18. Nabatei.
Ciò vale anzi tutto per i Nabatei. Questa singolare nazione fu spesso confusa con gli arabi nomadi suoi vicini orientali, ma essa è più affine al ramo Arameo che non ai veri figli d'Ismaele.
Questa tribù aramea, o, come è detta dagli occidentali, siriaca, deve aver mandato dalle prime sue sedi nelle vicinanze di Babilonia in tempi antichissimi una colonia alla estremità nordica del golfo arabico, probabilmente per motivi commerciali: sono questi i Nabatei della penisola asiatica fra il golfo di Suez ed Aila e della regione di Petra (Wadi Musa). Nei loro porti si scambiavano le merci del Mediterraneo contro quelle provenienti dall'India; la grande via meridionale delle carovane, che percorreva il paese da Gaza alla foce dell'Eufrate ed al golfo Persico, attraversava Petra, città capitale dei Nabatei, i cui resti di magnifici palazzi e di sepolcri tagliati nelle rupi fanno ancora oggi testimonianza molto più evidente della civiltà nabatea, che non la quasi spenta tradizione.
Il partito farisaico, al quale la vittoria non sembrava riportata a troppo caro prezzo col sacrificio dell'indipendenza e dell'integrità dei paese, invocò l'aiuto del re dei Natabei, Areta, contro Aristobulo, promettendo per ciò di restituirgli tutte le conquiste strappategli da Janneo.
Areta invase quindi il paese giudaico, come si disse, con cinquanta mila uomini, e, rafforzato dal partito dei Farisei, strinse d'assedio re Aristobulo nella sua capitale.
In questi tempi, in cui il diritto del più forte e il diritto di guerra dominavano dall'una all'altra estremità della Siria, naturalmente versavano anzitutto in cattive condizioni le città più grandi, Antiochia, Seleucia, Damasco, i cittadini delle quali non potevano attendere nè ai lavori agricoli nè al loro commercio marittimo e carovaniero. I cittadini di Biblo e di Berito (Beirut) non potevano difendere nè i loro campi, nè le loro barche contro gli Itirei i quali dai loro forti castelli sui monti e sulle spiagge rendevano malsicuri la terra ed il mare.
Quelli di Damasco tentarono di difendersi dagli attacchi degli Itirei e di Tolomeo mettendosi sotto la dipendenza dei re più lontani, dei Nabatei e dei Giudei. Nelle interne discordie dei cittadini d'Antiochia s'immischiarono Sampsicheramo e Azizo, e poco mancò che la grande città ellenica non divenisse fin d'allora sede d'un emiro arabo. Erano condizioni che ricordano i tempi degli interregni del medio evo in Germania, quando Norimberga e Augusta non trovavano difesa nell'autorità e nei tribunali del re, ma unicamente dietro i loro ripari; i cittadini commercianti della Siria attendevano con impazienza un braccio forte che ridonasse loro la pace e rendesse sicuro il traffico.
In Siria non si difettava già di re legittimi; anzi ve ne erano già più di tre.