2 . Caduta della signoria punico-etrusca sui mari.
Senonchè la nazione ellenica non tardò a trovarsi impegnata in una lotta ben più vasta e risolutiva contro i barbari dell'occidente e contro quelli dell'oriente. Era questa l'epoca delle guerre persiane. La situazione in cui i Tirii si trovavano rispetto a Serse trascinò Cartagine a seguire la politica persiana, e coi Cartaginesi vi furono tratti anche gli Etruschi.
Fu questa una delle più grandiose combinazioni politiche, la quale rovesciava nello stesso tempo sulla Grecia le schiere asiatiche e sulla Sicilia le puniche, allo scopo di cancellare con un sol colpo la libertà e la civiltà dalla faccia della terra.
La vittoria arrise agli Elleni. La battaglia presso Salamina (274 = 480) salvò e vendicò l'Ellade propriamente detta; e nello stesso giorno – come è fama – i signori di Siracusa e di Agrigento, Gelone e Terone, vinsero presso Imera così compiutamente l'esercito del generale cartaginese Amilcare, figlio di Magone, che in quella giornata stessa la guerra fu finita, e i Fenici, i quali allora non avevano ancora progettato di soggiogare tutta la Sicilia, fecero ritorno alla politica difensiva, ch'essi avevano seguito fino a quel tempo.
Sono ancora conservate alcune grandi monete d'argento, coniate coi gioielli offerti da Damareta, moglie di Gelone, e da altre nobili dame siracusane per sostenere questa guerra, e le più lontane età ricordano con riconoscenza il clemente e valoroso re di Siracusa e la magnifica vittoria cantata da Simonide.
Prima conseguenza di questa umiliazione di Cartagine, fu la caduta del primato marittimo dei suoi alleati etruschi. Già Anassilao, signore di Reggio e di Zancle, aveva chiuso lo stretto siciliano ai loro corsari mercè una flotta permanente (verso il 272 = 482).
I Cumani e Gerone di Siracusa riportarono pochi anni dopo una definitiva vittoria presso Cuma contro il naviglio tirreno (280 = 474), in aiuto del quale i Cartaginesi invano tentarono di accorrere.
È questa la vittoria cantata da Pindaro nella sua prima ode pitica ed esiste ancora l'elmo etrusco, che Gerone spedì ad Olimpia coll'iscrizione: «Gerone Deinomeneo e i Siracusani a Zeus spoglia tirrena da Cuma».