31. Tolomeo rimesso sul trono da Gabinio.
Senza pieni poteri ostensibili per poter cominciare la guerra contro l'Egitto, ma autorizzatovi dagli autocrati di Roma, Gabinio prese a pretesto il preteso aiuto prestato dagli Egizi ai pirati e la costruzione della flotta di Archelao, e si diresse subito verso i confini egizi (699 = 55).
La marcia attraverso il deserto di sabbia tra il Gaza e Pelusio, dove più di una invasione diretta contro l'Egitto era fallita, fu questa volta eseguita facilmente per le cure impiegate particolarmente dall'abile condottiero della cavalleria, Marco Antonio. La fortezza di confine, Pelusio, fu anch'essa consegnata dalla guarnigione giudaica senza combattimento.
Dinanzi a questa città i Romani si scontrarono cogli Egizi, li batterono e nella lotta si distinse ancora Marc'Antonio; per la prima volta un'armata romana pervenne sino al Nilo.
Qui avevano preso posizione l'esercito egiziano e la flotta per l'ultima decisiva battaglia; ma i Romani vinsero ancora, e Archelao stesso con molti dei suoi trovò la morte sul campo. Subito dopo quella battaglia la capitale si arrese, ed ebbe fine ogni resistenza. L'infelice paese fu restituito al legittimo suo tiranno; i supplizi, con cui, senza l'intromissione del cavalleresco Marco Antonio, Tolomeo avrebbe cominciato già in Pelusio la restaurazione del governo legittimo, procedettero ora senza ostacoli, e la prima vittima dello snaturato padre fu la innocente figlia Berenice.
Benchè si togliesse alla misera popolazione sino all'ultimo obolo, non si potè fare il versamento della ricompensa stabilita per coloro che tenevano in Roma il potere, essendo assolutamente impossibile di raccogliere dal paese già esausto le immense somme richieste.
Della tranquillità del paese prese cura il presidio rimasto nella capitale e composto di fanteria romana e di cavalleria celtica e germanica, il quale diede il cambio ai pretoriani indigeni non male imitandoli.
L'egemonia di Roma sull'Egitto fu così cambiata in una diretta occupazione militare e la continuazione nominale del regno indigeno fu per il paese piuttosto un doppio onere che una prerogativa.