6. Pregi della legione a manipoli.
L'eccellenza di questi ordinamenti militari, cagione principalissima della grandezza della repubblica romana, fu il frutto dei tre grandi principii militari: della riserva; della combinazione tattica della pugna a corpo a corpo colla battaglia a distanza, e dell'altra combinazione tattica della offesa e della difesa.
Il sistema della riserva, già accennato nell'impiego della cavalleria, fu poi compiutamente sviluppato colla divisione dell'esercito in tre corpi e col tenere in serbo la scelta schiera dei veterani per l'ultimo e decisivo urto. Se con la falange ellenica si toccò quasi la perfezione rispetto all'urto e al combatter da vicino, e se con le squadre della cavalleria orientale, armata di faretra e di giavellotti, si perfezionò il combattere a distanza, può dirsi, e con tutta ragione, che, con la combinazione del pesante giavellotto col brando, trovata dai Romani, si ottenne lo stesso effetto che nelle guerre moderne produsse l'introduzione del fucile a baionetta; la gettata dei pili precedeva il combattimento col brando, appunto come ora la scarica del fucile precede l'attacco alla baionetta.
Infine il perfezionato sistema degli accampamenti permetteva ai Romani di unire insieme ai vantaggi della guerra d'assedio e della guerra offensiva, e secondo le circostanze, di rifiutare o di dare battaglia; e in quest'ultimo caso di combatterla sotto i valli del campo come se fossero sotto le mura d'una fortezza. Ed ecco perchè un proverbio romano dice: il Romano vince stando tranquillamente seduto.
È evidente che questi nuovi ordinamenti erano una riforma sostanziale ed un vero perfezionamento romano, o per lo meno italico, dell'antica tattica della falange ellenica, e se si trova già qualche cenno del sistema delle riserve e dell'individuazione delle minori divisioni dell'esercito anche presso i più recenti strateghi greci, e particolarmente presso Senofonte, non se ne può dedurre altra conseguenza se non ch'essi pure si accorsero dei difetti dell'antico sistema; ma senza però potervi trovare rimedio.
La legione a manipoli appare compiutamente ordinata nella guerra di Pirro; ma non si saprebbe dire con precisione quando ciò sia avvenuto, in quali circostanze, se tutto ad un tratto, o a poco a poco. Il primo ordinamento tattico affatto diverso dall'antico italo-greco, al quale si trovarono di fronte i Romani, fu la falange celtica armata di brandi; non è improbabile, che colla divisione dell'esercito e colla fronte a intervalli dei manipoli si sia voluto attutire il primo e più furioso urto del nemico; ciò che infatti riuscì, e con questa supposizione si accorda il cenno, ripetuto in molte narrazioni, che il più segnalato capitano romano del tempo dei Galli, Marco Furio Camillo, sia stato il riformatore dell'arte della guerra presso i Romani.
Le successive tradizioni, che si collegano colla guerra sannitica e pirrica, non sono abbastanza degne di fede, nè se ne può tenere conto con sicurezza[4] quantunque sembri naturale che la lunga guerra sannitica, guerreggiata quasi sempre fra le montagne, debba aver contribuito a svolgere l'individualità del soldato romano; e che la lotta contro uno dei primi strateghi della scuola di Alessandro Magno abbia concorso a perfezionare il servizio tecnico dell'esercito romano.