasse il voto del senato in materia d'importanti negoziati e trattati coi popoli stranieri, nell'amministrazione e nella distribuzione dei beni comunali, e in generale per qualunque disposizione dovesse avere conseguenze durabili oltre il periodo della magistratura temporanea: cosicchè al console altro non rimaneva che l'indirizzo degli affari ordinari, l'istruzione dei processi civili ed il comando in guerra.
L'innovazione di maggior conseguenza era quella per cui, nè al console nè al dittatore, quantunque questi fosse investito d'illimitato potere in ogni altra materia, era concesso di porre mano nel pubblico tesoro senza l'assenso del senato e nelle forme da esso consentite.
Il senato imponendo ai consoli il dovere di demandare l'amministrazione della cassa comunale, di cui durante l'epoca precedente i re avevano avuto, o avrebbero potuto avere il governo, a due pubblici uffiziali subalterni, nominati bensì dai consoli, ma, come ben si comprende, dipendenti dal senato molto più che non i consoli, trasse, di fatto, interamente a sè la direzione del pubblico tesoro.
Questo diritto del senato romano di disporre del denaro dello stato può, nei suoi effetti, servir benissimo di raffronto al diritto di stanziare le spese e di votare le imposte nelle monarchie costituzionali dei nostri tempi.
Mutata così, e quasi capovolta la posizione politica del supremo magistrato e del suo consiglio, veniva naturale la conseguenza che, nel fatto, avessero a limitarsi i casi di ammissione e di esclusione dei membri del senato.
Se da antico tempo era venuta rafforzandosi la consuetudine di considerare le cariche senatorie come vitalizie, forse anche come ereditarie per diritto di nascita, o acquistabili dopo aver tenuto certi uffici pubblici, cresciuta l'importanza del senato, i titoli per aver posto tra i senatori dovettero di necessità determinarsi più chiaramente, e l'uso dovette pigliar forza d'un vero diritto consuetudinario.
Le conseguenze si offrono naturalmente. La prima ed essenziale condizione d'ogni governo aristocratico è che la pienezza del potere dello stato non risieda in un solo individuo, sibbene in una corporazione; ora si era impossessata del governo una corporazione essenzialmente nobile, cioè il senato, ed il potere esecutivo non solo era rimasto alla nobiltà, ma ancora interamente subordinato alla corporazione.
Sedevano, a dir vero, nel consiglio moltissimi uomini non nobili; se non che, essendo essi inetti a coprire cariche, quindi esclusi da ogni partecipazione effettiva al governo, avevano per conseguenza anche nel senato una parte subordinata ed inoltre erano tenuti in una pecuniaria dipendenza dalla corporazione in grazia dell'importante concessione dell'uso del pascolo comunale.
Il formale illimitato diritto dei consoli patrizi di rivedere e di modificare, almeno ogni quattr'anni, la lista dei senatori, quantunque non avesse il minimo effetto sulla nobiltà, poteva benissimo servire i suoi interessi; il plebeo, veduto di mal occhio, poteva, in forza di questo diritto di epurazione, essere tenuto lontano dal senato e anche esserne escluso. È dunque assolutamente conforme al vero che l'immediata conseguenza della rivoluzione fu lo stabilimento del governo aristocratico; ma non è questa tutta la verità.