6. La libera Gallia.
Tutt'altro aspetto avevano le cose al di là dei confini romani.
La grande nazione celtica, che cominciava già ad essere oppressa nei paesi meridionali dall'immigrazione italica, viveva ancora a settentrione delle Cevenne nell'antica sua libertà. Non è questa la prima volta che noi ci incontriamo con essa; gli Italici avevano già combattuto con le sentinelle perdute e coll'avanguardia di questa immensa schiatta sul Tevere e sul Po, nelle montagne della Castiglia ed in quelle della Carinzia e perfino molto addentro nell'Asia minore, ma solo nella Gallia fu da essi affrontato il fulcro della schiatta principale.
La stirpe celtica prendendo la sua dimora nell'Europa centrale si era riversata specialmente nelle ricche valli irrigate dai fiumi e nel paese sparso di deliziose colline dell'odierna Francia, coi distretti occidentali della Germania e della Svizzera, e partendo dalla Francia aveva occupato almeno la parte meridionale dell'Inghilterra e forse fin d'allora tutta la Gran Bretagna e l'Irlanda[2].
Più che in qualunque altro luogo essa formò qui una gran massa di popoli geograficamente compatta. Nonostante le diversità di lingua e di costumi, che naturalmente non mancavano in questo esteso territorio, pare tuttavia che le popolazioni stabilite sulle rive del Rodano e della Garonna sino al Reno ed al Tamigi sieno state tenute unite da rapporti scambievoli molto attivi e da un sentimento morale comune; invece esse si tenevano in certo modo localmente unite coi Celti stabiliti nella Spagna e nell'Austria d'oggi ma i rapporti ed i legami intellettuali di quelle stirpi sorelle, in parte dalle colossali catene dei Pirenei e delle Alpi, in parte dall'invasione dei Romani e dei Germani, che qui esercitavano grande influenza, erano ben più diversamente interrotti, che non lo fossero quelli dei Celti stabiliti sul continente e dei Celti della Britannia dall'angusto braccio di mare.
Purtroppo non ci è dato di seguire passo passo la storia interna dello sviluppo di questo popolo singolare nelle sue sedi principali e dobbiamo accontentarci di descrivere solo nelle linee generali la sua condizione civile e politica come la troviamo ai tempi di Cesare.